Le organizzazioni si stanno orientando verso formule di lavoro flessibili per i propri collaboratori.
Ma ci sono anche le realtà come Google in controtendenza, che propongono incentivi per tornare in ufficio.
Il telelavoro è diventato sempre più una realtà per molti lavoratori, in particolare nel settore dei servizi. Una tendenza, dettata in primo luogo dall’emergenza pandemica, ma che nei mesi trascorsi si è rivelata molto congegnale, soprattutto per le donne, per bilanciare al meglio lavoro e famiglia. Volendolo definire, si parla di telelavoro per un modo di lavorare indipendente dalla localizzazione geografica dell'ufficio o dell'azienda, facilitato dall'uso di strumenti informatici e telematici, Una formula caratterizzata da una grande flessibilità sia nell'organizzazione, sia nella modalità di svolgimento. Di base è un modello lavorativo diverso dal lavoro agile o smart working, per dirlo all’inglese, in cui la prestazione lavorativa è svolta senza una postazione fissa e con modalità organizzative specifiche.
Ma proprio per comprendere al meglio gli aspetti sociali collegati al telelavoro, le esigenze di regolamentazione, i rischi a cui ci si espone in tema di sicurezza informatica, l’offerta assicurativa legata alla cyber security e l’informazione / formazione necessaria per operare in modo ottimale, è in programma un seminario dedicato. Si terrà il prossimo 14 aprile al CAMPUS EST USI-SUPSI dalle ore 14.00 alle ore 18.00, dal titolo: “Telelavoro, una nuova realtà - Aspetti sociali, informatici e assicurativi”. È promosso da ated-ICT Ticino, in collaborazione con AIEA, ISACA e SUPSI e per partecipare è necessario iscriversi a questo link (la frequenza è gratuita per i soci ated-ICT Ticino, AIEA e i docenti del DTI della SUPSI).
D’altra parte, che l’interesse su queste nuove formule di lavoro è dimostrato da un’indagine recente, condotta dall’Associazione Italiana dei Direttori del Personale. Qui si rileva che per circa il 90% delle aziende lo smart working è una modalità di lavoro definitiva. E addirittura il 58% delle imprese ha dichiarato che sta trovando difficoltà ad assumere o trattenere i dipendenti se non viene garantitolo il lavoro agile.
Ma probabilmente, la prospettiva più praticabile sarà il cosiddetto lavoro ibrido tra modalità in presenza e da remoto. Infatti, il 38% delle aziende ha affermato che i dipendenti potranno lavorare da remoto almeno 2 giorni a settimana e il 14% almeno 1 giorno a settimana. Negli altri casi, con percentuali minori, si va da 3 ai 5 giorni fino a una presenza di un solo giorno al mese.
Ma per invertire questa rotta, ci sono esempi di aziende che stanno provando a proporre incentivi ingegnosi per riportare in ufficio i propri collaboratori. È il caso di Google, che a New York offre ai dipendenti scooter e monopattini elettrici gratuiti, come bonus aggiuntivo, per farli tornare in ufficio. Secondo Verge, infatti, il gigante tecnologico sta collaborando con il produttore di e-scooter/monopattini Unagi per lanciare un nuovo programma chiamato "Ride Scoot", in cui la maggior parte dei lavoratori di Google con sede negli Stati Uniti possono essere rimborsati per l'intero costo di un abbonamento mensile per lo scooter Model One di Unagi. Il Model One, che costa 990 dollari, è uno monopattino leggero a doppio motore con una velocità massima di 20 miglia all'ora e un'autonomia di 15,5 miglia.
Secondo Unagi, Google non sarebbe la sola a cercare di agevolare il rientro in ufficio, perché anche altri datori di lavoro, tra cui Salesforce, hanno siglato accordi per aggiungere scooter elettrici come ulteriore opzione di trasporto per i dipendenti, sia come rimborso o a una tariffa scontata.