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CANTONERobotic minds, l'avventura non può finire qui

05.04.19 - 10:55
La First Lego League è una competizione a livello mondiale che vede coinvolte più di 40.000 squadre. Prossima tappa a Detroit. Dove ci sarà anche una squadra ticinese
Robotic minds, l'avventura non può finire qui

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La First Lego League è una competizione a livello mondiale che vede coinvolte più di 40.000 squadre. Prossima tappa a Detroit. Dove ci sarà anche una squadra ticinese

Si chiama First Lego League ed è una competizione a livello mondiale che vede coinvolte più di 40.000 squadre provenienti da tutto il mondo. Secondo lo slogan "promuoviamo la scienza e la tecnologia tra i leader di domani" la competizione mette a confronto tra loro squadre di ragazzi tra i 9 e i 16 anni in diverse gare prima a livello ragionale, poi nazionale, europeo e infine mondiale. E dopo l'ultima tappa austriaca di Bregenz all'appuntamento finale di Detroit previsto dal 24 al 27 aprile che vedrà coinvolte 70 squadre di 70 paesi diversi ci sarà per la prima volta anche una squadra ticinese. Si chiama Smilebots (potete trovarla qui), da tempo è campione regionale ed è composta da 8 ragazzi e due mentor.

Il capitano della squadra è il giovane Pietro Botturi, 16 anni, il più anziano del gruppo e uno dei fondatori della squadra che è nata un po' per caso, un po' per divertimento e un po' per passione nei confronti dei lego e della robotica “la parte più divertente del prendere parte alla First Lego League è riuscire ogni volta a superare il proprio limite. Ogni volta che riesci a superare un livello, ogni volta che porti a casa il risultato ti senti su un altro pianeta”. La particolarità di questo gruppo sta nella passione e nella dedizione che tutti insieme dedicano alla causa. Infatti a differenza delle altre squadre in gare che hanno l'opportunità di prepararsi a scuola durante l'orario scolastico, questi ragazzi si allenano nel loro tempo libero con l'aiuto e la preziosa disponibilità dei mentor. Uno di loro, Corrado Corsale uno racconta come da un anno a questa parte la squadra si sia allenata tutte le domeniche pomeriggio „ognuno ha messo a disposizione il suo tempo libero mettendo da parte altri impegni per raggiungere l'obiettivo“. Certo su questo a livello ticinese varrebbe la pena fare una riflessione perché se le materie STEM saranno sempre più cruciali nell'ormai prossimo futuro sarebbe auspicabile che trovassero i giusti spazi nel mondo della formazione allineandosi ad altri paesi come Germania e Svezia. E se qualcuno sta pensando che arrivare in finale sia stato un gioco da ragazzi non è affatto così.

Questo tipo di competizione si gioca ad alti livelli e sono necessarie competenze nell'ambito della programmazione, della robotica e, naturalmente, un'ottima conoscenza dei lego, unico strumento di costruzione che si può utilizzare. Come funziona? La lego ogni anno fornisce delle missioni da portare a termine e mette alla prova le varie squadre in quattro prove diverse. L'obiettivo per tutti è arrivare a competere al meglio in una gara di due minuti e mezzo in cui il robot progettato, costruito e programmato deve compiere più missioni possibili e fare più punti possibili. Questa è una delle quattro prove, le altre prevedono una prova di robot design in cui i ragazzi devono spiegare e convincere la giuria della bontà del loro robot, una di team building in cui i ragazzi devono dimostrare di essere un gruppo affiatato e una prova in cui presentare un progetto di ricerca secondo il tema fornito. Quest'anno il tema era „Into Orbit“ e richiedeva ai giovani partecipanti di presentare un'idea innovativa in grado aiutare una missione spaziale in un lungo viaggio interplanetario.

Ora questi ragazzi e i loro mentor che negli ultimi quattro anno hanno lavorato insieme su base volontaria hanno l'opportunità di andare a Detroit per vivere quella che sarà un'esperienza rara e molto probabilmente unica nella loro vita. Ma ci riusciranno soltanto se si trovano i fondi per poter affrontare i costi che questa esperienza di cinque giorni negli Stati Uniti comporta. Molto squadre straniere che partecipano sono supportate da aziende private che investono nei leader di domani. Questo articolo, oltre a voler far conoscere lo straordinario impegno e il grande risultato di questi giovani e di chi li sostiene, vuole anche essere un appello a chi vuole contribuire per veder realizzata la loro partecipazione alla finale di Detroit. Come dice Pietro Botturi “Al di là del risultato che faremo sarà una figata pazzesca!”

Per dare il vostro sostegno potete prendere contatto con ated - ICT Ticino, scrivendo a info@ated.ch.

 


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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