Adriano Venuti, vicepresidente Partito Socialista Ticino
Stanotte in molti non avranno dormito. Alcuni a causa del dolore vissuto nel vedere sgomberare e demolire la propria “casa”. Altri a causa dell'adrenalina innescata dall'autocompiacimento suscitato da un atto di forza inaudito e ingiustificabile sotto ogni aspetto.
Questa notte Lugano ha perso. Ha perso l'occasione per essere una città grande e capace di competere con le altre grandi città della Svizzera e d'Europa. Ha dimostrato in maniera inequivocabile che non è una città per tutti ma solo per pochi, una città solo per “gente di classe”.
Affollarsi in piazza Riforma per bere champagne e per sfoderare il vestito bello va bene. Bere birra e sognare un mondo diverso invece no.
Questa notte, con un gesto premeditato e organizzato in ogni singolo dettaglio, è stata tolta la casa a molte persone: giovani e anziani, donne e uomini, gay e lesbiche, indigeni e migranti, lavoratori e disoccupati. È stata tolta la casa a quella parte di società che crede nell'inclusione, nella solidarietà, nella fratellanza. Era una casa dove tutti potevano sentirsi al sicuro, dove tutti potevano vivere la propria identità senza paura di essere giudicati. Era una casa dove crescere, dove esprimersi, dove gioire, dove piangere. Era una casa per tutte e per tutti.
Quella casa non c'è più, è stata distrutta. Non solo metaforicamente ma anche fisicamente. Questa notte le ruspe hanno fatto in modo che nulla restasse di quella esperienza di autogestione che da 25 anni animava Lugano. Muri, attrezzature ed effetti personali sono stati distrutti. La biblioteca del Molino ha subito la stessa sorte che nel 1992 ha subito quella di Sarajevo: distrutta dalle bombe!
Questa notte è stato attaccato e distrutto un luogo, ma non hanno certo ucciso l'idea! Quella vive e da questa barbarie ne uscirà più forte. Le idee viaggiano attraverso l'etere, la cultura la si può fare in ogni luogo, in ogni strada, in ogni piazza, in ogni momento. È un duro colpo, ma non tutto è andato perso. La barbarie non vincerà!