Scende in campo anche Elon Musk nello sviluppo e ricerca di robot umanoidi
Una sfida che accende l’interesse su robotica e AI con corsi promossi da ated4kids
NEW YORK - Si chiama per ora Tesla Bot e si tratta del primo robot dalle fattezze umane presentato da Elon Musk.
Il nome, al momento non è particolarmente originale, ma è chiaro che veicola un messaggio molto chiaro: Tesla sta lavorando ad un robot, un robot umanoide. E a svelarlo al pubblico è stato proprio Elon Musk in prima persona, il CEO della società, che ha annunciato l’arrivo di un prototipo nel corso del 2022.
Dopo averlo mostrato nelle scorse settimane all’ultimo AI Day, l’evento che Tesla ha dedicato all’intelligenza artificiale, molti esperti di tecnologia hanno osservato che Elon Musk era sempre stato piuttosto distante dal genere robot umanoidi, perché terrorizzato anche solo dall’idea di una possibile rivolta dell’intelligenza artificiale. Ma evidentemente ora coglie come questo tipo di tecnologia sia decisamente il futuro. Naturalmente, Musk ci ha tenuto a specificare in sede di presentazione che il Tesla Bot sarà un tipo di robot gentile e amichevole. Per quanto riguarda le dimensioni, comunque, sarà decisamente molto “umano”, perché sarà alto 1,76 metri, e peserà 57 kg.
Il suo nome in codice sembrerebbe essere Optimus e l’idea di progettare un robot umanoide nasce con l’obiettivo di affidare ai robot tutti quei compiti che risultano ripetitivi, noiosi o poco sicuri per gli esseri umani. “Penso essenzialmente che in futuro il lavoro fisico sarà un’opzione. Se vorrai farlo, potrai farlo”, ha spiegato Musk. Ma non si tratta solo di anticipare ciò che avverrà. Il CEO di Tesla è convinto di avere tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo: “Se pensate a quello che stiamo facendo con le auto, Tesla è praticamente la più grande azienda di robotica al mondo perché le nostre auto sono robot semi-senzienti su ruote. Con il computer per la guida autonoma completa, che continua ad evolvere, e Dojo e tutte le reti neurali in grado di riconoscere il mondo circostante e di capire come spostarsi in questo mondo, è naturale voler mettere tutto questo in un robot con una forma umanoide.”
Come rileva Fjona Cakalli sul sito Techprincess, «L’annuncio di Elon Musk ha entusiasmato il mondo ma per quale motivo? Insomma, a conti fatti Tesla non è il primo produttore di auto a sviluppare un robot umanoide. Pensate ad esempio ad ASIMO. Questo androide è stato progettato da Honda e ha oltre 20 anni. Sì, avete capito bene. ASIMO – acronimo di Advanced Step in Innovative MObility – è stato annunciato nel 2000 ed è il frutto di 14 anni di lavoro, un lavoro che continua tutt’oggi e che ha permesso ad ASIMO di evolversi: il robot di Honda ha imparato a correre più veloce, a saltare, a trasportare oggetti e molto altro ancora. Certo, visivamente è forse meno suggestivo del manichino di Musk ma operativamente è davvero molto avanzato. Accanto ad Honda troviamo anche un altro produttore giapponese: Toyota. Il suo robot si chiama T-HR3, è stato lanciato nel 2017 ed è in grado di riprodurre i movimenti svolti da un operatore umano collegato in remoto. Il suo scopo? Essere in grado di svolgere compiti delicati con la stessa precisione degli umani e in modo totalmente sicuro».
«Ma alla lista possiamo aggiungere anche Robonaut 2, frutto degli sforzi congiunti dei ricercatori del Johnson Space Center della NASA e degli esperti di General Motors e Oceaneering – continua Fjona. In questo caso siamo di fronte ad un robot umanoide che nasce per aiutare gli esseri umani a lavorare ed esplorare lo spazio. Tutto questo entusiasmo per il Tesla Bot che oggi è solo un manichino si spiega con l’entusiasmo di Musk, che è contagioso e da lui, che ha dato una spinta decisiva all’esplorazione spaziale, ci si aspetta davvero di tutto. Certo, i progetti fallimentari di Tesla sono diversi ma Elon ha riportato gli americani sulla Stazione Spaziale Internazionale con un razzo riutilizzabile. Difficile dimenticarselo».
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CHI È ated – ICT Ticino
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