Riaprono i cinema e i teatri e nasce la discussione su cosa è essenziale nella vita durante la pandemia
Dietrofront del Governo Ticinese: dopo la limitazione a 5 spettatori, introdotta sotto lo sguardo incredulo di operatori e pubblico, le autorità hanno fissato il nuovo numero limite a 30. Quello che maggiormente ha colpito il mondo della scena indipendente è che la cultura sia stata considerata non necessaria, al contrario dello shopping o di altre attività. «Questa situazione aggrava la sensazione di chiusura e solitudine presente nella popolazione, che frequentava i teatri anche per mantenere una parvenza di normalità, oltre a nutrire mente e spirito con la positività, assolutamente necessaria anche per fronteggiare psicologicamente questa pandemia», si legge nel comunicato del Comitato TASI.
Ma cosa è essenziale nella vita? Sicuramente (anche) l'arte e la cultura. Le nostre strutture culturali sono più sicure di qualsiasi altro luogo grazie a concetti di igiene eccezionali. Finora, non una sola persona è stata contagiata in un teatro o cinema pubblico. Quindi andate a vedere la danza e il teatro, godetevi i concerti e andate in un museo. E portate i vostri figli con voi. Perché l'arte non solo è sicura, ma dà anche spazio alla discussione, alla comunità, alla riflessione. L'arte è democrazia in azione. È un'espressione di umanità. La salute e l'arte non sono in contraddizione. Sono uguali.
Permettetemi di aggiungere una nota personale: questa misura, per fortuna modificata, dimostra con quanta improvvisazione opera la ‘regia’ dell’anti-pandemia. Maschera in un treno affollato va bene, in un teatro vuoto oppure in una telecabina no. In chiesa ci si contagia di più che al grande magazzino. Ovvio, perché mangiare è essenziale. Diamo più cibo allo spirito, per favore!
Testo a cura di Claudio Rossetti
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