Nulla si è mosso dopo la decisione della CIttà di disdire la convenzione che permette l'uso degli spazi ai "molinari"
È quindi prevista una diffida con la fissazione di un ultimo breve termine per lo sgombero prima dell’esecuzione d’ufficio.
LUGANO - Si era urlato allo "sgombero" dopo che la manifestazione organizzata dal Csoa (Centro sociale autogestito) lo scorso 8 marzo era finita negli scontri con la polizia in tenuta antisommossa, presso la stazione di Lugano. I "molinari" avevano risposto «ci si vede per strada. Qui siamo e qui restiamo». Ma nulla era accaduto. Fino al 18 marzo, quando nella sua seduta l'Esecutivo ha deciso di notificare una disdetta formale della convenzione del 18 dicembre 2002 siglata tra Municipio di Lugano, Consiglio di Stato e associazione Alba (in rappresentanza dei "molinari"), dando all'autogestione venti giorni per lasciare il comparto dell'ex Macello di Lugano.
I venti giorni scadono lunedì 12 aprile. Ma dal fronte "molinari" tutto tace. Il 20 marzo gli autogestiti si sono riuniti alla Foce: la discussione è proseguita per un paio d'ore, senza arrivare a una decisione operativa. Quattro giorni dopo la disdetta della convenzione è stata affissa sul cancello dell'ex Macello ed è stata definita dal Csoa "L'Edictum Borradorianum". «L'assemblea si prende il tempo che ci vuole» è stato il commento da parte degli autogestiti. Oggi è l'8 aprile e nella sua seduta il Municipio ha discusso i prossimi passi da intraprendere.
«Se entro lunedì 12 aprile gli spazi dell'ex Macello non saranno liberati, la procedura seguirà il suo corso come previsto dalla legge», si legge in un breve comunicato stampa. «In particolare, è prevista una diffida con la fissazione di un ultimo breve termine per lo sgombero prima dell’esecuzione d’ufficio».
Ma l'esecuzione d'ufficio avverrà prima dell'insediamento del nuovo Municipio? È più che improbabile. «Qualora entro la mezzanotte di lunedì 12 gli spazi dell'ex Macello non saranno liberati, entro due giorni verrà recapitato un secondo avviso formale, fissando un nuovo termine di diffida», ci spiega al telefono il sindaco di Lugano, Marco Borradori. Termine che - stando a nostre informazioni - dovrebbe essere di circa una decina di giorni. Elezioni comunali "scavalcate", dunque. «Qualora gli autogestiti ignorassero anche la seconda diffida, verrebbe infine recapitata l'ultima decisione formale» e (probabilmente a partire dalla settimana del 26 aprile) il vero e proprio "sfratto" da parte degli agenti di polizia «potrebbe avvenire in qualsiasi momento, senza avviso».
Dal canto suo, l'Esecutivo cittadino precisa però ancora una cosa: «A oggi non è giunta alcuna richiesta di mediazione».