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TargetDall’autenticità, all’AI, all’entertainment: quali saranno i trend social per il 2024?

09.01.24 - 14:00
Anno che inizia, ricerca che trovi!
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Dall’autenticità, all’AI, all’entertainment: quali saranno i trend social per il 2024?

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Anno che inizia, ricerca che trovi!

Sì, perché se la fine dell’anno è tradizionale tempo di bilanci, l’inizio è proprio quel momento in cui organizzazioni come Semrush, Hootsuite, We Are Social e tanti altri conducono analisi e, sulla base di queste, fanno previsioni per il futuro.

E noi marketer, che il futuro vogliamo scriverlo o, se non altro, intercettarlo, non possiamo fare a meno di consultarle e cercare di cogliere gli elementi più significativi per aiutare i nostri clienti e noi stessi a “cavalcare l’onda” ed emergere in un mercato (online e offline) sempre più competitivo.

È così che abbiamo iniziato la ripresa delle attività dopo la pausa natalizia: con la lettura, lo studio e l’analisi dei principali social media trends 2024 identificati da players del mondo digital e social.

Da queste ricerche abbiamo estrapolato quelle che saranno le principali tendenze social per il nuovo anno e abbiamo deciso di sintetizzarle in 5 trend topic: Authenticity, Connection & Community, AI, Platforms, Entertainment.


Authenticity: speak honestly, look genuine!

Vuoi crescere nel 2024? Punta sull’Autenticità!

Essere “autentici” significa condividere storie vere, partecipare a conversazioni significative e mostrare il lato umano del brand. Sì alla condivisione di contenuti autentici, grezzi e non filtrati. Solo così potrai costruire un solido legame emotivo con i tuoi follower che, a cascata, porta a un aumento dell’interazione, alla promozione del tuo brand e alla crescita aziendale.

“Abbracciare” trasparenza, onestà e… imperfezioni, ti garantirà il successo per il 2024 e oltre.

“I brand vedranno il valore nel condividere UGC come un modo economico per ottenere contenuti che sembrano più autentici rispetto ai contenuti ad alto livello di produzione. I clienti si fidano di altri clienti più che del brand stesso. Allo stesso modo, i creatori di contenuti troveranno una grande opportunità nel creare e condividere UGC per i brand.” Lucas O´Keefe, Content Creator & Social Media Strategist.

3 tips per far crescere l’autenticità del tuo brand:

    1. Punta su “behind the scenes” (letteralmente, dietro le quinte) post: sperimenta con contenuti che non sono perfettamente editati e racconta storie accattivanti che si collegano al tuo pubblico.
    2. Prova a differenziarti con un tocco personale e unico: in uno spazio affollato come quello dei social, il tuo approccio distintivo è ciò che ti differenzia dagli altri.
    3. Tieni d’occhio gli Influencer B2B su LinkedIn e gli UGC (User Generated Content) su TikTok, gli uni come riferimento da cui imparare, gli altri quale format per “raccontare storie” legate ai valori del tuo brand.

Connection & Community

Strettamente legati e conseguenziali all’autenticità sono i concetti di “Connection e Community”. Riuscire infatti a “parlare in maniera autentica” consente di creare connessioni reali e sincere con il proprio pubblico che inizia così a “sentirsi” parte di una community.

Potrà sembrare una contraddizione in termini, ma chi sta sui social vuole ascoltare e seguire persone reali e le loro storie. I consumatori non vogliono un brand che spieghi cosa fa, bensì persone (clienti come loro) che ne parlino.

La community, qualsiasi sia il settore in cui operi, cerca trasparenza e autenticità. Si orienta verso elementi che possono creare fiducia, volti dietro ai messaggi, dipendenti che condividono idee e persone reali che si esprimono attraverso contenuti video. Ecco perché creare partnership durature tra aziende e content creators (o influencers, che dir si voglia) che eccellono nel raccontare storie mantenendo un aspetto naturale e autentico diventa fondamentale.

L’anno nuovo è appena iniziato ma, stando alle tendenze in atto, il 2024 segnerà una nuova “Social Era” in cui le aziende creeranno contenuti che intercettano gli interessi e i gusti del proprio pubblico, ispirando interazioni genuine e promuovendo una fidelizzazione di lunga durata.

“Il futuro appare luminoso per coloro che danno priorità a Connection e Community.”

AI: Artificial Intelligence, what else?!

Abbiamo già discusso di quanto l’Artificial Intelligence sia prepotentemente entrata (più o meno consapevolmente) nelle vite e nel lavoro di ciascuno di noi (L’Intelligenza Artificiale ci ruberà il lavoro?). Pensare di poterne fare a meno è una vera utopia, sarebbe come un volo nel passato (senza paracadute), allora non resta che comprendere “come impiegare l’AI” al meglio per far crescere il nostro Business.

Secondo uno studio di Hootsuite, “nel 2024, i brand più di successo ridefiniranno "autenticità". Non si tratta più di chi (o cosa) crea il tuo contenuto; si tratta dell’esperienza del brand che il tuo contenuto crea per il cliente.” Detto in altri termini, non importa “chi” ha prodotto un determinato contenuto, bensì l’impatto che questo riesce ad avere nel suo pubblico: funziona? Rafforza il valore del brand? Contribuisce a creare e consolidare la tua community? Allora puoi dormire sogni tranquilli, perché il tuo business non solo è salvo, ma gode anche di ottima salute!

In realtà, le cose sono un tantino più complesse di così. Anche nel caso dell’Intelligenza Artificiale, ciò che conta è il suo impiego, insomma dobbiamo imparare ad usarla in maniera smart!

Pensala (l’AI) come un assistente virtuale personale. Se la usi in questo modo, sarà efficace. Tuttavia, è importante aggiungere anche cose reali. Mantenere un equilibrio sano tra tecnologia e autenticità è fondamentale.Ashley Sidi, Digital Marketing Lead di Croda.

Il trucco, anzi, i trucchi stanno proprio qui:

    • Conoscere il proprio pubblico e il modo in cui percepisce l’uso dell’AI: fattori come età, cultura, geografia o interessi influenzano la percezione dell’Intelligenza Artificiale.
    • Decidere quali attività svolgere in autonomia e quali delegare: l’AI può essere un ottimo assistente, ma sei comunque tu a gestire la situazione. Sta a te decidere quali aspetti del tuo lavoro l’AI può supportare e quali necessitano di un tocco più delicato (e un cervello più… umano). 
    • Creare AI e social media Policies e assicurarsi che il proprio team o organizzazione siano allineati nell’uso dell’AI: si eviteranno spiacevoli situazioni con clienti insoddisfatti e/o pubblicazioni non autorizzate.


(Social) Platforms: no value, no point!

Parliamo adesso della presenza di un brand sulle diverse piattaforme social: secondo voi su quali e quanti social dovrebbe essere presente un brand o un’azienda? Istintivamente verrebbe di rispondere: sui social in cui c’è il suo pubblico!

Questa risposta, in senso assoluto, è corretta, ma cosa mi dite se il pubblico è presente dappertutto, in tutti i social network? L’azienda dovrebbe avere un account aziendale su tutti i social media?

Allora sì che le cose si fanno un po’ più complesse e… costose: mantenere una presenza attiva su più piattaforme è difficile e onerosa. La sfida è così grande per le organizzazioni che è emersa come principale preoccupazione relativa al ROI (Return On Investment) per i social media.

Ecco che ritorna il “no value, no point!” (Hootsuite): i brand decidono di abbandonare alcune piattaforme social, anche le più grandi. Scelta sicuramente non semplice che richiede alcuni passaggi essenziali per definire il più efficace ed efficiente social platform mix:

    • Analisi delle piattaforme social per distinguere quelle principali per l’azienda da quelle meno performanti. 
    • Valutazione del ROI relativo a ciascuna piattaforma social impiegata dall’azienda confrontandole tra loro, un ROI positivo potrebbe non valere l’investimento se le potenzialità di crescita su altre piattaforme sono maggiori.
       

Entertainment

I dati parlano chiaro: dopo i contatti con famiglia e amici, la ragione principale per cui i consumatori utilizzano i social media è per essere intrattenuti e rilassarsi mentalmente (Hootsuite Social Trends 2024 Survey).

Voi penserete: ma non è che possiamo scherzare se lavoriamo per un Ente governativo o un’organizzazione “seria”.

Sapete cosa altro dicono i dati? I consumatori non apprezzano quando i brand sono troppo concentrati sull’autopromozione.

Ma, come spesso accade, quando due realtà sono molto diverse e lontane, i brand pensano e agiscono in autonomia e senza ascoltare il proprio pubblico: secondo lo studio condotto da Hootsuite, quasi la metà dei marketer pubblica aggiornamenti sui prodotti o sul brand o notizie più volte alla settimana ma - udite bene - ciò che i brand pubblicano è lontano anni luce da ciò che le persone vogliono davvero vedere o sentire.

A peggiorare le cose, intervengono le “metrice” impiegate per misurare il ROI: le aziende, mentre parlano di se stesse (anziché di ciò che i consumatori vorrebbero sentire), utilizzano l’interazione come principale metrica. Paradossale, vero?! Come si fa a dimostrare il ROI attraverso metriche di coinvolgimento/interazione quando si sta offrendo al proprio pubblico esattamente ciò con cui non desidera interagire?

La soluzione? Non è semplice, né immediata! Da parte nostra, possiamo dirti:

Sii te stesso, una persona reale, non solo il lato super serio del brand!

I social media non sono un luogo dove parli a qualcuno, rappresentano uno spazio interattivo dove lo scambio di valore è a doppio senso e, se questo non bastasse ancora, il termine “entertainment”, letteralmente intrattenimento, non coincide necessariamente con qualcosa di poco serio, ma si può tradurre in trovare ispirazione, entusiasmarsi, emozionarsi o imparare qualcosa di nuovo.

Ecco dove sta il trucco: non bisogna rendersi ridicoli per conquistare il proprio pubblico, basta aggiungere un “pizzico di entertainment” per conquistare l’attenzione, stimolare l’interazione e, di riflesso, aumentare la propria quota di mercato rispetto ai brand che continuano a pubblicare sempre le stesse cose.

Nel 2024 il successo dei brand sui social passa attraverso la pubblicazione di contenuti coinvolgenti e divertenti che permetteranno di costruire consapevolezza del brand, affinità e relazioni a lungo termine con il pubblico.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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