Secondo lo studio "green", «la pubblicità è responsabile fino al 7% delle emissioni svizzere di gas serra».
Finisce nella lista dei "nemici" dell'ambiente la grande distribuzione alimentare svizzera, insieme alla sua pubblicità e ai prodotti di origine animale. Tutto condensato in uno studio che farà certo discutere.
Un passo indietro alla pubblicità è quello che chiede infatti Greenpeace Svizzera. Motivo, neanche a dirlo, è l'impatto degli spot sulle emissioni di gas serra che, secondo un apposito studio commissionato dai paladini del green all'ufficio di ricerca Infras, sarebbe responsabile fino al 7% delle emissioni svizzere di gas serra.
Nel rapporto si specifica che questo incremento di gas sarebbe indotto però «indirettamente dalla pubblicità». O meglio, l'incentivare i consumi va a "spingere" sugli acquisti, sui consumi e quindi a comportare un impatto sull'ambiente «del 10%».
Greenpeace punta poi il dito contro Migros e Coop che, a suo dire, «investono maggiormente in pubblicità»: «385 milioni di franchi (Coop) e 241 milioni di franchi (Migros) nel 2021». Investimenti che sarebbero, secondo l'indagine, responsabili del 16% delle emissioni legate alla pubblicità.
Gli ambientalisti "attaccano" infine anche gli spot per prodotti animali che «provocano emissioni di gas serra quattro volte superiori» rispetto alla linea vegana.
Infine un appello a firma di Barbara Wegmann, esperta di consumi e pubblicità per l'Ong: «Chiediamo che Migros e Coop emanino norme pubblicitarie esaustive e vincolanti. L’obiettivo: fermare la pubblicità di prodotti dannosi per il clima e l’ambiente». In primis la carne.
Non si tratta della prima presa di posizione di questo tipo da parte dell'associazione ambientalista che, all'inizio di quest'anno aveva tirato in ballo i finanziamenti della Confederazione all'industria della carne, e che venivano utilizzati proprio per la pubblicità.