Fiorenzo Dadò e Boris Bignasca inviano un'altra interpellanza al Governo sul caso degli abusi all'interno dell'Amministrazione cantonale
BELLINZONA - Il caso degli abusi all'interno dell'Amministrazione cantonale assume i contorni di un domino. Con le tessere che - dopo la condanna affibbiata la scorsa settimana all'ex operatore sociale - stanno cadendo una dopo l'altra. Il polverone ha investito anche l'ex capo ufficio dell'Aiuto e della protezione Ivan Pau-Lessi che negli scorsi giorni avrebbe inviato delle lettere all’Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio e al Consiglio di Stato per comunicare la propria autosospensione dal Consiglio della Magistratura.
Una scelta «tardiva ma doverosa» secondo Fiorenzo Dadò e Boris Bignasca che sull'increscioso caso hanno inviato un'interpellanza bis al Governo. «Questa decisione è la diretta conseguenza - scrivono i due deputati - dei fatti gravissimi di abusi e di omertà avvenuti nei primi anni 2000 all’interno del DSS, ossia all’epoca in cui Pau-Lessi era dirigente dell’Ufficio implicato, e venuti alla luce non grazie alla segnalazione dei funzionari ma unicamente grazie alla coraggiosa e sofferta denuncia da parte delle vittime, che hanno portato la scorsa settimana a pronunciare parole durissime e persino porgere le pubbliche scuse da parte dello Stato, nella persona del giudice Marco Villa, durante la pronuncia della sentenza».
Ed è proprio dal processo che si è potuto apprendere che nel 2005 almeno una ragazza abusata « aveva chiesto aiuto a un alto funzionario, il quale non ha preso provvedimenti affinché l’imputato non potesse più ripetere certi comportamenti». Ed è proprio questo agire «omertoso» che non va giù a Dadò e Boris Bignasca. «L’Amministrazione pubblica si è purtroppo già macchiata in modo indelebile; è quindi giunto il momento di fare l’immediata e massima chiarezza da parte di tutti, in primis Governo e Gran Consiglio».
I due deputati - in aggiunta alle precedenti interpellanze - ora vogliono il nome del funzionaio che - da fonti affidabili - sembrerebbe che Pau-Lessi abbia menzionato nella sua lettera. «A lui furono riferite le “pratiche sconce” e le segnalazioni di abusi dell’ex operatore sociale condannato». Per questo motivo Dadò e Bignasca vogliono sapere «quali siano i contenuti di questa missiva» e soprattutto quale sia il nome del «funzionario (se presente nella lettera) al quale avrebbe riferito a suo tempo della segnalazione di abusi». I due deputati vogliono inoltre sapere la funzione svolta all'epoca e se esso sia ancora attivo nell'Amministrazione pubblica».
Di seguito altre 4 domande presenti nell'interpellanza "bis":
- Pau-Lessi, fa riferimento alle segnalazioni di una sola ragazza o a più segnalazioni di differenti ragazze? Se si, quante? È a conoscenza il Consiglio di Stato se vi furono all’epoca segnalazioni di abusi o di molestie da parte nei confronti di funzionari a stretto contatto con l’ex operatore sociale condannato? Sono state fatte delle verifiche?
- Pau-Lessi e questo anonimo funzionario, all’epoca dei fatti, avevano doverosamente segnalato gli abusi all’allora funzionario superiore e al Consiglio di Stato?
- Se non lo fecero, come pensa di agire il Consiglio di Stato nei confronti di funzionari ancora in carica o ex funzionari nominati dallo stesso in commissioni e altri enti, in virtù dell’articolo della LORD che obbliga TUTTI i dipendenti che, nell’esercizio delle loro funzioni, hanno notizia di un reato di azione pubblica, a farne immediato rapporto al Consiglio di Stato o al Ministero pubblico?
- Se segnalazione ci fu e l’agire dei funzionari fu corretto, come mai, in virtù di quanto recita il medesimo articolo della LORD, il Consiglio di Stato in carica all’epoca e l’allora dirigenza del DSS non trasmise immediatamente la segnalazione al Ministero pubblico? In tutti questo tempo trascorso dall’arresto alla condanna dell’ex operatore sociale, sono stati fatti degli accertamenti?