In breve
Di Adrian Schräder
L’impegno per proteggere e preservare il mondo alpino fa parte dei compiti del CAS. Perché è così importante?
Philippe Wäger: Le montagne sono il luogo perfetto per noi umani per creare un legame forte con la natura. Secondo il principio «se lo conosci vorrai anche proteggerlo», sfruttiamo numerosi approcci diversi per avvicinare gli appassionati di sport di montagna alla protezione dell’ambiente.
Ad esempio?
Con i progetti settimanali AlpenLernen, grazie ai quali i bambini possono trasferire la loro aula in una capanna del CAS per una settimana. Dal 2021 sosteniamo inoltre l’iniziativa Villaggi degli alpinisti che si occupa di valorizzare e preservare le località incontaminate che si sono votate al turismo vicino alla natura.
Le persone percepiscono le Alpi soprattutto come spazio di relax per sé stesse. Quali sono i confini del rapporto uomo-montagna? Li abbiamo già superati?
Al contrario delle città e dell’Altopiano, la natura e il paesaggio delle Alpi sono ancora intatti. Ci sono luoghi in cui il turismo è intensivo e in cui le montagne vengono banalizzate. Ma se ci si sposta con le proprie gambe in montagna, non si può fare a meno di realizzare quanto siamo piccoli e deboli in confronto. Proprio grazie a queste esperienze ho deciso anch’io di battermi per la protezione della natura e dell’ambiente.
Noi di #Noisiamoilfuturo ci concentriamo su progetti futuristici per la sostenibilità. Quali sono i vostri progetti più promettenti?
Sicuramente il progetto Villaggi degli alpinisti menzionato in precedenza o il progetto Procap che mira a avvicinare le persone con disabilità alla montagna.
Con le sue capanne, il CAS fa sì che possano essere raggiunte anche le zone più remote. Quali sono le regole basilari per una gestione sostenibile dell’ambiente alpino?
Fondamentalmente: essere umili lungo il percorso, non lasciare tracce del proprio passaggio, non essere arroganti e al contempo divertirsi. Inoltre: in qualità di visitatore, contribuire alla valorizzazione delle montagne acquistando prodotti locali. Oh, e non rivelate i segreti sui posti più belli sui social media.
Ho letto che un terzo delle capanne del CAS sono direttamente minacciate dai cambiamenti climatici. Ha senso mantenerle? Non diventa necessario scomodare continuamente l’elicottero?
La gestione delle nostre capanne è il compito basilare del CAS ed è essenziale per la nostra identità. Dal nostro punto di vista ha sempre senso mantenerle a meno che un luogo non possa più essere considerato sicuro a causa della situazione relativa ai pericoli naturali. Gestire una capanna senza servirsi dell’elicottero è davvero complicato. Contrariamente al traffico stradale possiamo però dire di aver ottimizzato al massimo le procedure poiché l’approvvigionamento tramite elicottero è costoso. Non sprechiamo nemmeno un minuto dei voli programmati.
Cosa fate ancora per ottimizzare la gestione?
Dobbiamo adattare le nostre capanne seguendo i cambiamenti del clima e del paesaggio. Il rifornimento di acqua ad esempio rappresenta una sfida importante. Puntiamo sui servizi igienici a secco per ridurre il consumo di acqua ma dobbiamo anche prevedere apposite cisterne per raccogliere e immagazzinare grandi quantità quando è disponibile.
Guardando alle conseguenze dei cambiamenti climatici, è facile lasciarsi prendere dal panico. Com’è la situazione per il CAS?
In Svizzera, al contrario di altre regioni del mondo, possiamo ancora guardare con fiducia al futuro anche se le piogge torrenziali e i periodi di siccità diventeranno più frequenti e le temperature aumenteranno. Ciò significa che la destinazione Alpi resta attrattiva. In futuro le montagne diventeranno però sicuramente meno bianche, aumenterà l’instabilità e i regimi idrici dei fiumi subiranno importanti variazioni.
Noi svizzeri siamo davvero così esemplari come pensiamo di essere in materia di sostenibilità?
Forse se ci limitiamo a parlare di percentuale di riciclaggio. Per quanto riguarda l’impronta ecologica invece, viviamo ben al di sopra delle nostre possibilità. Rientriamo forse nella media per quanto riguarda i Paesi sviluppati.
Al giorno d’oggi l’outdoor è uno stile di vita. Uno stile di vita a cui viene dedicata una quantità incredibile di prodotti. L’alpinismo oggi significa semplicemente accumulare materiali?
L’alpinismo è sempre stato un accumulo di materiali. In passato semplicemente ci si trovava più spesso a improvvisare. In questo ambito è stato già fatto davvero moltissimo. Per contribuire alla sostenibilità in montagna è importante acquistare prodotti duraturi, trattarli con cura e ripararli quando possibile.
Magari dovremmo tutti passeggiare nudi?
(ride) Preferirei davvero poter indossare almeno una giacca e dei pantaloni. Il fenomeno delle escursioni nudiste è un fenomeno decisamente limitato che ogni due o tre anni rispunta sui media o in qualche blog di escursionismo. Per il CAS non è mai stato un tema.
Il CAS gestisce 152 capanne. Qual è la più sottovalutata?
Così su due piedi mi vengono in mente le capanne CAS che si trovano all’altitudine minore: la Treschhütte e la Enderlinhütte.
E qual è lo skitour che non può mancare?
Una cosa che trovo geniale: partire per uno skitour dalla porta di casa. Abito a circa 700 metri di altitudine tra Berna e Schwarzenburg e posso sempre uscire dalla porta e godermi una piccola gita dopo l’altra. L’inverno scorso in questo modo ho accumulato oltre 1000 metri di dislivello.
Ulteriori informazioni su sac-cas.ch.