Sindacato SISA
Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) esprime con crescente preoccupazione il proprio dissenso nei confronti dell’aumento dei prezzi nelle mescite scolastiche. A partire da gennaio, un diffuso malessere ha iniziato a serpeggiare tra gli studenti durante le pause: numerosi giovani ci hanno contattato per segnalare l’impennata dei costi dei prodotti offerti, spingendoci a convocare, all’inizio di aprile, una riunione straordinaria per discutere della questione.
I rincari, che vanno da 10 a 40 centesimi in più per prodotto, sono riconducibili alla decisione del Parlamento cantonale di tagliare, su richiesta del Consiglio di Stato, ben 100'000 franchi dal fondo destinato alle mescite scolastiche. Una scelta che reputiamo inaccettabile, poiché effettuata in un contesto di disavanzo complessivo di 80 milioni: una cifra che rende incomprensibile e ingiustificabile il risparmio meschino a discapito delle paghette degli studenti. La promessa secondo cui “le riduzioni di spesa non devono incidere sulle persone meno abbienti” sembra pertanto ormai essere stata tragicamente calpestata.
Un disagio che va oltre il prezzo: povertà nascosta tra gli studenti
La situazione è ben più grave del previsto. Le difficoltà economiche emergono chiaramente dalle testimonianze degli studenti, ma anche dai dati allarmanti rilevati. Un’indagine di Area ha messo in luce che solo nella zona di Pregassona 70 famiglie necessitano del sostegno di associazioni parastatali per l’acquisto di generi alimentari. Parallelamente, negli ultimi anni, i beneficiari del Tavolino Magico sono aumentati di 800 unità, includendo un numero sempre maggiore di giovani tra i 20 e i 30 anni.
Questa precarietà si riflette anche all’interno delle scuole: alcuni studenti ci hanno confidato di non avere i mezzi economici per accedere alla mensa e, di conseguenza, sono costretti a optare per alternative meno salutari o a portarsi il pranzo da casa. Ci sono casi ancora più gravi, in cui gli studenti rinunciano addirittura a due pasti alla settimana per ragioni economiche. Come giustificare il fatto che un panino della mescita costa 5,00 franchi, mentre un piatto di pasta alla mensa ne costa 6,50? Se l’istituzione scolastica ha il compito di promuovere un’alimentazione sana ed equilibrata, non può esimersi dal garantire prezzi popolari, se non la gratuità, nelle mense scolastiche.
Le ripercussioni di una dieta scorretta sulla salute degli studenti
L’adozione di abitudini alimentari scorrette, indotta da vincoli economici, rappresenta un serio pericolo per la salute degli studenti. Una dieta povera e sbilanciata può compromettere lo sviluppo psicofisico durante l’adolescenza, generare deficit cognitivi, ridurre la concentrazione e aumentare il rischio di patologie croniche come obesità, diabete di tipo 2 e disturbi cardiovascolari. La scuola, in quanto luogo di formazione globale, deve garantire condizioni adeguate affinché ogni studente possa nutrirsi correttamente. Negare tale diritto significa ostacolare non solo il rendimento scolastico, ma anche la costruzione di una società sana ed equa.
Disagi logistici: la questione dei microonde
Anche chi porta il pranzo da casa si trova a fronteggiare difficoltà logistiche: i pochi microonde disponibili nelle sedi scolastiche non bastano a soddisfare la domanda. In alcune scuole, come la SCC, ci sono solo 5 microonde per 1'200 studenti. La situazione è ancora più critica nelle sedi prive di mensa, come il Liceo di Bellinzona o peggio ancora quello di Locarno. In tali contesti, gli studenti sono costretti a trascorrere metà della pausa in coda per scaldare il pasto. Diverse richieste di aumento dei dispositivi sono state respinte dai direttori scolastici, adducendo motivazioni pretestuose, come la concorrenza al servizio mensa, paradossale visto che il Parlamento sta facendo di tutto per allontanarne gli studenti.
Il problema dei trasporti e la miopia del Cantone
A peggiorare ulteriormente il quadro è l’aumento dei costi del trasporto pubblico. Un controsenso, se si pensa al record storico di passeggeri raggiunto dalle FFS nel 2024 e al conseguente aumento degli utili. In questo scenario, il taglio di 5 milioni ai servizi pubblici deciso due anni fa appare non solo incomprensibile, ma irresponsabile. Il Cantone, pur dichiarando di voler contrastare la fuga di cervelli, continua a dimostrare una sorprendente mancanza di lungimiranza, mettendo a disposizione sussidi per gli abbonamenti che, per usare un eufemismo, risultano del tutto inadeguati.
Le richieste del SISA
Il SISA, fin dalla sua fondazione, ha rivendicato un servizio di refezione scolastica accessibile e adatto alle esigenze degli studenti. Per questo motivo, già nel 2011, abbiamo sostenuto la parziale statalizzazione delle mense a seguito della rispettiva privatizzazione. Tuttavia, il Cantone non ha saputo adeguarsi all’aumento del costo della vita, contribuendo ad accrescere l’onere economico degli studi sugli studenti. La scuola e la formazione di qualità deve essere un diritto assicurato a tutti, pertanto, chiediamo con forza:
• Lo stracciamento immediato del taglio di 100'000 franchi alle mescite cantonali dal preventivo.
• L’abbassamento dei costi dei menù delle mescite scolastiche a un massimo di 5 franchi.
• Lo stanziamento di un fondo per l’acquisto di microonde e bollitori, proporzionale al numero di allievi presenti nella sede scolastica, con priorità alle scuole prive di mense.