Quando comunichiamo in un’area che conosciamo meno, i fattori di cui tener conto per avere successo si moltiplicano
Molto da capire per elaborare una strategia prima, altrettanto da tenere sotto controllo durante la sua esecuzione: realizzare una campagna promozionale sul web a livello locale e nella lingua che conosciamo. Sono tantissimi i fattori di cui tenere conto anche solo per testare al meglio le proprie idee e verificarne la bontà.
Ma cosa succede quando dobbiamo spingere un brand, un prodotto o un servizio a livello nazionale, in Svizzera interna o addirittura all’estero?
Non basta certo limitarsi a una traduzione letterale dei testi dei post o delle immagini. Ciò con cui ci confronteremo sono potenziali clienti - o buyer personas - completamente diversi: la loro quotidianità è differente, così come le loro attitudini nei confronti della pubblicità, le loro opinioni su determinati argomenti, la loro cultura. Le persone vanno studiate nel loro contesto, che determina quindi fortemente non solo la lingua da utilizzare, ma le modalità con cui usarla, i canali da scegliere, le leve da utilizzare.
Il discorso, ovviamente, si estende anche alle campagne di marketing avviate offline. Un pubblico di un’altra regione linguistica o di un’altra nazione vive in modo differente dal nostro: a volte, le discrepanze sono poche e impalpabili, ma talora sono molte, grandi e non sempre evidenti.
Come possiamo, quindi, risolvere queste incognite e procedere con serenità nella progettazione di una campagna altrove? Abbiamo messo insieme una breve checklist con le valutazioni che è opportuno fare, quando si decide di muoversi su un territorio altro.
Scopriamo, all’inizio, come si discute del brand, del settore, del prodotto o del servizio in quell’area. Chi usa quali parole chiave? Chi sono i nostri clienti tipo e che caratteristiche hanno? Quali sono le abitudini online? Come si comportano sui social? Quali interessi hanno?
Naturalmente, le domande varieranno al variare dell’oggetto della promozione, ma la conoscenza approfondita delle buyer personas è imprescindibile, per ideare una valida strategia.
Il web mette a disposizione alcuni strumenti, a questo proposito, che potranno sicuramente tornarci utili, se coadiuvati dal supporto di un madrelingua (o di un parlante C1-C2 avanzato) che conosca le espressioni gergali e pure la cultura del territorio in cui vogliamo addentrarci.
Oltre a varie piattaforme di listening (“ascolto” delle discussioni pubbliche sui social media) e ai nostri partner di SEMrush, che menzioniamo per l’analisi delle keywords insieme a tools gratuiti come il Keyword Planner di Google Ads e Neil Patel, vogliamo approfondire l’utilità di Google Trends, un portale che più volte integra ricerche di carattere sociale, e non solo pubblicitario.
Attraverso questo sito, infatti, individuando una query di ricerca, potremo consultare grafici e statistiche che ci daranno un’idea di quanto la locuzione scelta sia popolare tra il pubblico selezionato. Proprio così: all’occorrenza, sarà possibile isolare e confrontare gli insights di una determinata nazione, regione o città.
Un altro praticissimo portale da utilizzare è Insights To Go, che propone molti dati e input di cui tenere conto nelle nostre ricerche di mercato, regolabili da alcuni filtri che permettono di affinare le nostre indagini. Parliamo di incroci tra interessi e nazionalità del pubblico, tipo di industry per cui lavoriamo, dati demografici (donne, uomini, genitori, millennials, boomers, ecc), e trend di campagne già fatte con le piattaforme controllate da Zuckerberg (Facebook, Messenger, Instagram, WhatsApp). Insights To Go non fornisce ancora dettagli su ogni nazione del Mondo, ma, se non vogliamo rinunciarvi, è comunque possibile ottenere dei dati a livello globale.
Se il brand, il servizio o il prodotto che promuoviamo ha già dei concorrenti nell’area di interesse, una ricerca dettagliata sui competitor è d’obbligo. Scoprire le dinamiche che intercorrono tra chi dovremo scalzare, per ottenere quote di mercato, e la loro relazione con i clienti è un must. Anche attraverso una ricerca su Google o su Facebook, che permettono di filtrare i risultati in base a diversi fattori, potremo raccogliere molte informazioni utili su come queste realtà gestiscano la loro comunicazione online, e prendere spunto da best practices e cattivi esempi già messi in campo.
Usare Google Translate o Deepl è assolutamente vietato! Per quanto una traduzione letterale possa essere tecnicamente corretta, non è detto che il senso delle frasi in un nuovo contesto sia il medesimo di origine.
Tradurre bene significa adattarne anche le sfumature meno immediate, poiché le lingue cambiano in base a moltissimi fattori: alcune costruzioni grammaticali possono risultare forzate, alcuni termini possono risultare ambigui, avendo più significati, e il significato generale del discorso deve avere coerenza anche nella lingua di traduzione. Si tratta di accorgimenti che fanno una differenza fondamentale.
In conclusione, se nel vostro team non ci sono traduttori/adattatori madrelingua con conoscenze di marketing, né professionisti del digitale con esperienza nella realizzazione di campagne in regioni o paesi diversi dal Ticino e dall’Italia, vi consigliamo di affidarvi a degli esperti esterni: a fronte di un investimento proporzionato, avrete la certezza che le vostre campagne saranno non solo comprese appieno, dai destinatari del vostro messaggio, ma anche efficaci nel loro confronti.
Sei un imprenditore o un professionista? Pensi che i tuoi prodotti e i tuoi servizi possano interessare a persone che si trovano in Svizzera interna o all’Estero? Contattaci per una consulenza gratuita: abbiamo già aiutato diverse realtà a promuoversi a livello nazionale e internazionale, attraverso strategie di marketing digitale create su misura, caso per caso, area per area. Raccontaci la tua storia e i tuoi obiettivi: realizzeremo la campagna perfetta per te.
Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.