Il 35 per cento della popolazione dice di non sentirsi molto bene. L'indagine Css sulla salute
Burnout, Covid, Long Covid e altre malattie: ecco cosa ci preoccupa di più. Sempre di più
ZURIGO - Una popolazione più fiacca, malaticcia, o che almeno si sente tale. E come tale si è descritta rispondendo al grande sondaggio annuale condotto dalla cassa malati Css, i cui risultati sono stati anticipati ieri da tio.ch/20minuti. Dall'inizio della rilevazione, nel 2020, le cose sono nettamente peggiorate. Allora il 22 per cento degli intervistati si dichiarava malato o non del tutto in forma. Ora sono il 35 per cento. Tra gli adulti la percentuale è salita dal 5 al 10 per cento.
Questione di percezioni? Di sicuro, nell'ultimo anno gli intervistati sono stati malati per un numero di giorni (4,4 in media) superiore rispetto all'anno precedente (2,5) e a quello prima ancora (3,3). Tra i giovani lavoratori la causa principale di malessere è lo stress psicologico: il 44 per cento si è assentato dal lavoro per questo motivo. Tra gli intervistati di mezza età (36-65 anni) più di un quarto dichiarano di avere avuto un burnout, diagnosticato da un medico nel 13 per cento dei casi.
Stress, sovraccarico di lavoro, ma anche mancanza di apprezzamento sono tra le cause additate più spesso dagli interessati. Le diagnosi non sono note alle casse malati, sottolinea la Ceo di Css Philomena Colatrella, ricordando che «se un medico ordina un trattamento di salute mentale per un burnout, i costi sono coperti dall'assicurazione di base». In generale, gli assicurati «si rivolgono maggiormente alla psicoterapia» aggiunge Colatrella. «Si è registrato anche un aumento del ricorso al trattamento psichiatrico giovanile».
La paura del futuro non contribuisce a migliorare il quadro. In cima ai timori degli svizzeri rimane la possibilità di una nuova pandemia: il 55 per cento dice di esserne preoccupato (due anni fa erano il 38 per cento), e il 44 per cento ritiene che le conseguenze del Long Covid siano sottostimate.
Ma non è il virus la malattia che più spaventa. Nemmeno i tumori, scalzati dal primo posto del podio dalla demenza senile. Due terzi degli svizzeri temono di esserne colpiti in età avanzata, non tanto per la perdita di memoria quanto - emerge dall'indagine - per il fatto di diventare un peso per gli altri e per il timore di perdere il controllo di sé.
Per quanto riguarda i costi, quelli sostenuti per i casi di burnout o per i problemi psicologici e psichiatrici «sono ancora molto più bassi rispetto, ad esempio, ai costi dei ricoveri ospedalieri». In termini generali, l'anno prossimo è previsto un aumento dei premi in tutto il paese. Gli assicuratori non fanno ipotesi prima della decisione dell'Ufsp. «Quest'ultima arriverà verso la fine di settembre» spiega Colatrella. In ogni caso «constatiamo che i costi sanitari sono in aumento e i premi ne sono il riflesso».