Proseguono le ricerche dei dispersi dopo la frana del Cengalo. Istituito un perimetro di sicurezza aereo per i soccorsi. Alcuni abitanti di Bondo hanno fatto ritorno nelle proprie abitazioni
BONDO - Mercoledì scorso, 4 milioni di metri cubi di roccia - l’equivalente di 4000 abitazioni unifamiliari - si sono staccati dal massiccio del Pizzo Cengalo, riversandosi nella val Bregaglia prima di invadere il villaggio di Bondo.
Da quel momento nessuno ha più avuto notizie delle 8 persone - 2 solettesi, 4 cittadini tedeschi provenienti dal Baden-Württemberg e 2 austriaci provenienti dalla Stiria - che poco dopo le 8 di quella mattina avevano lasciato la Capanna di Sciora. Due di loro, come riferisce il Blick, erano diretti alla capanna Sasc Furä, gli altri invece pronti alla discesa per poi fare ritorno a casa. Da 48 ore gli elicotteri sorvolano la zona del disastro alla loro ricerca.
«La frana non è avvenuta a sorpresa», ha spiegato ieri ai microfoni della SRF Reto Salis-Hofmeister, gerente della Capanna di Sciora, che ricorda di aver messo in guardia i propri ospiti a proposito degli smottamenti avvenuti nella regione nelle scorse settimane. Una situazione di rischio ravvisata dal comune di Bregaglia, che ha installato diversi pannelli, nel villaggio e in prossimità dei sentieri, per mettere in guardia abitanti ed escursionisti, come confermato dalla sindaca Anna Giacometti al quotidiano svizzero-tedesco.
Le operazioni di ricerca, interrotte per questioni di sicurezza giovedì sera, sono riprese nella mattina di venerdì. Un perimetro aereo - esteso su un raggio di 5 km - è stato istituito dall’Ufficio federale dell'aviazione civile fino a lunedì per permettere ai soccorsi di svolgere le ricerche senza interferenze esterne. Lo comunica la Polizia cantonale grigionese.
Nel frattempo, questa mattina alcuni residenti di Bondo hanno finalmente potuto far ritorno nelle proprie abitazioni.