Esclusivo reportage su Genova alla scoperta della sua anima invernale (terza e ultima parte)
GENOVA - Genova, città di mare per eccellenza, affonda le sue radici nella sua lunga e complessa relazione con il Mediterraneo. Lo si percepisce passeggiando tra i caruggi del centro storico, osservando le antiche facciate dei palazzi nobiliari o semplicemente affacciandosi sul porto, cuore pulsante della città da secoli. È un rapporto profondo, talvolta difficile, ma sempre vitale, quello tra Genova e il suo mare: un legame che ha forgiato l’identità della città, la sua economia, la sua cultura e la sua memoria collettiva.
Per comprendere davvero questa connessione, non c’è luogo migliore del Galata Museo del Mare, il più grande museo marittimo del Mediterraneo. Situato nella zona del Porto Antico, a pochi passi dall’Acquario, il museo è ospitato in un edificio storico – l’antico Arsenale della Repubblica di Genova – sapientemente restaurato e ampliato in chiave moderna. Il Galata è molto più di un semplice museo: è un viaggio immersivo, emozionante e interattivo attraverso secoli di storia marittima, non solo genovese ma globale.
Entrare al Galata significa salire a bordo di un’avventura. Il percorso espositivo si snoda su quattro piani e offre una visione a 360° del mare come spazio di scambio, di esplorazione, di speranza e anche di pericolo. Le oltre 10 mila opere e oggetti esposti raccontano non solo la storia della navigazione, ma anche quella degli uomini e delle donne che hanno vissuto il mare come destino.
Il percorso inizia al piano terra, con una ricostruzione affascinante delle galee della Repubblica di Genova, simbolo della potenza marittima della città nel Medioevo. È possibile salire a bordo di una replica a grandezza naturale di una galea del Seicento, per scoprire la vita quotidiana dei marinai e dei rematori. Un’esperienza fisica, quasi teatrale, che immerge il visitatore nel passato, tra odori, suoni e atmosfere d’epoca.
Salendo al primo piano, il viaggio continua nel mondo delle grandi esplorazioni. Cristoforo Colombo, genovese illustre, è ovviamente protagonista di questa sezione. Qui si trovano carte nautiche, strumenti di bordo, modelli di caravelle, e un’intera area dedicata alla scoperta del Nuovo Mondo. Ma si parla anche di commerci, di portolani, di rotte pericolose e di nuove terre da conquistare o con cui scambiare merci e cultura.
Il secondo piano ospita una delle sezioni più toccanti e attuali del museo: “Memoria e Migrazioni”, uno spazio interamente dedicato al fenomeno delle migrazioni, storiche e contemporanee. Un tema che tocca profondamente la storia della Liguria e dell’Italia intera. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, milioni di italiani – molti dei quali genovesi e liguri – lasciarono il proprio Paese in cerca di fortuna in America. Il museo racconta queste partenze, spesso dolorose e cariche di speranza, attraverso fotografie d’epoca, documenti originali, oggetti personali come bauli, lettere, passaporti, e video-testimonianze. Si può perfino percorrere una ricostruzione realistica della stiva di un piroscafo, dove manichini e ambientazioni d’epoca trasmettono la durezza del viaggio e la tensione di chi affrontava l’ignoto.
Ma il museo non si ferma al passato. La narrazione si estende fino ai flussi migratori contemporanei, evidenziando analogie e differenze. Una sezione interattiva permette ai visitatori di ascoltare le storie di migranti di oggi, che raccontano in prima persona il loro viaggio, i motivi della partenza, le difficoltà affrontate e i sogni che li accompagnano.
In un’epoca in cui il fenomeno migratorio è spesso oggetto di dibattito politico e sociale, questa sezione assume un valore profondamente educativo e umano: ci invita a guardare al passato per capire il presente, a riconoscere le migrazioni come parte integrante della storia dell’umanità, a coltivare empatia e memoria.
Al terzo piano, il focus si sposta sulla modernità e sull’evoluzione tecnica della navigazione. Modelli di navi da guerra e da crociera, motori, simulatori di navigazione e una spettacolare sala interattiva permettono di toccare con mano l’evoluzione del mestiere del marinaio, dell’ingegnere navale e del comandante. Un altro punto forte è la al terzo piano è soprattutto una mostra davvero affascinante dedicata a un evento tragico ma emblematico della storia marittima italiana: lo scontro tra l’Andrea Doria e lo Stockholm, avvenuto nel 1956 al largo della costa di Nantucket, negli Stati Uniti.
All’esterno del museo, ormeggiato nelle acque del Porto Antico, si trova una delle attrazioni più amate del Galata: il sommergibile Nazario Sauro (S518), vero protagonista di una visita a cielo aperto (o meglio, sotto il livello del mare!). È il primo museo galleggiante in Italia visitabile interamente, e permette di scoprire com’era la vita a bordo di un sottomarino militare. Gli spazi angusti, i macchinari perfettamente conservati, le postazioni dei marinai: ogni dettaglio contribuisce a restituire un’immagine vivida e autentica del mondo sottomarino.
Il Galata Museo del Mare non è soltanto una raccolta di oggetti o una cronaca del passato. È un luogo di narrazione e identità, dove la storia si intreccia con la memoria e l’attualità. È il punto di partenza ideale per capire Genova, per sentirne l’anima salmastra, per scoprire come il mare continui a essere il protagonista della sua vita. Grazie a un allestimento moderno, inclusivo e tecnologicamente all’avanguardia, il museo riesce a coinvolgere adulti e bambini, studiosi e semplici curiosi. Ogni spazio è pensato per raccontare una storia, per evocare emozioni e per invitare il visitatore a riflettere sul rapporto eterno e mutevole tra l’uomo e il mare.
Visitare il Galata Museo del Mare significa compiere un viaggio, non solo nello spazio e nel tempo, ma anche dentro di sé. Significa comprendere come il mare sia molto più di un orizzonte azzurro: è un confine da superare, una strada da percorrere, una sfida da affrontare. Ed è proprio da questo mare che Genova continua a trarre la sua forza, la sua bellezza e la sua irriducibile identità.
Il mio percorso a Genova termina qui, ma sono sicuro che tornerò perché vi è ancora tanto da scoprire. Seguitemi!
Testo a cura di Claudio Rossetti
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