Milena Folletti ha moderato una tavola rotonda su dati e digitalizzazione. Ecco la sua intervista per concludere la serie di incontri con i relatori presenti alla tavola rotonda sui 50 anni di ated-ICT Ticino.
LUGANO - Lo scorso 19 novembre l’associazione ated-ICT Ticino ha festeggiato in una serata dedicata ai propri soci partner il suo primo mezzo secolo di vita. Nel corso dell’appuntamento, Milena Folletti, madrina di Swiss Virtual Expo ha moderato una tavola rotonda dal titolo: “2021: spartiacque digitale?”. Hanno preso parte alla chiacchierata l’Onorevole Christian Vitta (qui il suo saluto e intervento introduttivo), Ryan Mancino, co-founder della startup KIN e Business Analytics Lead in Everli (intervistato qui), Carlos Garcia, presidente dell’Associazione e-Health Ticino e ICT Architect presso l'EOC e Maria-Grazia Giuffreda, Associate Director & Head of User Engagement and Support at Swiss National Supercomputing Centre (intervista da leggere qui).
Abbiamo raccolto come ultimo il punto di vista di Milena Folletti, così da avere una visione di sintesi e una chiave di lettura sulle evoluzioni cui stiamo assistendo.
Milena, perché hai voluto dare questo titolo alla tavola rotonda?
«Per sottolineare, con gli invitati, che il cammino verso la digitalizzazione (tecnica e tecnologica) e la trasformazione digitale (acquisizione di competenze digitali per tutti, rivisitazione dei processi organizzativi per aziende ed istituzioni ed evoluzione culturale) è un cammino iniziato ormai da anni. Quel che è mutato radicalmente con l’emergenza pandemica è la percezione dell’importanza e il senso dell’urgenza, elementi che hanno dato una forte spinta al cambiamento. È proprio in questi termini che interpreto il periodo che stiamo vivendo come uno spartiacque digitale».
In quali ambiti particolari hai osservato le evoluzioni che con maggiore peso stanno modificando i paradigmi e soprattutto il nostro modo di lavorare e vivere?
«Il cambiamento di paradigma è dato da tutto ciò che prima dell’emergenza sanitaria veniva considerato un fenomeno di nicchia o di difficile attuazione. Qualche esempio: personalmente, in ambito professionale, almeno una volta a settimana se non due, viaggiavo in tutta la Svizzera, anche per riunioni di breve durata. I meeting a distanza erano visti con reticenza. Oggi riunioni a distanza e telelavoro sono prassi acquisite e molte aziende li adotteranno, almeno in termini parziali, anche dopo l’emergenza. Vi è poi l’esplosione dell’e-commerce anche per i piccoli commerci, fino a poco tempo fa appannaggio quasi esclusivo dei grandi gruppi come Amazon. Cresce l’abitudine a non stampare qualsiasi documento si riceva/spedisca o a farne copie. Si passa sempre più a distribuire ed archiviare in modo digitalizzato i documenti e ad utilizzare la forma elettronica. Naturalmente un presupposto essenziale è la garanzia di sicurezza del flusso. Come cittadina, apprezzo il fatto di poter dialogare con la pubblica amministrazione in termini digitali per moltissimi servizi, di poter pagare con una “app” dal telefono, di non essere costretta ad avere le monete per il parcheggio. Gli ambiti ormai sono infiniti, fruizione dei media compresi. Il cambiamento abbraccia sfera pubblica e privata, modifica il modo di relazionarsi e ha un impatto su tutta la nostra vita, che viene memorizzata nella nostra identità digitale e nella traccia che lasciamo ad ogni mossa che compiamo. Non per nulla nella quarta rivoluzione industriale, quella digitale, i dati vengono definiti il nuovo petrolio. E non per nulla i temi come la cyber sicurezza sono essenziali».
Si parla moltissimo di metaverso e realtà virtuale. In che modo questo genere di innovazioni entreranno nelle nostre consuetudini? Come potrà essere inclusiva questa tecnologia virtuale?
«Per dirla in parole semplici, il metaverso corrisponde ad un mondo virtuale che assomiglia moltissimo a quello reale, nel quale posso vivere attraverso un avatar in grado di parlare, fare gesti e interagire con il mondo circostante. Personalmente credo che più il mondo virtuale assomiglierà a quello reale, maggiori saranno le possibilità che decolli verso grandi numeri. La velocità con cui questo succederà dipenderà da più fattori. Se pensiamo al gaming, in parte questo già accade e con un’economia di scala invidiabile. ated-ICT Ticino ha lanciato la propria Expo virtuale. Avrà successo? Sarà in grado di generare traffico e richiamare un numero sufficiente di visitatori per generare massa critica? Difficile dirlo a priori. Interessante, dal mio punto di vista, è vedere un’associazione, della quale fanno parte aziende, accademie e istituzioni del territorio, essere aperta a partenariati di varia natura per sperimentare e creare innovazione, insieme. La digitalizzazione, da questo punto di vista, offre un’opportunità unica».
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ated-ICT Ticino
ated - ICT Ticino è un’associazione indipendente, fondata e attiva nel Canton Ticino dal 1971, aperta a tutte le persone, aziende e organizzazioni interessate alle tecnologie e alla trasformazione digitale.
Dal suo esordio, ated - ICT Ticino ha organizzato oltre 1.500 manifestazioni e promosso innumerevoli conferenze, giornate di studio, visite e viaggi tematici, workshop e corsi. ated - ICT Ticino collabora con le principali istituzioni pubbliche e private, enti e aziende di riferimento, nonché altre associazioni vicine al settore tecnologico e all'innovazione. Grazie alla costante crescita qualitativa dell'attività svolta sul territorio, ated – ICT Ticino è riconosciuta come un'associazione di riferimento nell'ambito economico, politico ed istituzionale del cantone, in grado di favorire il dibattito tra aziende e professionisti e capace di coinvolgere le giovani generazioni, grazie ai percorsi promossi dal programma ated4kids.
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