Grande esperto dei meccanismi che guidano la diffusione di bufale o notizie false sui principali social. Lo abbiamo incontrato e intervistato per carpire qualche segreto e trucco da seguire
LUGANO - Nel suo profilo su LinkedIN si definisce Digital Spin Doctor, ma Alex Orlowsky, oltre a un passato da creativo e regista di numerosi videoclip musicali e spot pubblicitari, è una figura di spicco nel panorama della comunicazione e del marketing politico. È un personaggio eclettico, che negli ultimi mesi ha avuto una grande visibilità sui media italiani per aver analizzato e mostrato come i profili social di alcuni politici (come ad esempio Matteo Salvini e Giorgia Meloni) siano affollati da profili falsi, che peraltro diffondono notizie poco veritiere, quelle che spesso sentiamo bollate con il termine “fake news”.
Lo abbiamo conosciuto all’appuntamento promosso da ated-ICT Ticino e lo abbiamo intervistato, ponendogli qualche domanda sulle materie che padroneggia maggiormente. La ragione è molto semplice: ci serve avere una bussola per orientarci nell’oceano di informazioni che ci sommerge quotidianamente. In sintesi: fake news e bufale online, esiste un modo per difendersi e non cascarci?
Alex ci sveli subito qualche accorgimento che dobbiamo tenere per non cadere nelle trappole di chi produce fake news. Cioè esistono delle regole o trucchi per capire rapidamente se stiamo entrando su siti poco affidabili? O se stiamo seguendo profili finti?
Per le fake news è semplicissimo, non fidatevi mai di blog sconosciuti o con nomi di fantasia. Quando cliccate sull’articolo, andate a vedere chi sono i contatti del blog e se non è una testata registrata in un tribunale, non fidatevi. Vi suggerisco anche di prendere il titolo dell’articolo e controllare su Google se altre testate affidabili lo riprendono, quindi aggiungete la parola fake news o bufala per vedere se appare in qualche sito che svela le notizie false tipo butac.it o davidpuente.
Mi spieghi meglio, siamo diventati noi più creduloni o le tecniche di comunicazione e marketing soprattutto in ambito politico si sono fatte più sofisticate e raffinate? Siamo nel campo dei Cambridge Analytica, di cui si è saputo in passato?
La disinformazione nasce centinaia di anni fa, ma si è raffinata dagli anni 30 dello scorso secolo in poi. Si basa sulle trappole cognitive che sono parte di noi, quindi ad esempio nel caso “effetto illusorio di verità” veniamo tratti in inganno nel dare credibilità a determinate NOTIZIE, dopo averle VISTE ripetutamente, sia nelle news tradizionali che ovviamente sui social network, dove è molto facile con l’aiuto di account falsi e automatizzati usare questo tipo di bias cognitivo (NDR: ovvero giudizi o pregiudizi che non sempre corrispondono alla realtà). Cambridge Analytica semplicemente ha sfruttato le informazioni di Facebook per poter targetizzare in modo molto preciso i contenuti di questo tipo, sapendo già che l’utente sarebbe stato più propenso a credere a certe notizie piuttosto che ad altre.
Quindi esiste davvero un dark side of networking. Dove ha visto meglio attrezzati i diffusori di fake news fino ad oggi? Su quali consultazioni politiche in particolare?
Ogni Paese ha i suoi team sia privati che statali abili nel diffondere fake news. E parliamo di Stati come ad esempio: Venezuela, Catalunya, Russia, Iran, Polonia e tanti altri senza escludere i Paesi Scandinavi. In Italia direi che alcune entità di ultra destra si sono attrezzate egregiamente. Anche in Svizzera ci sono da due a tre entità ben organizzate in fake news; una è finanziata da Paesi dell’Est e lavora prettamente sulla disinformazione religiosa e un’altra più professionale e mercenaria, che non saprei dire se lavora sulla disinformazione o sulla lotta alle fake news. Sicuramente sono gruppi molto ben strutturati dal punto di vista tecnologico e con delle ottime Botnet (NDR una Botnet è una rete di dispositivi connessi automaticamente che operano insieme per eseguire attività, inclusi attacchi dannosi).
Si sente parlare spesso della Russia come base di partenza in cui si originano le maggiori Fake News di matrice politica. Ma è realistico pensarlo?
I maggiori player al mondo sono Russia, Turchia, Iran, molti Paesi dell’Est e anche gli Stati Uniti, ovviamente. E poi ci sono moltissime realtà locali. Quando si parla di Russia dobbiamo tener conto che sono un Paese enorme con grandi informatici e ricchi oligarchi con differenti interessi e posizioni poltiche e religiose. A volte lavorano in tandem con altri gruppi di influenza in US e altre nazioni. In tutti i casi la Russia è stata la prima ad implementare tecniche innovative per le guerre ibride, come insegna la presunta dottrina del Generale Gerasimov e le strategie di Vladislav Surkov, consulente di Putin.
Infine, un suo caso personale. Recentemente è intervenuto in una trasmissione italiana, Report, mostrando analisi e dati in cui si osservano anomalie fra i follower e seguaci di Giorgia Meloni. Ci racconta cosa è successo dopo la sua partecipazione?
Dopo l’intervista a Report (NDR: è una nota trasmissione italiana di inchieste giornalistiche), dove illustravo i miei i dubbi su alcuni account Twitter di politici italiani, tra i quali quello dell’Onorevole Meloni, ho ricevuto in poche ore un attacco con post di minacce, insulti e articoli da blog di dubbia qualità contro la mia persona. L’attacco è stato organizzato per distruggere la tesi del giornalista di Report e, quindi, l’obiettivo sono diventato io, che con strumenti e tool di analisi come Metatron Analitycs aiuto a capire e svelare le reti automatizzate di account social e le fake news collegate. Ovviamente, questo attacco che ho ricevuto potrà avere delle conseguenze penali per gli autori.
CHI È ated – ICT Ticino
Fondata il 19 novembre 1971 a Lugano, ated - ICT Ticino è un’Associazione indipendente attiva nel Canton Ticino, aperta a tutte le persone, aziende e organizzazioni interessate alle tecnologie dell'informazione e comunicazione (ICT). Dalla sua fondazione ated - ICT Ticino ha organizzato oltre 1.000 manifestazioni con più di 13.000 partecipanti a conferenze, giornate di studio, visite e viaggi tematici, corsi settimanali. Da diverso tempo l'associazione collabora con l’Università della Svizzera Italiana (USI), la Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) e con la Scuola Superiore di Informatica di Gestione (SSIG) con l’obiettivo di promuovere la formazione dei soci. Grazie alla serietà dell'attività svolta sull'arco di quarant'anni di vita, ated – ICT Ticino è diventata un riferimento nel settore per le forze economiche, politiche ed istituzionali, favorendo il dibattito attorno alle tecnologie della informazione e ravvivandone l'interesse presso i giovani.