Sono iniziate le Olimpiadi di Tokyo e c’è una testata sportiva che si distingue.
Si chiama The Athletic ed è solo in formato digitale.
Le Olimpiadi di Tokyo, pur con un anno di ritardo e fra mille polemiche sono iniziate. Ma come viene raccontato lo sport alle varie latitudini? Certamente, sono numerosi i media e i giornalisti che stanno coprendo l’evento. E fra questi si distingue una testata piuttosto nuova e recente.
Si chiama The Athletic e secondo gli esperti di media e gli appassionati di sport è il giornale sportivo più bello del mondo.
Parliamo di un sito sportivo basato esclusivamente sugli abbonamenti (è attiva la promozione, 1 dollaro al mese), che sta sorprendendo molti, sia per la qualità del giornalismo sia per il modello di business sia i per soldi raccolti. Ne parla Francesco Oggiano, un giornalista italiano esperto di media che collabora con Will, Vanity Fair, Wired, Il Foglio, nella sua imperdibile newsletter Digital Journalism. Racconta Oggiano che: «questo giornale nasce nel 2015, per intuizione di due lavoratori (non giornalisti) di Strava (app di fitness): uno è head of product, l'altro un responsabile finanziario. Entrambi appassionati di sport, si rendono conto che manca un grande giornale sportivo di qualità. Così, mentre tutti gli altri media puntano su titoli clickbait (ovvero, "esca da clic" o acchiappaclic) e banner pubblicitari, decidono di fare un prodotto completamente opposto, dagli ingredienti semplici. Puntano, infatti, su: storie e reportage di altissima qualità, firme sportive con un seguito personale di fan preesistente, modello basato sugli abbonamenti e soprattutto niente pubblicità».
Nei primi tre anni i fondatori girano tutte le città degli Stati Uniti e del Canada. In ognuna, cercano di strappare alla concorrenza il miglior giornalista sportivo locale, offrendogli cifre da capogiro. Il processo di corteggiamento dei giornalisti, con offerte a sei zeri e inviti in hotel a 6 stelle, è diventato oggetto di culto tra i reporter del settore. Chiunque, vuole essere approcciato da The Athletic.
Il lancio avviene nel 2016. E la promessa è mantenuta. Tra i servizi fatti, per rendere l'idea, il viaggio in Argentina di un reporter per intervistare la famiglia del calciatore scomparso Emiliano Sala; il reportage dal Senegal per guardare una partita del Liverpool con la famiglia originaria del calciatore Sadio Mané, e così via. Lunghezza media dei pezzi: 9 mila parole. Quelle storie che in termini tecnici vengono definite “longreads”.
Continua Oggiano: «Un'altra dimostrazione che la qualità, checché ne pensino i dirigenti editoriali aridi di idee e investimenti in talento, paga (la sola storia di Sala ha portato mille nuovi iscritti).
Nel giro di 5 anni, il giornale è arrivato ad avere 1,2 milioni di iscritti (a circa 9 dollari al mese), 80 milioni di fatturato, 600 dipendenti, e un nuovo round di investimento da 90 milioni di dollari
L'obiettivo a lungo termine è essere «il Netflix dello sport»; quello a breve termine spopolare nel Regno Unito; quello a medio termine essere comprati dal New York Times.
The Athletic fa gola al gruppo Vox, che starebbe valutando l'acquisto. Ma secondo Axios, il Times è pronto a fare un'offerta e ha già sguinzagliato i suoi mediatori per contattare ex dipendenti di The Athletic's, per fare una due diligence discreta, sui conti e sulla cultura dell'azienda.
La valutazione? 500 milioni di dollari».