Lo dice uno studio di Avenir Suisse: il motivo è da ricercare nei bilanci troppo pessimistici. Il Ticino è però tra i cantoni “virtuosi”.
BERNA - Un bilancio chiuso in attivo è sempre una bella notizia, a maggior ragione se si tratta di quello cantonale. Ma, allo stesso modo, un saldo positivo significa, spesso, che i residenti hanno pagato più tasse del necessario. L’eccedenza, quindi, sarebbe denaro versato e appartenente ai contribuenti.
È il punto di vista di Avenir Suisse: secondo uno studio del think tank indipendente, dal 2016 al 2022 tutti i cantoni elvetici hanno registrato un’eccedenza media annua di 2,86 miliardi di franchi. Secondo l’indagine, le imposte sul reddito andrebbero ridotte del 10%. Altre tasse da diminuire sarebbero quelle sul patrimonio e sugli utili societari.
Le maggiori eccedenze sono state registrate da Zugo (40%) e Sciaffusa (31,1%). Zurigo (11,6%), Turgovia (10,5 %) e Argovia (8,6%) si collocano nella fascia media. Il Ticino è tra i cantoni virtuosi e più equi con lo 0,2%. «Sarà interessante analizzare il 2023», spiega Lukas Rühli, l’autore dello studio. Infatti, per la prima volta da anni, la BNS non ha distribuito gli utili: la maggior parte dei cantoni dovrebbe, quindi, chiudere l’anno in rosso. Tuttavia, i primi segnali vanno nella direzione opposta. Basilea Città, ad esempio, dovrebbe chiudere il 2023 con un utile di 200 milioni di franchi.
Per Rühli ci sarebbe un modo per correggere la situazione: «Le eccedenze non previste dovrebbero essere rimborsate ai contribuenti tempestivamente e con precisione. A differenza degli sgravi fiscali, che sono più macchinosi e difficili da correggere, questo meccanismo automatico è privo di rischi e garantisce l'equità fiscale».