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LUGANOEx Macello, dal “patatrac” evitato all'occasione persa

12.03.21 - 07:10
Raoul Ghisletta (PS) e Tiziano Galeazzi (UDC) si erano quasi accordati per portare la questione in Gran Consiglio.
TiPress - foto d'archivio
Ex Macello, dal “patatrac” evitato all'occasione persa
Raoul Ghisletta (PS) e Tiziano Galeazzi (UDC) si erano quasi accordati per portare la questione in Gran Consiglio.
Intanto spunta un possibile mediatore. «Si provi a costruire un dialogo tra le parti per una soluzione pacifica». È il portavoce dell'Associazione idea autogestione.

LUGANO - "Sgombero". È il termine che già dalla tarda serata di lunedì si è sentito ripetere da più voci, parlando dell'ex Macello di Lugano. Ieri era attesa una comunicazione da parte del Municipio, che però all'ultimo ha fatto sapere di essere ancora in attesa di «un rapporto di polizia» su «alcuni elementi tecnici legati all’ambito della sicurezza» che dovrebbero consentirgli di prendere una decisione «entro la prossima seduta». Un dietrofront (perlomeno temporaneo) che per alcuni appare come "una brutta figura", mentre altri lodano la non avventatezza delle decisioni.

Dal 30 ottobre all'8 marzo - Ma andiamo con ordine. Di "sgombero"dell'ex Macello si era tornato a parlare a inizio novembre, dopo l'aggressione a una giornalista durante una manifestazione a Molino Nuovo. All’interno dell’Esecutivo di Lugano si era palesata una maggioranza a favore di una linea più dura (4-3), ma solo qualora gli autogestiti «avessero tirato ancora la corda». «Qui siamo e qui rimaniamo», aveva risposto il CSOA (Centro sociale autogestito) il Molino. Da allora tutto è rimasto (apparentemente) in stand-by, fino a lunedì sera. Quando la manifestazione "contro patriarcato, razzismo e islamofobia" è sfociata in scontri con la polizia. E da più parti si è levato il grido della politica. Anche a Bellinzona, dove però ieri mattina la Commissione Sanità e Sicurezza sociale del legislativo cantonale non ha firmato i due rapporti, rimandando tutto al 25 marzo. 

«Potevamo dare un segnale, peccato» - «Abbiamo scoperto che non ci sono solo i vaccini anti Covid-19 in congelatore, ma anche certe decisioni», commenta Tiziano Galeazzi, relatore di uno dei due rapporti. Portare la questione in Gran Consiglio già la prossima settimana, con una clausola d'urgenza, avrebbe dimostrato alla Città di Lugano e alla popolazione che il Parlamento "era sul pezzo", conscio della situazione in corso. E avrebbe anche fornito qualche indicazione al Governo. Ma così non è stato, perché i partiti di Centro non hanno firmato i due rapporti. L'intenzione, ora, è raggiungere un rapporto unico tra i commissari, realizzato "da un estremo all’altro del parlamento" (con Ghisletta (PS) e Galeazzi (UDC) come relatori), e discuterne con il plenum in aprile. L'attesa ora si concentra sulla risposta del Consiglio di Stato (settimana prossima) alle interpellanze urgenti presentate dalla Lega e da Ghisletta dopo i fatti di lunedì sera. «Magari con un segnale al Cantone che provenga dal Gran Consiglio, ci si attiverebbe prima per trovare una nuova location agli autogestiti, da un’altra parte», conclude Galeazzi.

«Lo sgombero immediato sarebbe un "patatrac"» - Dal canto suo Raoul Ghisletta - relatore dell'altro rapporto (non firmato) nella Commissione Sanità e sicurezza sociale - non è stupito dalla comunicazione del Municipio di Lugano. «Mi pareva un po' avventato decidere così su due piedi - dice -. Non mi sorprende che abbiano rimandato. Dubito che si possa fare uno sgombero da un giorno all’altro, è una cosa difficile e anche pericolosa». La Commissione si sta occupando di una mozione datata 2012 (nove anni fa), presentata a suo tempo dai deputati Fabio Schnellmann, Gianrico Corti e Roberto Badaracco, che chiedeva al Cantone di «fare la sua parte». Ma «l’escalation di questi giorni non si può risolvere con la mozione - conclude il deputato socialista -. Lo sgombero immediato significherebbe un "patatrac", una guerra aperta tra tutti. Mi sembra un po’ sciocco e spero che non si arrivi a quel punto. Forse sarebbe meglio individuare un mediatore per trovare una soluzione».

Da AIDA il consiglio a mediare - Per una soluzione pacifica è anche il portavoce dell'associazione AIDA (associazione idea autogestione), Bruno Brughera. «Non voglio fare polemica, piuttosto spezzerei una lancia in favore di un passo indietro da parte di tutte le parti - afferma -. Sia il Municipio, sia l’autogestione del CSOA facciano delle proposte in terra neutra. Si provi a costruire un dialogo». Brughera non prende le parti di nessuno, ma è convinto che «un atteggiamento di chiusura» non porti a nulla, esattamente come «proclami e minacce». Ecco perché la proposta di un mediatore, pronto a raccogliere le voci delle parti e a fare da portavoce. «Per poi coinvolgere un gruppo, una commissione, qualcuno che potrebbe monitorare la mediazione e fungere da super partes. E arrivare infine al ruolo del Cantone, garante di entrambe le parti». E se tra le figure per mediare si pescasse proprio nell'associazione?

Che fine ha fatto la convenzione? - La faccenda, si è capito, è parecchio complicata e spinosa. E c'è un aspetto di cui in questi giorni non si è parlato, ma che è centrale: la convenzione (provvisoria) del 18 dicembre 2002 stipulata tra il Cantone (quale attore principale), il Comune di Lugano e il CSOA (rappresentato dall'associazione ALBA). Una convenzione che autorizza l'autogestione in alcuni locali dello stabile dell'ex Macello. E si rifà al Regolamento comunale sui beni amministrativi e al Codice delle obbligazioni sul contratto di comodato. Una Convenzione provvisoria, in cui il Consiglio di Stato «si impegnava a cercare e trovare una soluzione definitiva». Che sia questo documento - che non prevede lo sfratto per fatti con rilevanza penale commessi da singole persone, all'esterno della struttura - a "congelare" alcune decisioni? Affaire à suivre. Il Municipio, dal canto suo, intende «prendere una decisione entro la prossima seduta».

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COMMENTI
 

Tzozjlred 3 anni fa su tio
Il leone e la talpa Il leone è forte perché gli altri animali sono deboli. Il leone mangia la loro carne perché essi si lasciano mangiare. Il leone non uccide con gli artigli o con le zanne, uccide con lo sguardo. Prima si avvicina lentamente, in silenzio perché le sue zampe sono fatte di nubi, e il rumore lo disturba. Poi si lancia all attacco, colpisce la vittima facendola ruzzolare, le da una zampata che la fa cadere più per la sorpresa che per la violenza. A quel punto si ferma a guardarla, la osserva con calma. E il povero animale ormai moribondo non vede più nient'altro. Fissa il leone che lo guarda. Non vede se stesso, vede il leone che lo guarda. Vede l immagine di un animale negli occhi del leone. Si scorge piccolo e debole. Non credeva di essere piccolo e debole. Era un animale, ne grande, ne piccolo,ne forte, ne debole. Ma adesso si vede nello sguardo del leone, vede la paura è, vedendo come viene visto, si convince da solo di essere piccolo e debole. È terrorizzato per la paura che scorge riconoscendosi nello sguardo del leone. E a quel punto l'animale non vede più nulla. Sente solo le ossa molli, come quando ci sorprende la pioggia in una notte di gelo. Si arrende, non fa più resistenza. E il leone lo divora senza pietà. Così uccide il leone con lo sguardo. Ma c'è una bestiola che si comporta in modo diverso. Quando il leone le blocca la strada, fa finta di niente e prosegue tranquillamente. E se il leone la colpisce, gli risponde gradfiandolo con una delle sue zampe che sono si, piccole, ma che fanno assai male. Questa bestiola non si arrende al leone perché non vede gli occhi che la guardano, perché è cieca. Queste bestiole si chiamano talpe. La talpa è diventata cieca solo perché invece di guardare l esterno, si è messa a osservare il proprio cuore. Si è ripiegata in se stessa per guardarsi dal didentro. L'uomo che sa guardarsi dentro non vede la forza del leone, vede la forza del proprio cuore. Pertanto, quando egli guarda il leone, questo vede che l'uomo lo sta guardando e, osservandosi nel suo sguardo, capisce di essere soltanto un leone. Il leone vede come viene visto, si spaventa e si nasconde.

Tato50 3 anni fa su tio
Peccato che il cemento non brucia ;-)

Tzozjlred 3 anni fa su tio
Va beh....

Booble63 3 anni fa su tio
E questi molinari dicono che i fascisti sono in municipio.. il bue che dà del cornuto all’asino. Se in questi anni avessero dimostrato civiltà e rispetto delle regole sarei il primo a sostenerli. Visto che per loro la democrazia è un optional o comunque è a senso unico ( vedi recente sommossa davanti alla stazione per contestare un voto popolare), direi che hanno perso ogni credibilità e ogni diritto bei confronti della collettività. Pertanto.. fö di bal e andate a lavorare che forse vi fa bene.

seo56 3 anni fa su tio
Politici “ricattati”, incompetenti, senza palle e quaquaraqua....

roma 3 anni fa su tio
...municipali luganesi senza attributi.

Evry 3 anni fa su tio
Ma che dialogo con dei arroganti, prerpotenti e in gran parte mantenuti, seguire la strada che hanno fatto le autorità zurighesi con l'evaquazione dell'AJZ con oltre 1'000 di questi esseri. auguri e guardate che ci sono moltissimi cittadini contribuenti che sonoi pronti a dar aiuto.
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