Due organi federali lo certificano. Restano in sospeso alcune questioni di sicurezza minori
BERNA - L'applicazione SwissCovid - sviluppata per avvertire gli utenti che sono stati in contatto con persone risultate poi positive al coronavirus - è sicura. A certificarlo sono due organi federali per la sicurezza informatica - il Computer Security Incident Response Team dell'Ufficio federale dell'informatica e della telecomunicazione (UFIT) e l'unità Govcert-ch (Swiss Government Computer Emergency Response Team) - che ne hanno monitorato attentamente lo sviluppo.
L'intero sistema offre ora un elevato grado di sicurezza dei dati e di protezione della privacy. Il protocollo sviluppato dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) è ben meditato e molto robusto. Ha il giusto approccio per determinare l'avvicinamento a una persona contagiata dal coronavirus.
Secondo il rapporto, la possibilità di identificazione dell'utente è sufficientemente esclusa e l'anonimato di un utente che scarica un annuncio di infezione è sufficientemente garantito. I dati sono protetti da un firewall. Quelli più sensibili sono trasmessi direttamente all'UFIT. E la crittografia è pressoché continua. Anche i codici sorgente dell'applicazione iOS e Android risultano ben strutturati e ben programmati.
Questioni minori in sospeso - I due organi federali per la sicurezza informatica affermano inoltre che al momento della stesura del rapporto c'erano ancora alcune questioni di sicurezza minori in sospeso. Tuttavia, nulla ostacola un test di pubblica sicurezza. Govcert-ch è affiliata alla Centrale d'annuncio e d'analisi per la sicurezza dell'informazione (Melani).
Base giuridica approvata
Nella sessione estiva, tuttora in corso, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno approvato la base giuridica per l'applicazione SwissCovid. Essa è destinata a completare la ricerca dei contatti effettuata dai Cantoni. Ciò dovrebbe permettere di lanciare la cosiddetta applicazione per il tracciamento di prossimità al più tardi entro la fine di giugno.