Tra appropriazione indebita e truffa, il parroco ha estorto oltre 900mila franchi.
Sarà la Corte delle assise criminali a decidere se accogliere o meno la pena proposta.
LUGANO - È stato rinviato a giudizio, con la formula del rito abbreviato, Don Samuele Tamagni. E la pena concordata ieri è di due anni e nove mesi di detenzione, di cui sei mesi da scontare e altri 27 in condizionale per un periodo di due anni. Lo riferisce oggi la Rsi. La Corte delle assise criminali dovrà ora decidere se accettare quanto proposto dalle parti.
Il parroco si era auto-denunciato lo scorso 19 novembre ed è accusato di appropriazione indebita, riciclaggio e truffa ai danni dei genitori, della Fondazione Damiano Tamagni e della parrocchia. I danni totali supererebbero i 900mila franchi, di cui 563mila estorti soltanto ai genitori.
Anche l'amico di Don Samuele, un giovane italiano con il quale il parroco avrebbe avuto una relazione e al quale passava denaro, sarà ugualmente giudicato con rito abbreviato. Le accuse alle quali dovrà rispondere sono istigazione all'appropriazione indebita, esercizio illecito della prostituzione e ottenimento illecito di prestazioni di un'assicurazione sociale o dell'aiuto sociale. La pena concordata per lui è di un anno e otto mesi sospesi e l'espulsione dalla Svizzera per cinque anni.