Il voto sui temi cantonali è sintomo di una congiuntura economica: ha salvaguardato le rendite, chiesto meno spese e più sgravi fiscali.
BELLINZONA - L'esito della votazione sui temi cantonali ha mostrato una certa tendenza "al risparmio" dei ticinesi (pochi) che si sono recati al voto. Lo dimostra il risicatissimo Sì ottenuto per l'aumento del capitale di vecchiaia dei dipendenti dello Stato, ma soprattutto la sonora bocciatura allo stanziamento per l'acquisto del nuovo palazzo di giustizia.
Si contano infatti sulle dita di una mano i comuni che hanno votato a favore al credito necessario per trasformare l'Ex Banca del Gottardo, palazzo disegnato da Mario Botta e attualmente di proprietà della banca EFG, nella futura sede del palazzo di giustizia ticinese.
Palazzo di giustizia (No 59,47%) - La posizione del Governo, è stata chiaramente sconfessata dai cittadini che, in sostanza, si sono accodati alle richieste di Verdi, Udc, Avanti con Ticino e Lavoro ed HelvEthica dicendo No all'importante spesa (76 milioni di franchi), in questo preciso momento storico.
«Dispiace, ma rispettiamo il voto. Temo però che passeranno decenni prima di avere un'alternativa», ha sottolineato Natalia Ferrara (Plr) membro del comitato a favore della nuova casa per la giustizia ticinese. Non è mancata una critica allo strumento del referendum obbligatorio, per la prima volta utilizzato in Ticino.
«Uno strumento che mette in gran difficoltà la politica - ha sottolineato la liberale radicale - Si fa già fatica a trovare maggioranze. Se ogni volta andremo a votare su tutti gli oggetti, temo che davvero che riusciremo a portare a casa molto poco. In questo caso ne abbiamo sentite di ogni: sono state ventilate soluzioni migliori e meno costose: le aspettiamo».
«Il popolo ticinese ha dato un chiaro segnale - è stata la replica di Piero Marchiesi, tra i sostenitori del NO -. Il Parlamento ha votato in modo approssimativo un credito esagerato, senza piani B. Lo ha fatto grazie al referendum finanziario obbligatorio che noi dell'Udc abbiamo fortemente voluto. Uno strumento che cercheremo di utilizzare, come tutti gli altri cantoni, laddove necessario e legittimo. Non bisogna certo abusarne per non bloccare i progetti del Paese. Ma non è comprando un stabile che si aiuta la Giustizia ticinese».
Non un voto contro Norman Gobbi, ci ha tenuto a sottolineare invece il consigliere di Stato: «Quanto deciso non ha nulla a che vedere con il sottoscritto. Investire nella giustizia, però, non sembra la priorità, benché sia un servizio essenziale a favore della popolazione».
«I ticinesi - ha aggiunto il direttore del DI - ci hanno dato un messaggio: incassare di meno e spendere di meno. I problemi della giustizia rimarranno quindi della giustizia. Per il popolo ticinese investire su questo tema non è la priorità numero uno. Le prossime riforme che arriveranno dovranno essere a costo zero».
Riforma fiscale (Sì 56,89%) - La tendenza al risparmio, rimarcata dallo stesso Gobbi, è dimostrata anche dal successo della riforma fiscale: «Un risultato ottimo», ha commentato Cristina Maderni, granconsigliera liberale radicale. «Il nostro slogan "per evitare un aumento di imposte per tutti" è stato determinante. Il canton Ticino torna nella media per quanto riguarda l'attrattività fiscale».
I punti principali della riforma, ricordiamo, prevedono uno sconto d’imposta generalizzato dell’1,66% e sgravi fiscali per i redditi alti, che vedranno l’aliquota massima scendere dal 15 al 12%. Ma anche la riduzione sulle imposte per donazioni e successioni e un aumento delle deduzioni per spese professionali sono misure decisamente meno contestate.
Misure di compensazione (Sì 50,50%) - Tra esiti più o meno scontati, ha fatto specie il No di Lugano (per il 54% dei votanti) alle misure di compensazione. Non ha invece sorpreso, ed è stato certamente decisivo, il Sì (58,48%) della Capitale ad un successo conquistato sul fil di lana.
«Siamo riusciti a convincere prima la politica e poi il popolo - è stata la reazione a caldo di un esultante Enrico Quaresmini, portavoce della rete ErreDiPi -. Bisogna difendere le rendite, del pubblico, ma anche del privato. Un risultato tiratissimo, certo, ma sono contento per le 17 mila persone che vedono salvate le loro rendite. Un bel risultato per il nostro Cantone».
Gli ha fatto eco Fabrizio Sirica, co-presidente del PS: «Eravamo sul filo del singolo voto, Bellinzona ha rinfrancato. Un risultato importante per le tutti coloro che non avevano alternative e che avrebbero visto, nell'immediato, un peggioramento della propria pensione».