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Scroll infinito: come i social hanno conquistato la nostra attenzione

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Scroll infinito: come i social hanno conquistato la nostra attenzione

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Ecco un’analisi del meccanismo che ha reso dipendenti miliardi di utenti e le strategie psicologiche dietro TikTok, Instagram e altre piattaforme

Lo chiamano “doomscrolling”, “scrolling infinito” o semplicemente “quella cosa che fai - e facciamo tutti - quando dovresti dormire”. Lo scorrere incessantemente contenuti sui social media ha trasformato le nostre abitudini digitali e ridefinito le strategie di marketing. Ma cosa rende questa semplice azione così irresistibile, e come le piattaforme l’hanno perfezionata per tenerci incollati agli schermi?

L’architettura della dipendenza digitale
L’interfaccia a scorrimento non è una novità: esisteva ben prima dei social media. La rivoluzione è avvenuta quando Facebook, nel 2006, ha introdotto il News Feed con caricamento automatico dei contenuti. Questa innovazione apparentemente innocua ha eliminato l’attrito dell’esperienza utente, rimuovendo la necessità di cliccare “prossima pagina” per vedere altri contenuti.

TikTok ha portato questo concetto a livelli senza precedenti. Il suo algoritmo di raccomandazione, combinato con video brevi a pieno schermo, ha creato la tempesta perfetta dell’attenzione. A differenza di altre piattaforme, TikTok non richiede nemmeno la creazione di una rete sociale: dal primo avvio, inizia a servire contenuti personalizzati, raffinando costantemente le sue previsioni su ciò che catturerà la tua attenzione.

Il meccanismo è tanto semplice quanto efficace: eliminare qualsiasi barriera tra un contenuto e il successivo. In questo modo è più facile continuare che fermarsi.

Il loop dopaminico: neuroscienze dello scrolling
Il cervello umano è programmato per cercare ricompense. Lo scrolling infinito sfrutta questo meccanismo fondamentale attraverso quello che gli psicologi chiamano “sistema di ricompensa variabile”. A differenza delle ricompense fisse e prevedibili, quelle variabili e imprevedibili generano livelli più alti di dopamina, il neuro-trasmettitore associato al piacere e alla motivazione.

Ogni scorrimento verso il basso è essenzialmente una piccola scommessa: “Il prossimo contenuto sarà interessante o no?”. Questa incertezza mantiene il cervello in uno stato di anticipazione costante. I contenuti gratificanti (un video divertente, una notizia interessante, un’immagine sorprendente) forniscono piccoli picchi di dopamina che rinforzano il comportamento.

Non è dissimile dal meccanismo che rende avvincenti le slot machine: l’imprevedibilità della ricompensa e la facilità dell’azione necessaria per ottenerla creano un loop comportamentale difficile da interrompere.

L’evoluzione dell’algoritmo: oltre la cronologia inversa
Gli algoritmi che alimentano lo scrolling infinito sono diventati straordinariamente sofisticati. Le prime versioni dei feed social mostravano semplicemente i contenuti in ordine cronologico inverso. Oggi, piattaforme come Instagram, TikTok e Facebook utilizzano algoritmi di machine learning che analizzano centinaia di variabili per prevedere quali contenuti massimizzeranno il tuo tempo di permanenza.

Questi algoritmi considerano sia i tuoi like espliciti, sia quanto tempo trascorri su ogni contenuto, se lo condividi, commenti o salvi, e persino quanto velocemente scorri oltre certi tipi di post. Questa analisi comportamentale permette alle piattaforme di creare un’esperienza di scrolling personalizzata che diventa più coinvolgente nel tempo.

TikTok ha perfezionato questo approccio: il suo algoritmo può determinare i tuoi interessi con inquietante precisione dopo pochi minuti di utilizzo, creando quello che molti utenti descrivono come un feed “creato su misura per me”.

Strutture temporali e FOMO: il tempo che sfugge
Lo scrolling infinito elimina i normali segnali che indicano il completamento di un’attività. Senza un punto finale chiaro, diventa difficile per gli utenti decidere quando smettere. Le piattaforme rafforzano questo effetto attraverso strutture temporali ambigue.

La paura di perdersi qualcosa (FOMO - Fear Of Missing Out) alimenta ulteriormente questo comportamento. I feed in costante aggiornamento creano l’impressione che ci sia sempre qualcosa di nuovo e potenzialmente importante che potrebbe sfuggire se ci si disconnette anche solo per poco tempo.

Le “storie” a tempo limitato di Meta aggiungono un ulteriore livello di urgenza: contenuti che scompaiono dopo 24 ore creano un incentivo a controllare frequentemente la piattaforma per non perdere aggiornamenti.

Il costo dell’attenzione: implicazioni cognitive e sociali
Gli effetti dello scrolling compulsivo vanno oltre il tempo speso sulle piattaforme. Studi recenti suggeriscono che questa modalità di consumo dei contenuti può ridurre la capacità di attenzione sostenuta, aumentare i livelli di ansia e compromettere la qualità del sonno.

L’esperienza di scrolling promuove un consumo passivo di informazioni, dove passiamo rapidamente da un contenuto all’altro senza il tempo di riflessione necessario per un’elaborazione profonda. Questa modalità di attenzione frammentata può trasferirsi ad altri contesti, e rendere più difficile concentrarsi su attività che richiedono attenzione prolungata.

Paradossalmente, nonostante l’apparente interattività dello scrolling, questa modalità di consumo dei media può portare a un senso di disconnessione sociale, soprattutto quando sostituisce interazioni più significative.

Le piattaforme e la responsabilità
Di fronte alle crescenti preoccupazioni sugli effetti dello scrolling compulsivo, le piattaforme hanno iniziato a implementare funzionalità di “benessere digitale”. Instagram e Facebook hanno introdotto promemoria sul tempo trascorso e la possibilità di impostare limiti giornalieri. Apple e Google hanno integrato strumenti di monitoraggio del tempo di utilizzo nei loro sistemi operativi.

Tuttavia, esiste una tensione intrinseca nel modello di business di queste piattaforme: la loro redditività dipende direttamente dalla quantità di tempo che gli utenti trascorrono sulla piattaforma e dall’attenzione che dedicano ai contenuti sponsorizzati. Questa contraddizione fondamentale solleva interrogativi sulla sincerità e l’efficacia degli sforzi per limitare il comportamento compulsivo.

Il futuro dell’attenzione digitale
Lo scrolling infinito rappresenta solo la prima fase di un’evoluzione delle interfacce utente progettate per massimizzare l’engagement. Le tecnologie emergenti come la realtà virtuale e aumentata promettono esperienze ancora più immersive e potenzialmente coinvolgenti.

Tuttavia, si intravedono anche tendenze controcorrente. L’interesse crescente per il “digital detox”, le app di mindfulness e i movimenti di “slow tech” suggeriscono una nascente consapevolezza del valore dell’attenzione e del costo del suo utilizzo indiscriminato.

Per le aziende e i marketer, la sfida sarà bilanciare l’efficacia indiscutibile delle tecniche di engagement basate sullo scrolling con la responsabilità etica verso il benessere degli utenti e la qualità dell’esperienza digitale.

L’evoluzione della comunicazione e del marketing digitale richiede processi di management sempre più sofisticati per ottenere un ritorno degli investimenti in linea con gli obiettivi delle aziende. Ed è per questo che noi, ogni giorno, puntiamo a ottimizzare e a raffinare le nostre strategie, allo scopo di valorizzare e rendere proficua la presenza online di decine tra aziende e professionisti, per accrescere il loro business.

Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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