Diffondere la cultura informatica: è l’impegno condiviso con ated – ICT Ticino, con cui l’associazione elvetica collabora da tempo. Ecco come
C’è Wikipedia, la più famosa. Ma anche Wikiquote, Wikidata, Wikibooks, Wikivoyage, Wikisource. O, per dirle tutte assieme con una sola parola, Wikimedia: la fondazione mantello che tutto ingloba, tutto riunisce, con un solo fine nei luoghi più disparati del mondo: diffondere il sapere, declinato in ogni sua forma.
Renderlo accessibile, attraverso contenuti gratuiti e progetti sempre più specifici che si moltiplicano con gli anni. Parola d’ordine: “free”, affinché nessuno sia tagliato fuori a prescindere, e possa essere partecipe di una società libera e aperta. «Non serve spiegare cos’è Wikimedia, già lo sappiamo», riflette Ilario Valdelli, tra i fondatori nel 2006 di Wikimedia Svizzera e suo primo presidente. «Per anni sono rimasto nel direttivo - ricorda - Ora faccio parte dello staff».
Insegnante di italiano e storia, per l’altra metà del tempo si dedica a Wikimedia Svizzera, assieme ad altri sette colleghi part-time più collaboratori da ogni parte della Confederazione. «Non c’è una sede fisica, si lavora da remoto», precisa, raccontando di workshop da organizzare, linee guida da elaborare, materiale da offrire ai docenti di ruolo per allargare prospettive e approcci didattici.
Un occhio di riguardo per i giovani e la formazione, insomma. È così che è nata la collaborazione con ated e ated4Kids in particolare, attenta all’educazione digitale dei ragazzi. «È anche nostro interesse introdurre l’informatica nelle scuole - spiega Valdelli - Fare cultura in un modo un po’ diverso, rendere più consapevole l’utilizzo di internet. Nel mio caso, per esempio, insegno a fare un’analisi critica delle notizie, o a essere utenti attivi e non passivi». Nessun confronto diretto in classe. «Tendenzialmente, non entriamo nelle scuole, non facciamo lezione. Non ne abbiamo motivo, i giovani già ci conoscono. Ma possiamo aiutarli a usare meglio ciò che hanno. In questo senso, “formiamo” gli insegnanti. O, meglio, diamo loro degli input per organizzare le lezioni in maniera differente, attraverso laboratori in cui mettiamo a disposizione materiali e modelli da testare poi con gli studenti. Un esempio? Dicoado, in francese Le Dico Des Ados. Si tratta di un “dizionario degli adolescenti”. Abbiamo sviluppato un software entro cui i ragazzi possono elaborare definizioni, ragionare sul senso dei termini, sui sinonimi e sui loro contrari. L’insegnante fa da supervisore, lascia dei messaggi nella casella di posta degli allievi affinché possano correggere là dove sbagliano».
Un’iniziativa, fra le tante, dove senza scopo alcuno di lucro Wikimedia mostra la sua indipendenza dalla “casa madre di San Francisco, con cui tredici anni fa ha stretto un agreement mantenendosi svicolata nella sua possibilità di azione. Che si dipana fra partnership con Università, musei, associazioni locali; Unesco, Croce Rossa e, in Ticino, ated – ICT Ticino, con cui si collabora ormai da diversi anni. «ated è più concentrata sulle tecnologie Stem, noi proviamo ad allargare il campo, ma senza allontanarci troppo». Nel senso, condiviso, della sostenibilità digitale.