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Una volontà di rinascita

CANTONEUna volontà di rinascita

11.10.24 - 06:30
È l'obiettivo di "Stranger", il nuovo album di Andrea Bignasca pubblicato oggi
JEN DOS SANTOS
Una volontà di rinascita
È l'obiettivo di "Stranger", il nuovo album di Andrea Bignasca pubblicato oggi

LUGANO - In principio ci fu "Gone", quasi dieci anni fa. Poi "Murder", quindi "Keep Me From Drowning". Oggi Andrea Bignasca aggiunge un tassello alla sua avventura artistica con "Stranger", un quarto album che dà conto di un cammino di crescita musicale e personale che non si è mai interrotto. È il lavoro di un artista sempre più maturo e consapevole.

«È incredibile pensare che sono passati quasi dieci anni» dal primo disco, riflette il cantautore ticinese. «Se "Gone" era la metabolizzazione del dolore, in "Murder" c'era forse un pò più di rabbia». Il suo terzo lavoro in studio ha segnato «più calma e maturità». Che album è, invece, "Stranger"? «Segna in un certo modo una rinascita. È un innamorarsi del proprio lavoro, un volersi concentrare sul songwriting, che è uno dei momenti più puri e profondi della mia attività. Vale lo stesso quando salgo per suonare queste canzoni». Nel disco troviamo un cantautorato viscerale, che richiama Bruce Springsteen ed Eddie Vedder. «Springsteen è il mattoncino di partenza di ogni cosa che costruisco. Mentre i Pearl Jam e tutte le band di quella scena musicale sono le prime che ho scoperto da solo, senza che fossero tramandate da mio padre».

Le sensazioni provate in fase di scrittura sono, per Bignasca, ancora più intense rispetto alla performance. «Bruce Springsteen parla di "magic trick", ovvero la capacità di tirare una canzone fuori dal nulla. Per quanto possa essere effimera, non tangibile, sai di avere qualcosa, no? Parlo di quei classici momenti in cui ti metti a suonare e, guardando l'orologio, ti accorgi che sono passate due ore. Ma a te sono sembrati due minuti». Ogni tanto questa magia si realizza anche sul palco, «e quando succede è una buona serata. Il mio lavoro è farlo accadere il più spesso possibile».

Da qualche tempo Bignasca si divide tra Ticino e Portogallo. «Il Ticino è casa, è dove vive mio padre e dove "vivono" tutte le mie chitarre. Il Portogallo è il luogo in cui mi è facile staccarmi dalla routine lavorativa e posso concentrarmi sull'essere un buon padre e un altrettanto buon compagno». In "Stranger" troviamo traccia di tutto questo. «Il fatto di essere musicista, di farlo con amore e dedizione mi porta lontano dalle persone che amo. Suono principalmente in Svizzera, perciò devo ritrovare un equilibrio ogni volta che sono in tour».

Un lavoro che, quindi, parla di rinascita. «Una volontà di rinascita, che voglio avvenga in me e che a tratti, forse, sta già avvenendo. O di sicuro è già avvenuto, nel caso della paternità». Una volontà alla quale si accompagna un desiderio. «Mi piacerebbe suonare sempre di più all'estero, verificare il rapporto che ho con il pubblico e godermeli, questi concerti».

A questo proposito, Bignasca sarà allo Studio Foce di Lugano sabato 2 novembre per presentare "Stranger" al pubblico ticinese. Un avviso per chi sarà, o meglio «una giocosa avvertenza». Questa: «A orecchie e cuori non sarà concessa nessuna pietà. Promesse di scorci del vero, del vulnerabile, del teatrale e dell'audace. L'artista garantisce in questo concerto l'esaurimento delle proprie energie».

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