I numeri non mentono: cibo e pharma a parte, oggi è l’online che determina successo e sopravvivenza di un business
Nonostante non possa paragonarsi a uno stato di guerra e si inizino a intravedere spiragli verso la normalità, è innegabile che la situazione generata dal Coronavirus condivida con questa due caratteristiche: mettere a repentaglio la salute delle persone e provocare una crisi economica che ha ben pochi precedenti, nella contemporaneità.
In termini di business, sicuramente stanno emergendo dei vincitori e stanno sprofondando dei vinti. Come in una bizzarra partita globale, in cui - al netto di oggettive limitazioni fisiche che possono bloccare del tutto un’attività - chi è più allenato al digitale ha un vantaggio di partenza, e chi non lo è ha tempi più lunghi e difficoltà maggiori.
Come notano Stackline e SEMrush, nostro partner tecnico, in alcune recenti indagini, le curve legate all’economia globale hanno subito variazioni molto interessanti, che potrebbero protrarsi ancora per molto, legandosi ai profondi cambiamenti che la vita quotidiana ha subito e sta subendo in tutto il Mondo.
Chi è in vantaggio?
Ci sono ambiti che hanno guadagnato un distacco molto significativo, offrendo servizi diventati diffusissimi e quasi essenziali, mentre erano prima pressoché legati alla nicchia di chi li richiedeva in situazioni specifiche. Altri settori già di successo, invece, hanno visto un’accelerazione compatibile con le nuove esigenze di vita delle persone, sia quanto al lavoro che all’intrattenimento.
Oltre ai prodotti e ai servizi legati agli ambiti medicali o della salute, ha resistito ciò che rispondeva a una percezione di “prima necessità”, alle esperienze o ai passatempi da svolgere in casa, nel tempo ritrovato, ma esclusivamente nel caso di una profonda integrazione con il digitale, chiave della fruibilità nella situazione di lockdown: la riconferma che il web sta assumendo un’accezione sempre più positiva, come strumento di accesso e possibilità, unione e condivisione.
Hanno avuto un incremento oltre il 100% di fatturato rispetto al marzo dello scorso anno, ad esempio, i cibi di ogni tipo, che hanno aumentato le loro vendite dirette al consumatore (sebbene abbiano azzerato quelle nei confronti di locali e ristoranti); le macchine per fare il pane; i prodotti per animali; quelli cosmetici e per la cura del corpo.
Ma alcuni di questi, oltre ad aumentare i propri ricavi, sono entrati prepotentemente nella nostra quotidianità, molto più di quanto già non fossero presenti:
Pensiamo, ad esempio, a Disney+, la nuovissima piattaforma che ospita i franchise Marvel, Star Wars, Pixar, oltre a tutti i classici, le serie tv e i relativi live-action dei cartoni animati storici. Una produzione, arricchita da Simpson e National Geographic, che fa gola a molti, a per cui l’attuale situazione è stata terreno fertile: Disney+ ha infatti superato in pochissimo tempo quota 50 milioni di registrazioni o abbonamenti.
Netflix, celeberrima piattaforma già da tempo imperante nel mercato dell’entertainment, ha visto, invece, un aumento delle ricerche online legate al proprio brand pari al 18%, lo scorso mese, mentre quelle collegate ad HBO, grande network televisivo statunitense (a cui dobbiamo serie come Il Trono di Spade, Westworld, True Detective) sono aumentate del 24%, probabilmente legate all’aggiunta di molte anteprime di spicco al palinsesto.
Mentre l’OMS li promuove come “terapia per la quarantena”, anche i videogames stanno conoscendo un boom senza precedenti: soltanto in Italia, GfK Nielsen stima che le vendite di console, poltrone per giocare (gaming seats) e volanti virtuali (stearing wheels) abbiano registrato, rispettivamente, il +67%, il +478% e il +104% rispetto allo scorso anno.
In molti contesti, uscire per fare attività fisica è sconsigliato, se non addirittura vietato, ma, al di là delle restrizioni, molti preferiscono evitarla a prescindere, per tutelare al meglio la propria salute, ripiegando sull’home fitness. Le conseguenze di questa situazione consistono principalmente nella colossale impennata di interesse riguardo alle sessioni di allenamento che si possono tenere in casa, che non necessitano di attrezzature complesse, e si basano soprattutto sul proprio corpo e la voglia di tenersi in forma, nonostante la sedentarietà forzata. L’attività fisica, d’altronde, è tra i consigli più popolari per tenere alte le proprie difese immunitarie, nonché rimediare alla noia e all’apatia della quarantena.
Si rilevano, infatti, rispetto allo scorso anno, una crescita del 70% nelle ricerche relative al salto della corda o agli esercizi con i manubri, e del 66% per quelle legate allo yoga, mentre il fatturato online degli attrezzi legati a queste discipline aumenta ben oltre il 100%.
Ci è già capitato di affrontare ed esaminare la situazione di bar e ristoranti, che, sebbene siano tra le attività messe più a repentaglio da questa e dalle prossime fasi, non sono necessariamente costrette all’immobilità. Una delle soluzioni che in molti hanno adottato è stata proprio quella di dedicarsi unicamente ai servizi di food delivery, per poter raggiungere comunque la propria clientela: insomma, se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna.
Le ricerche di servizi che consegnano cibo a domicilio, secondo un rilevamento SEMrush globale, hanno aumentato il proprio volume dell’80%.
Difficile non comprendere questa categoria, in queste settimane: moltissime aziende di ogni dimensione e moltissimi professionisti si sono dovuti adattare al lavoro da remoto, per poter mantenere la produttività e non rimanere del tutto bloccati nel pantano della chiusura collettiva.
Popolarissimo negli Stati Uniti ed esportato in tutto il mondo, l’andamento sul portale Zoom è tra i più distintivi in questo senso: secondo il report di SEMrush, ha visto un incremento del proprio traffico di ben 10.000.000 di visite nel solo mese di febbraio, rispetto a gennaio.
Anche Slack, un servizio di messaggistica molto applicato in ambito lavorativo, ha beneficiato di ricerche cresciute di oltre il 70%, da febbraio a marzo 2020.
Chi sta rimanendo indietro?
Valigie, borse, fotocamere e videocamere, costumi da bagno, vestiti da cerimonia, zaini e sacche da ginnastica, equipaggiamento da atletica, da immersioni e da campeggio, pneumatici, orologi, perfino smartphone: tutti settori legati al contatto con l’ambiente esterno, e che, se non si sono fermati (ma solo grazie ed efficienti e-commerce alle proprie spalle), hanno comunque perso tra il 40% e l’80% di fatturato rispetto allo scorso anno.
Le crescite che abbiamo appena visto, infatti, hanno, purtroppo, una controparte complementare, sostenuta, in qualche modo, dalle esperienze digitali.
Altri ambiti che non possono legarsi al web, sono rimasti incredibilmente penalizzati, con statistiche gravose che non accennano alla ripresa nell’immediato futuro.
Parliamo non solo della ristorazione, ma di tutto ciò che è legato al contatto diretto con il cliente e ai trasporti, al turismo e agli eventi.
Per le maggiori compagnie aeree, dati SEMrush alla mano, ad esempio, l’impatto da gennaio a febbraio sulle ricerche ha visto un calo del 17%, con un fardello particolarmente pesante su alcune compagnie orientali: Bangkok Airways (-33%), China Eastern (-33%) e China Southern (-45%).
Le cancellazioni e i rinvii di kermesse musicali o sportive hanno dato vita ad accesi e densi dibattiti su Twitter: Formula 1 e Coachella sono stati oggetto di più di 40.000 tweet mentre le Olimpiadi, dopo la storica decisione di rinvio al 2021, hanno raggiunto la vetta degli oltre 55.000 tweet, intorno al 23-24 marzo.
Sono, inoltre, crollate le ricerche e i valori azionari di hotel, resort e compagnie di crociera, con un trend negativo che, chissà per quanto, non darà ancora segni di ammortizzamento.
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Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.