La qualità fondamentale di un bravo manager non è quella di avere soluzioni, né quella di realizzare qualcosa, ma quella di non prendere decisioni sbagliate
LUGANO - Il bravo manager IT sa che prima di avere una soluzione deve saperla illustrare a persone che di IT non sanno nulla, ma con le quali ha a che fare tutti giorni.
Di fronte a un’innovazione digitale sempre più sfidante, le competenze tecniche sono importanti, ma non determinanti per un top manager. Secondo EXS, la società di executive search di Gi Group, sei sono i tratti distintivi e strategici che un leader deve possedere per introdurre e guidare il cambiamento con il supporto di tutta la prima linea nella propria impresa, grande o piccola che sia.
Consapevolezza del contesto - Intesa come comprensione dei fattori di riferimento del proprio contesto e delle relazioni che concorrono a determinare opportunità e minacce. Non sempre l’innovazione nasce, infatti, all’interno dell’organizzazione; un buon top manager deve possedere una grande capacità di osservazione dell’esterno e del mercato, nonché l’intuizione di capire se da altri mondi emergono opportunità e possibili convergenze da adottare e adattare alla propria realtà. Costruisce, pertanto, un’ampia rete di fonti di informazione all’interno e all’esterno dell’organizzazione funzionale sia per intercettare l’emergere di nuovi trend e segmenti di mercato sia per percepire i fabbisogni emergenti dei clienti nel breve e nel medio termine, sapendone valutare e identificare gli impatti sul proprio ambito di competenza.
Costruire una visione - Capacità intesa come un mix equilibrato e strutturato di concettualizzazione – prospettiva - change; partendo da questo ultimo punto corrisponde alla capacità di vedere e definire obiettivi di cambiamento (sia incrementali che radicali) per generare nuovo valore (ovvero saper definire con chiarezza il “cosa” diventare), inquadrando questo cambiamento secondo prospettive diverse sia in termini di scenari sia dal punto di vista temporale. Dopo avere definito con maggiore precisione il posizionamento su questi assi, il leader deve “concettualizzare”, ovvero costruire con il supporto del suo team (con loro definisce il “come”) un percorso chiaro per realizzare l’obiettivo definito, identificando tutte le risorse necessarie per percorrerlo.
Essere ambasciatore dell’innovazione - Il leader deve “agire” l’innovazione ed esserne il primo testimonial all’interno della propria impresa per poterla comunicare e favorirne l’adozione da parte della propria organizzazione prima che dal mercato stesso. Deve saper dominare la contrapposizione tra Explore e Execute in un’alternanza che non crei difficoltà all’organizzazione e ai clienti, ma che sfrutti la creatività interna, la voglia di lasciare un segno tangibile in un processo a ciclo continuo di produzione-test-feedback-produzione. In questa veste deve essere anche un “facilitatore generazionale”, ovvero fare da ponte tra la creatività dei millennials e la competenza dei senior in azienda affinché il meglio di questa integrazione si traduca in vera innovazione.
Ridurre la complessità - La capacità di rendere i processi interni più facilmente leggibili per l’organizzazione e riuscire a far percepire l’innovazione, qualunque essa sia, “enjoyable” per il cliente interno rende più motivante il lavoro per tutti i collaboratori e più facile il cambiamento organizzativo, comportando un riverbero positivo anche verso l’esterno. Si tratta, in pratica, di trovare la strada della semplicità anche nell’ambito della digitalizzazione, dopo aver compreso appieno l’essenza delle cose e del business. Il confronto che ha evidenziato l’Istituto Italiano di Tecnologia tra le prestazioni di un bambino di 10 anni e il miglior robot umanoide costruito fino ad oggi aiuta a comprendere questo aspetto: il cervello del robot è fatto di silicone e quello del bambino dal 75% di acqua, il primo è composto da circa 60 elementi diversi, il secondo da 6, il robot riesce a compiere 10^8 operazioni al secondo, il bambino 10^16 (ossia 100 milioni di volte quello del robot), il robot con 1300w lavora 2 ore, il bambino con 1500 Kcal praticamente non si ferma mai. Allo stesso modo se il leader non arriva a comprendere la vera essenza del suo business e della sua azienda troverà soluzioni che richiedono più risorse di quelle necessarie, raggiungendo un risultato nettamente inferiore all’ottimale.
Esercitare self awareness & development - Chiedere all’azienda umiltà e fiducia significa, per il leader, in primo luogo, esserlo con se stesso guardandosi allo specchio con occhi neutri, ricercando attivamente opportunità di confronto con modelli di pensiero diversi, chiedendo e raccogliendo feedback per comprendere che tipo di impatto ha sugli altri e sulle situazioni. In questo senso al tempo stesso il leader attribuisce i fallimenti completamente a se, mentre riconosce la gran parte dei successi al suo team e alla fortuna; è consapevole della soglia di stress che è in grado di gestire evitando l’overload e definendo con chiarezza le priorità aziendali e quelle proprie.
Accrescere la consapevolezza dell’organizzazione - Un leader dovrebbe essere valutato per le azioni che mette in campo e che è in grado di analizzare e decodificare in termini di valori che agisce con il suo essere leader e trasmette nell’organizzazione. Questo perché, poi, deve essere confrontato con i valori dichiarati e la media di quelli espressi dal resto dell’organizzazione. Come conferma anche McKinsey (High-performing teams: A timeless leadership topic, di Scott Keller e Mary Meany, giugno 2017) se non c’è allineamento di almeno il 50% dei valori tra Leader e azienda, la performance si attesterà su un livello di circa il 30% del suo potenziale. Inoltre, senza questa consapevolezza sarebbe impossibile effettuare progetti di change management o sapere che tipo di top manager scegliere dall’esterno per rafforzare il sistema nel suo complesso. L’altro elemento fondamentale è connettere il futuro con il presente traducendo l’obiettivo organizzativo in target semplici e graduali a cui possono tendere le persone ingaggiandole spiegando loro come il lavoro di ciascuno contribuisca alle ambizioni dell’azienda (definire il “perché”).
«It doesn't make sense to hire smart people and then tell them what to to , We hire smart people so they can tell us what to do». (Steve Jobs)
1. LA CHIAVE DEL BUSINESS SONO LE RELAZIONI
Non usare mai la parola “concorrente” nel tuo business, pensa solo in termini di “partner” o di “futuri partner”.
Il “valore netto” di solito equivale al network di relazioni.
2. GENERA IL TUO PRIMO FRANCO
Cerca sempre di arrivare a generare il primo franco di fatturato per ogni nuovo prodotto o business che crei. Si sente molto spesso parlare di piani grandiosi che non sono mai decollati perché il piano era troppo ambizioso, o perché non c’era uno vero piano relativamente a generare fatturato.
Il pericolo che corre un nuovo business aumenta esponenzialmente ogni giorno che esso trascorre senza generare fatturato. Bisogna individuare come arrivare a generare almeno un po’ di fatturato iniziale il più rapidamente possibile.
3. LA POTENZA DEL MASTERMIND È ENORME
Se non hai mai partecipato a qualcosa del genere, potrebbe inizialmente sembrarare un po’ strano. Funziona così, una persona del gruppo descrive un’idea o un problema che ha nel suo business e poi tutto il gruppo si mette a cercare soluzioni per quell’idea.
Con le giuste persone nel gruppo, di solito può apportare una grande crescita personale. Se si riuniscono 20 o 30 imprenditori creativi in una sala e si mettono davanti a un problema di business troveranno la giusta soluzione prendendo spunto da prospettive diverse.
4. È MOLTO PIU’ FACILE VENDERE CON IL CONTATTO UMANO
Bisogna sempre cercare di essere se stesso, senza fingere di essere una grande organizzazione o corporazione di qualche tipo. Quando si inviano le newsletter ai propri contatti cerca di utilizzare un tono di voce familiare e dare contenuti di qualità.
Molte persone cercano di apparire più grandi e più importanti di ciò che realmente sono. Quando scrivi al tuo pubblico cerca sempre di farlo con lo stesso stile che useresti per scrivere al tuo migliore amico. Le persone desiderano connettersi con altre persone, non con “corporazioni”.
5. NON FARE INVESTIMENTI AVVENTATI
Quando si inizia ad avere un flusso di guadagni, è molto facile che si venga invogliati a far crescere molto rapidamente il livello del tenore di vita.
Bisogna guardare lontano, è molto più facile fare le scelte giuste e prendere le decisioni corrette se non si sta cercando ossessivamente di inseguire ogni possibile guadagno. L’opportunità si creano quando non si ha la preoccupazione di riuscire a pagare la rata per il mutuo di una macchina di grossa cilindrata.
6. STEP BY STEP
Forse il primo sito web, la prima pagina di vendita, la newsletter non sarà perfetta ma è giusto così.
La cosa importante è avere un piano solido, e continuare ad andare avanti arrivando all’obiettivo. Non essere severi con se stessi, perdonate gli errori che commettete, non pretendete di essere perfetti. L’importante è mettere un piede davanti all’altro. Tutto sta nel compiere piccoli passi ed essere focalizzati sui progressi. Non si può ottenere tutto subito, bisogna focalizzarsi su un piano d’azione.
7. INVESTI SU DI TE: NESSUNO PUO’ RUBARTI LE TUE ABILITÀ
Investi tempo, energie e denaro per migliorare le tue capacità e conoscenze. È una cosa che bisogna fare sin dall’inizio e non smettere mai di farla. Il successo è fatto anche di sconfitte. Inutile negarlo in alcuni casi un’idea di business può fallire ma bisogna avere la forza di rialzarsi come hanno fatto molti americani dopo la crisi, alcuni manager si sono reinventati applicando le proprie conoscenze in settori completamente diversi riscuotendo successo.
Infine la passione deve essere il motore del manager ideale, capace di coinvolgere gli altri e di guardare sempre un po’ più avanti per questo Ated ICT Ticino ha programmato un calendario eventi per il mese di settembre ricco di corsi su importanti tematiche dell’Information Technology.