Non solo crisi: guardando alla primavera, possiamo ispirarci a settori e strategie vincenti per affrontare il presente
Sono passati molti mesi, ormai, dalla prima volta che abbiamo dovuto reagire a una crisi imprevedibile che sembra gettare ancora ombre sul futuro economico della Svizzera e del mondo intero.
Non tutto, però, è uguale a prima: per le necessità dettate dal momento storico, ogni settore ha dovuto imparare, in poche settimane, ovunque possibile, a riorganizzare il proprio lavoro, affinché fosse rispettoso delle norme sanitarie ma comunque pronto a proseguire, sebbene non ai ritmi precedenti.
Sono state proprio le difficoltà ad accelerare l’ingresso di alcune tecnologie e nella nostra quotidianità, professionale e non solo, per compensare le mancanze determinate dal lockdown, a partire dai semplici rapporti sociali.
Adesso, forti di queste nuove, ma già rodate conoscenze, possiamo prepararci ad affrontare emergenze simili non soltanto con la confidenza rispetto a nuovi tool, ma anche con uno sguardo attento a quali trend caratterizzeranno le abitudini dei consumatori da qui in avanti.
Fin qui, infatti, abbiamo rilevato insieme il consolidamento di alcuni, che elenchiamo qui di seguito:
Digitale: essenziale per sopravvivenza e successo post- (e durante il) Covid
Il minimo comune denominatore di tutte le attività che sono rimaste a galla o emerse durante il lockdown è stato proprio questo: l’integrazione degli strumenti digitali nelle strategie commerciali, di promozione, e nell’operatività del lavoro di ogni giorno.
Ad aprile di quest’anno, le statistiche non evidenziavano soltanto i settori in pericolosa discesa, ma anche alcuni in chiara impennata. Tra di essi, i servizi di streaming come Netflix o Disney+ - lanciato proprio in quel momento - e i videogames, che hanno registrato aumenti esponenziali di acquisti e abbonamenti.
Non solo: nell’impossibilità di andare in palestra o di fare attività all’aperto, è esploso il business dell’home fitness con lezioni in diretta e differita via app, sessioni di workout in videoconferenza, boom di ricerche e acquisti legati agli attrezzi utili a fare allenamento in casa propria.
Il food delivery ha permesso a bar e ristoranti di rimanere a galla, mantenendo un filo “quasi diretto” con i clienti. Quello della ristorazione, insieme al turismo e gli eventi, peraltro, è stato uno dei comparti più penalizzati fin da subito, e tra i primi ad adottare soluzioni digitali per uscire dalla stasi.
Infine hanno riscosso incredibile successo le piattaforme per le call e lo smart working, ormai quasi indispensabili per tutti. Molte aziende hanno potuto scoprire i tanti pregi del lavoro da remoto, che non si limitano solo alla possibilità di proseguire nei propri progetti rispettando il distanziamento sociale: è ormai chiaro a tutti che organizzare la vita professionale in questo modo, completamente o parzialmente, comporta un risparmio di risorse ed energie sia da parte del datore di lavoro che del lavoratore.
Atteggiamenti, non solo strumenti: la “mentalità startup”
Nel corso degli anni e oggi più che mai, con il termine “startup”, abbiamo cominciato a indicare non soltanto le imprese neo-costituite, ma quelle che restano al passo con i trend economici e sociali del momento storico in cui operano.
Ecco perché, durante il lockdown, la cosiddetta “mentalità startup” ha acquisito un’attenzione del tutto nuova: le aziende che la posseggono sono in grado di reagire con velocità e versatilità alle situazioni in cui si trovano, siano esse positive o negative. La catena di comando solitamente snella e l’ampia capacità di adattamento sono caratteristiche chiave del successo: vista la particolarità del momento e la competitività che impazza in tantissimi settori economici, essere in grado di cambiare è una delle competenze che possono davvero fare la differenza. Insomma, l’imperativo del 2020 è stato sapersi reinventare, affrontando agli imprevisti senza staccare gli occhi dal proprio obiettivo e senza tradire in alcun modo la propria identità, il proprio brand.
Seguire la trasformazione del mercato del lavoro
Paradossalmente ma fortunatamente, in alcuni dei settori sopracitati è incrementata la ricerca di personale qualificato.
La piattaforma americana Zoom, ad esempio, si è impegnata ad assumere 500 nuovi ingegneri che contribuiranno a rendere il servizio all’altezza delle centinaia di milioni di nuovi utenti acquisiti durante il lockdown.
Lo stesso è valso per i servizi di home delivery legati ai generi alimentari, con tante catene della grande distribuzione che hanno provveduto ad assumere personale per le consegne a domicilio o hanno scelto di affidarsi a servizi specifici, che hanno avuto a loro volta bisogno di integrare il proprio staff. Peraltro, la spesa online è una di quelle abitudini nate durante la chiusura che non sono destinate a sparire, bensì a rimanere tra le abitudini di consumo degli utenti.
Un caso su scala ancora più ampia è, più in generale, quello dell’e-commerce, in stabile e continua crescita: uno strumento di successo per tanti commercianti e professionisti, appartenenti a realtà di ogni dimensione, che permette di vendere con velocità, sicurezza e versatilità, mettendo a disposizione del cliente una gamma di articoli solitamente maggiore, soprattutto in profondità, a quella presente nei negozi.
In altre parole, ovunque le previsioni non siano rosee c’è stato e c’è ancora un modo di andare avanti, senza perdere ritmi né risorse. Qualora ne ravvisassi il bisogno, possiamo aiutarti a capire quali siano le soluzioni migliori per te e il tuo business. Contattaci per una consulenza gratuita e avrai occasione di ricevere degli input personalizzati e capire come affrontare l’autunno e l’inverno e uscirne ancora più forte.
Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.