Ecco come trainer e centri di allenamento locali possono approfittare del boom dell’home fitness iniziato in quarantena
Abbiamo già visto quanto i trend di ricerca Google diano una prospettiva fedele e interessante sulle nostre nuove priorità, in queste settimane di lockdown.
Un’esigenza, in particolare, emerge insieme ad altre: quella di muoversi e fare attività fisica, compatibilmente con i provvedimenti che riguardano i territori in cui ci troviamo. Secondo i dati raccolti da SEMrush, nostro partner tecnico, in questi mesi le ricerche che riguardano l’home fitness sono cresciute del 120%: esse comprendono iniziative, attività online, attrezzi utili a svolgere esercizi. Secondo un approfondimento pubblicato nella seconda metà di aprile, i prodotti più popolari nelle queries sono stati “manubri 10 kg” (+1019%), “cyclette pieghevole” (+658%) e “cyclette” (+508%), seguiti solo al quarto posto da una ricerca legata al cibo, cioè “macchina del pane”. Si tratta delle prime diciture, ma nella top 10 troviamo anche “kettlebell”, “manubrio” e “palla medica”. La richiesta è chiara e le esigenze, di conseguenza, lo sono altrettanto.
Ora che in molti paesi, tra cui la nostra Svizzera, molte attività stanno gradualmente riaprendo i battenti, potremo cominciare a valutare quali conseguenze avranno questi trend sui consumi del futuro, quanto a fitness e palestre. Per quanto non sia semplice prevedere con esattezza le nuove abitudini degli utenti, una certezza ce l’abbiamo: questo periodo ha offerto numerosi spunti a proprietari, trainer e istruttori per lavorare meglio e avere più fonti di ricavo, sia che il Coronavirus torni a condizionare le nostre vite, sia che ci abbandoni per sempre.
Abbiamo individuato quelli più importanti e potenzialmente produttivi per la prossima fase, che sono tra loro collegati:
L’online fitness non deve essere per forza appannaggio di siti o app che lavorano esclusivamente con gli utenti che reperiscono in rete. Anche per i centri di allenamento classici o locali può essere un valido add-on, purché essi forniscano corsi di valore. Si tratta, infatti, di un modello che consente continuità, variazione delle offerte e monetizzazione oltre la capacità delle sale, di un quartiere, e delle ore di lavoro degli istruttori.
Ne abbiamo avuto prova proprio in queste settimane, osservando le iniziative di molte piccole palestre che, per fronteggiare l’inattività, si sono attivate altrove: sul web. Dotandosi di canali social media, di un buon sito internet, di attrezzature di videoripresa ormai diffuse e semplici da utilizzare; coinvolgendo il proprio staff con video-lezioni in differita, brevi interventi in diretta, sessioni collettive in videoconferenza, queste strutture hanno avuto modo di testare nuovi strumenti di possibile implementazione e di osservare la risposta dei propri clienti.
Lo avrete sicuramente notato, e forse ne avete usufruito: migliaia di istruttori hanno lanciato e lanciano tutt’ora, sui social media, delle sessioni gratuite. Si tratta di una specie di esca o, meglio, del modello freemium: esso permette di provare un servizio standard, apprezzarlo e poi acquistare, di conseguenza, degli upgrade personalizzati. Nel caso dell’home fitness, queste aggiunte o migliorie possono avere caratteristiche varie. Possono essere moduli video con esercizi, percorsi specifici a cui abbonarsi, accesso a vantaggi e complementi di ogni tipo.
Chris Anderson, direttore di Wired, si è fatto in diverse occasioni ufficiali portavoce di questa formula, poiché estremamente sostenibile per tutti i business che si sviluppano sul web. Per fare un esempio pratico, grazie a internet, anche un’ora regalata, o le risorse impiegate per registrare un unico video, possono essere diffuse a molte più persone che dentro la sala di una palestra, sia contemporaneamente che su richiesta, nel tempo, in differita. Il rapporto tra tempo non monetizzato e ampiezza del pubblico che può sperimentare il servizio e innamorarsene rende questa scelta più un investimento che un costo. Le piattaforme attraverso cui veicolare le proprie proposte sono spesso gratuite, e risulta facile far conoscere davvero la qualità di ciò che si offre al potenziale cliente, che valuterà la partecipazione come scelta libera e profittevole, salvo poi avvicinarsi all’azienda o al professionista che potrà più facilmente concludere una vera vendita.
Le persone, ormai, preferiscono scegliere i servizi più versatili, perché sono professionalmente molto impegnate, (speriamo presto) viaggiano, ma vogliono comunque tenersi in forma. Anzi devono, per curare la propria salute e alleviare lo stress di una vita che ha spesso ritmi frenetici.
Per questo, può essere interessante proporre speciali sessioni anche a distanza con i personal trainer, da concordare anche quando si è via o troppo impegnati, in base alla disponibilità di entrambi: molti, grazie allo smartworking, infatti, stanno oggi trovando degli spazi per allenarsi perché non devono allontanarsi troppo dal luogo di lavoro né perdere tempo con gli spostamenti, ottimizzando così la propria tabella di marcia. Attrezzi di ultima generazione specifici e ben reperibili – come abbiamo visto – online, insieme a smartphone o pc per interagire, danno poi la possibilità di monitorare chi si allena senza dover rinunciare a nulla: i professionisti potranno così fatturare ore di consulenza anche in assenza delle condizioni “logistiche” finora ritenute indispensabili, mentre i clienti potranno usufruire della loro competenza ovunque, a orari flessibili, mantenendo un contatto motivante e interattivo con il proprio trainer.
Essere presenti e fruibili anche online significa anche poter raggiungere un numero più ampio e vario di utenti, oltre agli iscritti alla propria palestra. Una platea allargata, dunque, che rappresenta anche una maggiore possibilità di attingere ai business correlati al fitness. Le idee possono essere molte, limitate solo dalla creatività di professionisti e imprenditori: consigli di alimentazione, calibrati a seconda dell’obiettivo di dimagrimento o definizione che il cliente si pone; ricette o preparazione diretta e asporto/consegna di pasti healthy, basati sui suggerimenti di nutrizionisti e accuratamente differenziati a dipendenza dei gusti e dei programmi di allenamento seguiti; commissioni di vendita (affiliazioni) su integratori e attrezzistica, magari affiancate a contratti di sponsorizzazione, e molto altro.
In altre parole, la chiusura forzata può stimolare chi lavora nel settore – e non solo –, a integrare la propria attività mediante l’utilizzo in varie forme dei canali digitali, così da avere maggiori introiti in tempi “normali”, nonché una forma di compensazione per quelli difficili.
Anche per professionisti e aziende di quest’area, dunque, le conoscenze di web marketing sono fondamentali. Se anche tu sei impegnato nel fitness, contattaci per una consulenza gratuita.
Possiamo realizzare insieme la strategia digitale più adatta al tuo caso e seguirti nella sua esecuzione, direttamente o formandoti per farlo in autonomia.
Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.