Un'analisi di intarget ha fotografato da dicembre a fine aprile come sui social svizzeri si è parlato della pandemia.
Complice la pandemia dettata dal Covid-19, abbiamo tutti compreso come i canali social siano diventati anche in Svizzera la piazza principale di confronto delle opinioni più varie, proprio sul tema del Coronavirus. E fra notizie vere e fake news, ovvero bufale clamorose, è interessante osservare come si sono polarizzati i commenti nella Confederazione Elvetica. A fornire un quadro realistico sui diversi canali d'informazione ci ha pensato intarget, realtà di consulenza attiva nel marketing digitale, per la quale Giorgia Fumo, Social Media Analyst del team guidato da Raffaella Pierpaoli, ha condotto un'attività di ascolto del web (tecnicamente, Web Listening). L’analisi ha osservato le principali piattaforme d'informazione, basandosi su dati rilevati in due momenti: dal 3 dicembre al 2 marzo e poi da inizio marzo a fine aprile. Ne emerge una fotografia dinamica di come si parla sui principali canali svizzeri dell'emergenza sanitaria Coronavirus. I ricercatori hanno considerato nei due momenti come fonti: Online News, Blog, Facebook, Twitter, YouTube.
«Nel primo periodo di analisi fra dicembre e inizio marzo – ci racconta Giorgia Fumo - abbiamo rilevato 323.3K post, in cui è stato nominato il Coronavirus, che hanno generato 1,8M di engagement, ovvero una reazione qualsiasi tra like, commenti e condivisioni. Con un picco delle discussioni è avvenuto a fine febbraio, in concomitanza con le misure restrittive in Italia e il primo caso in Svizzera. Nel secondo periodo di osservazione, da inizio marzo a fine aprile, gli utenti svizzeri sono stati più attivi. Quasi due milioni di post complessivi, tra tweet e commenti sono stati pubblicati dall’inizio dell’emergenza a oggi. Il picco è stato visto durante la prima settimana di marzo, per poi scemare gradualmente. Fra il 1 marzo e il 30 aprile il conto arriva a 1,7 milioni di post, che ha generato 13,8 milioni d'interazioni, con la metà dei contenuti scritta in inglese, seguita dal tedesco, dal francese e da un 4% di commenti in lingua italiano. Tendono a commentare e condividere notizie sulla situazione attuale in larga parte proveniente da fonti accreditate, come il World Health Organization e il World Economic Forum, osservando anche la situazione all’estero (USA, Cina e Spagna in primis). I principali punti di attenzione sono il rispetto delle norme (#StayAtHome), dei protocolli igienici (#SafeHands) e della gestione del lockdown, da un punto di vista di salute sia fisica che mentale. Si nota anche un interesse particolare per lo smontare bufale e fantasiose procedure di autodiagnosi e protezione (#KnowTheFacts). Twitter rimane la fonte più utilizzata, scelta molto comune nel caso della diffusione di notizie di attualità da parte degli attori istituzionali».
Tra gli strumenti utilizzati per la rilevazione dei dati si cita Talkwalker.