Le autorità informano in merito ai risultati di un sondaggio condotto tra gli svizzeri
In calo rispetto a marzo è la fiducia nei confronti dell'UFSP
BERNA - L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha condotto un sondaggio tra la popolazione svizzera sulla fiducia nei confronti delle autorità durante la pandemia, soprattutto nel periodo estivo, ma anche sulle misure decise e sull'app di tracciamento SwissCovid. Realizzato tra il 20 e il 29 luglio dall'istituto Demoscope intervistando 1'673 persone, ha prodotto risultati analizzati e classificati dal centro di ricerca Sotomo.
«Dal mese di marzo, la fiducia della popolazione è diminuita», ha esordito oggi in conferenza stampa il direttore dell'istituto Sotomo, Michael Hermann, commentando i risultati del sondaggio. In particolare, il calo interessa proprio l'UFSP, ma anche la comunicazione pubblica in generale. Un dato che «non deve allarmare, perché è la normale conseguenza» dopo il periodo iniziare della pandemia in cui ci si affida di più alle autorità. Se nel pieno dell'estate i cittadini erano "più tranquilli", dalle risposte degli intervistati emerge come ora la paura sia nuovamente in crescita. La situazione è considerata più preoccupante dai ticinesi (dove "solo" il 31% della popolazione dice di fare a meno della mascherina).
Per quanto riguarda l'utilizzo della mascherina, per molti svizzeri (quattro partecipanti su cinque al sondaggio) è ormai «uno dei punti più importanti della campagna di prevenzione della Confederazione», ha aggiunto Hermann. Da quando sono state imposte sui mezzi pubblici, la quota di popolazione che vi accenna è dell'84%. La regola comportamentale "preferita" - oltre il 90% vi fa riferimento - è il distanziamento sociale. L'utilizzo della mascherina è sensibilmente aumentato; nei luoghi affollati si è passati dal 16% al 45%.
Il punto dolente resta l'app SwissCovid. «Sono moltissimi quelli che si rifiutano di scaricarla». Per il direttore dell'istituto Sotomo «non è chiaro perché, ma risulta più fastidiosa» per la popolazione. Nonostante ciò, dal sondaggio è emerso che il 40% di quelli che non l'hanno ancora installata sarebbe disposto a farlo se i contagi da Covid-19 aumentassero bruscamente.
A tal proposito ha preso la parola Sang-Il Kim, capo della divisione Trasformazione digitale: «Vi prego, non aspettate che i numeri salgano ancora. Scaricate l'app. È un atto di solidarietà nei confronti degli altri». Negli ultimi sette giorni sono stati generati oltre 350 codici di attivazione per persone risultate positive al tampone. «Di questi, solo 250 sono stati utilizzati e sono circa 150 le persone che hanno ricevuto un avviso dall'app». Sono numeri che dimostrano che «l'app è uno strumento efficace - ha aggiunto Kim -, molto importante per prevenire nuovi contagi».
SwissCovid «ha i suoi punti deboli». Spesso chi la scarica non la attiva e sono in molti a non aver capito come si utilizza. Inoltre, chi è risultato positivo al tampone per il Covid-19 in alcuni casi ha dovuto attendere «anche diversi giorni» prima di ricevere un codice. Il medico cantonale del canton Zurigo, ad esempio, ha avuto problemi con il sistema operativo del MacBook. Kim assicura: «Ci stiamo lavorando. Inoltre, nei prossimi giorni verrà creata una nuova banca dati insieme ai Cantoni», che attualmente gestiscono la cosa in maniera diversa.
Il 29% devi svizzeri, comunque, non si fida e giudica i propri dati non sufficientemente protetti, il 35% non vuole essere sorvegliato dallo Stato e il 32% non ha intenzione di attivare la localizzazione sul proprio smartphone. Il 30% è invece preoccupato più da problemi concreti che ideologici e teme per la tenuta della batteria.