Raggiungere giovani e giovanissimi con offerte e comunicazioni aziendali non è più una "Mission: Impossible": ecco come riuscirci, usando Snapchat
Perché dovrei investire in contenuti che, dopo poco, scompariranno? Fino a poco tempo fa, sembra esser stata questa la maggior perplessità diffusa tra le aziende rispetto a possibili investimenti in marketing su Snapchat. Dal suo lancio, avvenuto alla fine del 2011, questo social network nato negli Stati Uniti ha conosciuto una crescita esponenziale che lo porta oggi ad avere 250 milioni di utenti attivi e 400 milioni di contenuti pubblicati ogni giorno. Una platea troppo vasta da poter ignorare, un'occasione troppo ghiotta per poter comunicare – peraltro – a un pubblico molto ben definito: giovani e giovanissimi. Sì, perché oltre l’80% dei suoi utenti ha meno di 35 anni: se un’azienda sta provando a connettersi con i millennials, questo è il posto giusto.
Snapchat ha diretto la propria crescita verso le opportunità di business che si stavano presentando: ha introdotto più formati multimediali e tipi di annunci, più filtri da applicare a immagini e video e chances di interattività. Il risultato è stato stimolare la creatività non solo dei giovani, ma anche dei professionisti del marketing che lo utilizzano per comunicare con questi.
Snapchat si basa su un modello di messaggistica uno a uno (o uno a pochi), su video in tempo reale, su contenuti originali, su emoji. Il pubblico di riferimento è costituito dalla categoria con il tempo d’attenzione più basso in assoluto: i millennials si annoiano terribilmente presto. Prima di tutto, bisogna quindi ricordare che i secondi che abbiamo per fare centro sono pochissimi e dimenticare la fredda, schematica comunicazione aziendale. Chi riceve i messaggi si aspetta di trovare spontaneità.
Vuole vedere, ascoltare, leggere la vera personalità del marchio che gli/le sta parlando. Ecco perché Snapchat è il canale prediletto per tutti i contenuti “dietro le quinte”. Mostrare ai fan cosa accade durante lo sviluppo di un nuovo prodotto o servizio, l’anteprima della nuova collezione per un brand di moda (o gli attimi che precedono una sfilata), la fase di riscaldamento di un atleta prima di una gara, la concentrazione negli spogliatoi: esempi utili a capire cosa funzioni per aumentare il coinvolgimento del pubblico su questo social.
Le Snapchat Stories sono tra i migliori modi in assoluto per fare storytelling e raccontare la vera essenza della propria azienda in modo non convenzionale. Dandole un’anima, attraverso i volti e la voce di dipendenti e manager, attraverso i prodotti e i servizi non più presentati come semplice oggetto di vendita, ma raccontati da altre angolature, secondo altre sfumature. Possono essere anche una
buonissima opportunità per fare dei video “didattici”: un’azienda sa quali siano le difficoltà che i clienti incontrano più spesso con i propri prodotti, quali siano le domande più frequenti. Dare risposte e soluzioni con dei mini-video dal taglio brillante è un’occasione da non perdere.
Ciò che contraddistingue Snapchat, poi, lo abbiamo accennato all'inizio, è il tempo: l’autodistruzione dei contenuti è il primo aspetto che va considerato, quando si pianifica una strategia. Come limite strutturale, ma allo stesso tempo come chance da sfruttare. Questa caratteristica rende infatti Snapchat il luogo perfetto per promuovere coupon, sconti, promozioni a tempo che verranno così destinate a un numero ristretto di utenti fidelizzati. Liberando allo stesso tempo l’azienda dal dover spiegare perché l’offerta sia scaduta, con tutti gli effetti negativi degli eventuali insoddisfatti: un vantaggio non da poco. Inoltre, innescare questo meccanismo significa suggerire ai propri followers di controllare quotidianamente l’attività del brand: un incentivo a rimanere sempre aggiornati con l’account aziendale e le offerte. Vorranno altrimenti perdersi una straordinaria opportunità?
Se poi il nostro target sono proprio i giovanissimi, chi è in grado di indirizzare le loro decisioni di acquisto più degli influencers? Affidare loro il compito di creare un post sponsorizzato avrà un costo, ma sarà ragionevolmente più economico che su Facebook o Instagram, visto che i post su Snapchat hanno una vita di 24 ore al massimo. Il risultato sarà che aver associato il volto di un influencer al proprio brand rafforzerà la percezione dello stesso presso il suo pubblico di riferimento. Se poi all’influencer verrà fornito anche un codice sconto da trasmettere ai propri followers, si sarà ottenuto un ulteriore incentivo all’acquisto e anche un modo quantificabile e tracciabile per misurare il successo della campagna di marketing.
Il social dei millennials è un ambiente molto particolare: necessità di ingegno, brillantezza, pensiero non convenzionale, ma se sfruttato al meglio è in grado di produrre risultati eccellenti.
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Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.