I democentristi chiedono a Simonetta Sommaruga di cambiare rotta sulla politica energetica prima «che sia troppo tardi»
Il partito intende prolungare la durata di vita delle centrali nucleari e costruirne delle nuove: «La sicurezza dell'approvvigionamento energetico rappresenta una priorità assoluta».
BERNA - La Svizzera deve provvedere da sé all'approvvigionamento energetico, prolungando la durata di vita delle centrali nucleari operative e costruendone di nuove. È l'appello lanciato oggi dall'UDC incluso in un documento sulla politica energetica, in cui si chiede alla ministra competente, Simonetta Sommaruga, di cambiare rotta prima che sia troppo tardi.
Per i democentristi, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico rappresenta una «priorità assoluta»; il rischio di rimanere al buio se non si fa nulla è reale. Se la consigliera federale Simonetta Sommaruga non dovesse impegnarsi in tal senso, il dossier dovrebbe semplicemente esserle tolto.
Per questo l'UDC esorta la responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di riconoscere il fallimento della strategia energetica 2050, che mira a una svolta ecologica e all'abbandono progressivo dell'atomo, e di garantire l'approvvigionamento energetico.
Basta utopie - Basandosi sugli scenari dell'amministrazione federale che paventano problemi di approvvigionamento già negli anni a venire, il presidente del partito, Marco Chiesa, ha giudicato la politica energetica della ministra socialista un pericoloso esperimento ideologico che mette in pericolo la prosperità del Paese e dei suoi oltre otto milioni di abitanti. Per il "senatore" ticinese, è ora di porre fine alle utopie ambientaliste che ignorano la realtà.
Di fronte al rischio d'imminenti blackout, l'UDC intende puntare ancora sull'energia idroelettrica e sul nucleare, «pilastri affidabili» dell'approvvigionamento. «La durata di vita delle attuali centrali atomiche, peraltro rispettose del clima, deve essere prolungata. Inoltre, devono essere costruiti nuovi impianti di ultima generazione», secondo il democentristi.
Circa il nucleare, siamo pienamente consapevoli - ha affermato Chiesa - che il popolo svizzero si è espresso democraticamente sul tema nel 2017. Tuttavia, la decisione si basava su informazioni incomplete e fuorvianti, come sappiamo ora. Doris Leuthard (PPD), allora alla guida del DATEC, aveva assicurato che non ci sarebbe stato alcun problema di approvvigionamento se avessimo rinunciato a una fonte di «energia efficiente ed ecologica come il nucleare».
Quanto alle energie pulite, l'UDC stigmatizza in tentativi di sabotaggio dei progetti in fase di realizzazione e chiede adeguamenti a livello legislativo per accelerare l'iter di approvazione.
Per l'UDC, la Svizzera non può più dipendere dalle importazioni di energia dai Paesi vicini o dall'Unione europea, poiché si rende ricattabile. Oltre a ciò, le iniziative popolari per la protezione dei ghiacciai, la biodiversità e il paesaggio rappresentano una minaccia ancora maggiore per la sicurezza dell'approvvigionamento. Da ultimo, i democentristi sono contro nuovi oneri o tasse che avrebbero come conseguenza un ulteriore aumento della bolletta.