C'è sempre tantissimo interesse per la novità messa in circolazione dalla Posta Svizzera, ma qualcuno storce il naso
BERNA - Continua a essere elevatissimo l'interesse per i primi francobolli "crypto" della Posta Svizzera, messi in vendita una decina di giorni fa e subito andati a ruba.
Pensata per l'uso, ma soprattutto per essere «collezionata, scambiata e negoziata online», questa serie di cripto-francobolli - che mostra l'iconica sagoma del Cervino e la luna su sfondo blu - è stata messa in vendita al prezzo di 8.90 cadauno e comprende la versione "analogica", autoadesiva, oltre a quella digitale con codice QR. Del soggetto più comune sono stati messi in circolazione 65mila esemplari, mentre quelli più rari sono solamente 50. Complessivamente sono 13 i diversi soggetti, per un totale di 175mila esemplari.
Un piccolo cult - Come previsto dal Gigante Giallo, il francobollo crypto è diventato un piccolo cult tra gli appassionati di filatelia, di nuove tecnologie (specialmente dell'universo blockchain) e anche tra i semplici curiosi, consapevoli di essere davanti a qualcosa di storico. «Non raggiungiamo solo i classici filatelici, i francobolli crypto stanno attirando interesse anche oltre i confini nazionali», ha affermato un portavoce.
Vendita a cinque cifre - Qualcosa di storico, certo, ma anche di monetizzabile: chi è entrato in possesso dei soggetti più rari è, in qualche caso, passato all'incasso. La SonntagsZeitung riferisce che, fino a sabato pomeriggio, il prezzo più alto pagato per una singola copia sul portale di vendita online Ricardo.ch è stato di 37'500 franchi. In precedenza qualcuno aveva proposto il suo esemplare per l'astronomica cifra di 490mila franchi, senza però suscitare l'interesse concreto di nessun potenziale acquirente. A oggi i lotti proposti sulla piattaforma sono numerosi, ma non si arriva nemmeno vicini a cifre come quella che, per il momento, è un record.
Che ne pensano i filatelici? - Non tutti i collezionisti sono entusiasti di questa "febbre del crypto": «Singoli collezionisti hanno riferito che si sentono traditi perché non sono stati in grado di acquistare nessuno dei francobolli crittografici» ha spiegato Rolf Leuthard, presidente centrale dell'Associazione delle società filateliche svizzere. Pochi i reclami giunti alla posta, tuttavia c'è chi ritiene che l'operazione stia giovando solo agli «speculatori», che «fanno grandi affari e hanno accumulato migliaia di copie». Leuthard, invece, vede tutto positivamente: «I giovani trovano interessanti i francobolli crittografici» e questo potrebbe abbassare un po' l'età media dei soci filatelici, che al momento si attesa intorno ai 70 anni.