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VIAGGIL’auto a energia solare che viaggia per il mondo

03.10.23 - 11:00
Il veicolo alimentato esclusivamente a energia solare Solar Butterfly è ospite di 1000 progetti sulla sostenibilità in tutto il mondo
Immagini messe a disposizione da Solar Butterfly
Il progetto è stato creato dal pioniere svizzero dell’energia solare Louis Palmer. «Non posso cambiare il mondo», spiega Palmer, «ma posso far aprire gli occhi alle persone e ispirarle al cambiamento.»
Il progetto è stato creato dal pioniere svizzero dell’energia solare Louis Palmer. «Non posso cambiare il mondo», spiega Palmer, «ma posso far aprire gli occhi alle persone e ispirarle al cambiamento.»
L’auto a energia solare che viaggia per il mondo
Il veicolo alimentato esclusivamente a energia solare Solar Butterfly è ospite di 1000 progetti sulla sostenibilità in tutto il mondo
«Non posso cambiare il mondo», spiega Louis Palmer, cittadino svizzero e iniziatore del progetto. «Ma posso far aprire gli occhi alle persone e ispirarle al cambiamento.»

In breve:

    • Il veicolo a energia solare Solar Butterfly sarà ospite di 1000 progetti sulla sostenibilità in tutto il mondo nel corso dei prossimi tre anni. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza verso le soluzioni alla crisi climatica.
    • La fiducia in queste soluzioni vacilla: le organizzazioni ambientali come Greenpeace dichiarano che molti di fronte alla crisi climatica hanno sviluppato «una specie di fatalismo».
    • «Miro a riaccendere la speranza e a proporre soluzioni concrete e applicabili», spiega Louis Palmer. L’iniziatore del progetto è un vero pioniere dell’energia solare: nel 2007 è stato il primo a circumnavigare la Terra con un’auto a energia solare.
    • La Solar Butterfly si trova attualmente negli Stati Uniti e cerca nuovi compagni di viaggio.

 

 La partenza risale a maggio del 2022: la Solar Butterfly ha iniziato il suo viaggio pluriennale in tutto il mondo. Questo veicolo alimentato esclusivamente a energia solare sarà ospite di 1000 progetti sostenibili in 90 Paesi in Europa, Nord America, Asia, Australia, Africa e Sud America prima di arrivare nella città brasiliana di Belem. Lì il progetto terminerà in concomitanza con il decimo anniversario dell’Accordo di Parigi sul clima durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in Amazzonia. L’Accordo di Parigi sul clima del 2015 è il primo accordo globale in cui 195 Stati si sono accordati per impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra.

«Non posso cambiare il mondo», spiega Louis Palmer, l’iniziatore svizzero del progetto, «ma posso far aprire gli occhi alle persone e ispirarle al cambiamento.» Palmer è un pioniere dell’energia solare con un debole per l’avventura. Da decenni ormai il cinquantunenne si impegna per spiegare i cambiamenti climatici e presentare possibili soluzioni. Nel 2007 è stato il primo a circumnavigare la Terra in un’auto a energia solare. Nel 2010 ha organizzato la prima gara al mondo per auto a energia solare con tappe in tutto il mondo. «Miro a riaccendere la speranza e a proporre soluzioni concrete e applicabili», spiega Palmer.

 

Speranza per combattere il fatalismo

La speranza è essenziale ma in molte fasce della popolazione sembra stia scomparendo: uno studio internazionale condotto nel 2021 ha rilevato che tre giovani adulti su quattro guardano al futuro con paura. Le organizzazioni ambientali come Greenpeace Svizzera dichiarano invece che molti sembrano aver sviluppato «una specie di fatalismo» nei confronti della crisi climatica.

Palmer mantiene il sangue freddo. «Le cause principali del riscaldamento globale sono la CO2 e il metano», spiega: l’agricoltura e la deforestazione sono responsabili di circa un quarto delle emissioni, un altro quarto va imputato all’industria, un altro alle centrali a carbone e a gas per la produzione di elettricità e un ultimo quarto alla mobilità e al riscaldamento. La Solar Butterfly presenta progetti relativi a tutti questi ambiti: batterie a sabbia, robot per l’irroramento di prodotti fitosanitari, alghe come mangime.

 

Dare e ricevere

Kai Hicks ha lasciato il suo lavoro presso una stamperia per lavorare con Solar Butterfly. «Lo scorso anno sono stato per tre mesi in Europa, poi per quattro mesi ho viaggiato tra Halifax e Los Angeles.» Cosa motiva Hicks? «Soprattutto viaggiare», spiega. «Ma anche il pensiero che è possibile spostarsi con l’energia solare e fare qualcosa per il pianeta.» Hicks ha la sensazione che spesso ci limitiamo a prendere l’energia che ci serve senza dare nulla in cambio.

La routine quotidiana nella Solar Butterfly cambia di giorno in giorno. «Quando abbiamo un progetto dobbiamo far sì di arrivare per tempo sul posto», spiega Hicks. «Può essere molto stressante ma finora ce l’abbiamo sempre fatta.» A questo si aggiungono le riparazioni alla vettura, la ricarica delle batterie e talvolta anche una gomma a terra. «È un progetto prototipo», spiega Hicks. C’è sempre qualcosa da fare. «In Europa non avevamo ancora l’acqua corrente a bordo. Ora l’abbiamo per la cucina e per la doccia.»

 

Energia dalle onde

Di tutti i progetti a cui ha partecipato, Hicks è rimasto particolarmente impressionato da quello tenutosi nei Paesi Baschi in Spagna: la prima centrale commerciale al mondo che sfrutta l’energia del moto ondoso. Una diga che da decenni protegge un villaggio di pescatori dalla furia del mare è stata dotata di turbine e trasformata in una piccola centrale elettrica. La centrale produce corrente per decine di famiglie. «Un progetto pionieristico decisamente interessante», spiega Hicks mentre si sposta verso la prossima meta. A fine settembre, la Solar Butterfly arriverà nella Dry Lake Solar Energy Zone. Su una superficie di 63 chilometri quadrati, che corrisponde a 9000 campi di calcio, si trova una distesa di pannelli solari in pieno deserto dove le temperature possono raggiungere i 48°C.

 

Compagni di viaggio cercasi

Contrariamente a Hicks, l’avventuriero solare Louis Palmer non è a bordo. «Coordino il tragitto da Lucerna e tengo conferenze», spiega. Con lo Switzerland Explorer, il primo bus turistico a energia solare del mondo, guida anche occasionalmente visitatori da tutto il mondo alla scoperta della Svizzera in tutta sostenibilità. Lascia l’avventura alla prossima generazione. Gli interessati possono presentare la propria candidatura sul sito web.

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COMMENTI
 

Trombo 1 anno fa su tio
progetto ammirevole ma la vera soluzione si conosce benissimo solo che ci si comporta come se nulla fosse, é come prendere un dafagan perché si ha i postumi della sbornia e non perché si é realmente influenzati. Siamo in troppi.... o si mettono dei paletti alle nascite oppure negli anni a venire, anche con tutte queste tecnologie, ci saranno sempre più restrizioni e costi esorbitanti per fare qualsiasi cosa. Quando scopriremo che i nostri fiumi sono tra i più belli al mondo, che non serve viaggiare mezzo mondo per vivere bene, quando scopriremo che anche la mano d'opera indigena se ben istruita può sopperire alla mancanza di manodopera in certi settori, quando la si smetterà di fare meeting aziendali con relativi spostamenti per mezzo globo e molto altro sarà troppo tardi.. Quello che impedisce ad una persona di fare questo cambiamento é il menefreghismo e la pochezza che dimostra verso gli altri, oltre ad una mera questione economica. Perché uno butta i mozziconi per terra e a casa sua non lo fa? perché durante il Covid ci sono state carenze di certi beni? perché ognuno (o la maggior parte) guarda per sé stesso e quello che succede nel mondo é un po' lo specchio di questa società. Qualcuno in un altro commento diceva che basteranno un paio di estati aride e senza acqua per vedere i primi deliri. Non hanno assolutamente torto anzi! Finché l'economia gira e c'é commercio i prodotti non mancano ma se anche nei paesi in cui queste alimenti vengono prodotti viene a mancare il bene primario qui la frutta non stagionale te la sogni!

bradipo 1 anno fa su tio
Risposta a Trombo
Più o meno concorde con quanto scritto, ma mi sorge un dilemma, perché controllo delle nascite quando per i nati si è alla continua ricerca della vita eterna?

Trombo 1 anno fa su tio
Risposta a bradipo
Per farci andare in pensione a 90 anni hehe. Ovviamente si scherza ma il controllo delle nascite e la qualità di vita sono due cose ben distinte. Si potrebbe benissimo fare quello che stiamo facendo ora per millenni (utilizzo dell'auto, combustibili fossili ecc) se solo sapessimo regolarci e fossimo in numero "controllato", indirettamente ne gioverebbe anche la nostra salute (senza medicine o scoperte assurde). La ricerca della vita eterna porterebbe a cure per malattie attualmente incurabili ecco perché si cercano soluzioni in tal senso, vivere all'infinito é pura utopia e renderebbe la vita un po' priva di significato. Per certe cose abbiamo creato i computer, sistemi efficaci privi dei problemi che ha il corpo umano e decisamente molto più efficienti (3/4 dei disastri successi sul pianeta sono dovuti/voluti a/da errori umani)

bradipo 1 anno fa su tio
Risposta a Trombo
La mia era solo una precisazione sull'egoismo umano: un essere umano, senza.progresso ha una probabilità di vita di ca. 50 anni: ora mi chiedo se sia più giusto contenere il numero di uomini al mondo contenendo le nascite (quindi privare qualcuno del dono della vita) o lasciare un po' più di autonomia a madre natura nel decidere quanto noi nati possiamo godere della permanenza su questo pianeta?

bradipo 1 anno fa su tio
Risposta a bradipo
Un esempio pratico: si dibatte da un paio di anni sull'efficacia del vaccino COVID. Vista l'età media delle vittime, non credo di dire eresie sostenendo che fosse avvenuto mezzo secolo fa sarebbe forse servito ai pochi fortunati che a 60 ci arrivavano...

Trombo 1 anno fa su tio
Risposta a bradipo
La risposta sec. me sta nel mezzo. Nessuno vuole togliere nulla a nessuno ma in alcuni paesi la cosa é decisamente fuori controllo, come per alcune famiglie qui, c'é chi ha ben 8 figli! L'essere umano poi cerca di salvare il salvabile, in natura animali malati o nati con problemi (stile sindrome di down) sono automaticamente eliminati dalla natura stessa. Non dico sia giusto o che non si debba trovare una cura ma molte volte é proprio il voler avere figli anche in tarda età a creare il problema. Problema che in natura non esisterebbe perché c'é un'età per ogni cosa.

Trombo 1 anno fa su tio
Risposta a bradipo
Per il tuo esempio sono d'accordo. La natura ci insegna che solo i più forti sopravvivono. Era ovvio che il vaccino non fa miracoli e non agisce in egual maniera su tutti i soggetti. Se fosse stata una malattia/virus molto più mortale probabilmente i superstiti avrebbero tramandato il proprio gene alle generazioni future senza bisogno di vaccini o intrugli di dubbia provenienza. È brutto da dire ma la natura funziona così e non guarda in faccia al gattino carino o al neonato indifeso.