Giancarlo Jorio, già municipale di Giubiasco
Oggettivamente si sa che non sia il compito di un privato cittadino sostituirsi alle autorità per denunciare intollerabili inadempienze.
Tuttavia, per gli omertosi silenzi, valutati i sani principi che dovrebbero reggere le istituzioni e considerato non sussista alcun interesse pubblico che giustifichi la condotta del Municipio di Bellinzona, infine non dovrebbe nemmeno prevalere il principio che qualcuno sia al disopra della Costituzione e delle leggi dello Stato.
Peggio che qualcuno sia “protetto” da chi ha istituzionalmente il dovere e la competenza di segnalare all’autorità preposta fatti d’ipotetica rilevanza.
Insomma è insostenibile, fermo restando che chi promette solennemente fedeltà alla Costituzione e alle leggi di questo Stato ometta l’applicazione.
Esaurite le procedure politico-amministrative e di vigilanza sui comuni si è attesa la posizione del Municipio di Bellinzona che avrebbe potuto scegliere di “fugare ogni dubbio”, così come indicato dal Consiglio di Stato.
Ma non ha per niente convito, sotto il profilo di una limpida amministrazione, la decisione di resistenza rifiutando di entrare nel merito per fare chiarezza, in altre parole di mettere in risalto le omissioni “cresciute in casa”.
Ancora si sono sviliti valori istituzionali di fiducia che un’autorità è tenuta a indurre e trasmettere alla cittadinanza, portando a trarre pessimi giudizi sulla morale e la coscienza in una società democratica.
Al Ministero pubblico, con osservanza, è stato chiesto di valutare per competenza i fatti esaustivamente esposti per l’“ipotesi d’infedeltà nella gestione pubblica, l’abuso di autorità e quant’altro imputabile nei confronti di chi sembrerebbe abbia approfittato nell’esercizio di una carica istituzionale”.
“Idem per le persone con cariche istituzionali che hanno omesso la segnalazione dei fatti, insomma che hanno tralasciato un atto dovuto”.
Il Procuratore generale, con decisione tempestiva e corretta (e scontata), si è limitato a respingere la richiesta di costituzione d’accusatore privato, peraltro non entrando nel merito delle puntuali segnalazioni che valuterà per competenza.