Reportage su una regione ricca di storia, montagne e natura incontaminata.
MACUGNAGA - «Sbaglia chi crede che della storia dei Walser si sia scoperto tutto». È con queste parole che lo storico Enrico Rizzi inizia il suo ultimo saggio, intitolato “I Walser e le Alpi. Ultimi studi”. Per me un’occasione per apprendere la storia affascinante e unica di un popolo che ha abitato regioni svizzere, italiane e austriache. La storia del popolo dei Walser è davvero affascinante: verso l'anno 1000, un primo gruppo proveniente dal nord-Europa arrivò dal nord sull'altopiano del Goms, all'epoca il più alto di tutti gli insediamenti alpini. Non sappiamo esattamente cosa possa aver fatto sì che una parte di questi pastori, allevatori di bestiame e contadini di montagna abbia lasciato l'alto Vallese in tutte le direzioni, passando così gradualmente da "vallesani" a "walser". Tante ricerche sono state dedicate all’origine del popolo che ha colonizzato tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo ampie aree delle Alpi, territori difficili da abitare ma che non hanno scoraggiato i primi insediamenti permanenti sulle montagne allora spopolate.
Fu il gran numero di bambini a causare la sovrappopolazione, furono i disastri naturali o i cambiamenti climatici, fu la peste o semplicemente la voglia di avventura? Un ruolo centrale è stato svolto dai signori feudali nelle Alpi, con i loro legami di parentela e amicizia, che hanno reso possibile l'insediamento di sudditi in zone inospitali per consolidare le loro rivendicazioni di potere, aumentare la popolazione e la superficie coltivata, e mantenere e controllare i passi alpini.
In Valle Anzasca l’antico borgo di Macugnaga conserva ancora oggi tutto il profumo antico della grande tradizione walser. Gli elementi distintivi sono vivi e tangibili prima di tutto nell’architettura tipica delle abitazioni, realizzate con il sistema del Blockbau, caratterizzato da tronchi di larice incastrati tra loro. Segni del passato alemanno (o del nord in generale) si ascoltano nella lingua tisch, ancora oggi parlata dagli anziani e riscoperta da alcuni giovani appassionati, si ammirano nei costumi della tradizione, indossati dalle donne del paese e nel Dorf, il primo nucleo abitativo risalente al 1200.
I punti di grande interesse nel Dorf di Macugnaga sono il cimitero e la Chiesa Vecchia, con il tiglio secolare, preziosa testimonianza e vero e proprio simbolo del borgo walser. Secondo la leggenda, riportata dallo scrittore Albert Schott nel 1842, il vecchio tiglio di Macugnaga fu piantato nella seconda metà del 1200. In passato alla sua ombra si svolgevano riunioni amministrative o giudiziarie. Oggi, gli oltre otto metri di circonferenza del fusto sono la migliore testimonianza della sua veneranda età e delle generazioni che si sono succedute sotto le sue verdi fronde.
La Chiesa Vecchia di Macugnaga fu innalzata a partire dal 1260, accanto alle baite del Dorf. Nel corso dei secoli l’edificio subì varie ricostruzioni e rimaneggiamenti, con gli ultimi ampliamenti nel 1560 e la costruzione del campanile, che risale al 1580.
La Chiesa Vecchia, vero e proprio simbolo di questa culla walser ai piedi del Monte Rosa, è circondata dall’antico cimitero, che accoglie anche gli alpinisti e le guide alpine morti scalando la spettacolare parete del Monte Rosa.
Sono giunto al termine della prima giornata del mio viaggio alla scoperta della cultura e natura nella regione della Valle Anzasca e di Macugnaga. Seguitemi e la prossima volta vi presenterò due piccoli ma preziosissimi musei di montagna.
Testo a cura di Claudio Rossetti
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