La Task force della Confederazione stima a circa il 4% i contagi generati dalla cosiddetta variante inglese
BERNA - Sull'insieme delle infezioni censite in Svizzera, la proporzione di quelle dovute alle varianti più contagiose di coronavirus cresce costantemente, indica la Task Force COVID-19 della Confederazione. La settimana scorsa la quota di quella generata dalla cosiddetta variante inglese, denominata B.1.1.7, era stimata a circa il 4% di tutti i contagi.
Nella "Valutazione della situazione epidemiologica" pubblicata ieri sul loro sito, gli esperti spiegano che il dato in realtà «rispecchia la situazione dei contagi relativa all'incirca a dieci giorni prim»". Le varianti B.1.1.7 e 501.V2 descritte in origine rispettivamente in Gran Bretagna e in Sudafrica sono state identificate per la prima volta in Svizzera nella settimana 51 del 2020 (tra il 14 e il 20 dicembre), ricorda la Task Force.
Dalle analisi e dai dati epidemiologici rilevati con il tracciamento dei contatti si osserva che queste varianti hanno una «velocità di trasmissione più elevata» rispetto ai ceppi finora noti di SARS-CoV-2, ribadisce l'organo di consulenza scientifica del governo.
Negli ultimi quattordici giorni la tendenza all'ospedalizzazione registra una flessione e il numero di decessi è costante o in declino in Svizzera. La Task Force precisa però che è necessaria prudenza nella lettura dei dati, ad esempio per i ritardi nella loro comunicazione e per le oscillazioni del numero di ricoveri e decessi nel tempo.
Sempre nelle ultime due settimane, il numero di pazienti ammalati di Covid-19 nelle unità di terapia intensiva è rimasto a un livello elevato relativamente stabile, compreso tra 348 e 439 persone.
Tasso Re inaffidabile - Gli esperti forniscono valori del tasso di riproduzione effettivo, Re (ossia il numero medio di contagi generati da una persona infetta), ma giudicano che non siano affidabili perché nel periodo di fine anno 2020 e inizio 2021 il comportamento della popolazione nei confronti dei test è cambiato.
Sulla base delle ospedalizzazione Re vale 0,7 al 3 gennaio, ma 0,83 sulla base dei decessi al 27 dicembre 2020. A titolo di confronto, il calcolo di Re basato sulle ospedalizzazioni è stimato, per lo stesso giorno, a 0,85.