Al momento in Svizzera non è disponibile un vaccino contro la nuova malattia, c'è chi vuole correre ai ripari.
LOSANNA - Le autorità del Canton Vaud vogliono rifornirsi del vaccino direttamente dal fabbricante Bavarian Nordic. Una procedura in tal senso è stata avviata assieme a Ginevra.
«Visto che un vaccino può evitare che il vaiolo delle scimmie si diffonda in maniera eccessiva, pensiamo che le autorità cantonali abbiano il dovere di proporlo alla popolazione», ha detto la responsabile del dipartimento vodese della sanità, Rebecca Ruiz, in un'intervista pubblicata oggi da "24 heures". «Tra l'altro niente impedisce ai Cantoni di avviare simili procedure. Anche Zurigo l'ha fatto», ha aggiunto.
La ministra sottolinea che c'è «una domanda molto forte nella popolazione a rischio, in particolare fra gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini». Gli interessati sono stimati in circa 10'000 nel cantone: 7500 uomini omosessuali, un migliaio di transessuali con partner multipli, 600 lavoratori e lavoratrici del sesso e qualche caso contatto.
Importazione autorizzata - Rebecca Ruiz precisa che è possibile importare prodotti terapeutici ammessi da un'autorità equiparabile a Swissmedic. Imvanex, il vaccino del laboratorio danese, è stato certificato per gli Stati Uniti e l'Unione europea. Nella Confederazione nessuna domanda è ancora stata depositata presso Swissmedic.
Vaud e Ginevra sono fra i quattro cantoni più colpiti dalla malattia, con Zurigo e Basilea Città, secondo cifre fornite dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Al 18 agosto scorso, in tutto il Paese si contavano 396 casi, senza alcun decesso.
Secondo Ruiz al momento la situazione è sotto controllo, «ma dobbiamo fare tutto affinché lo sia ancora di più. Non possiamo escludere che la malattia esca dalla cerchia di persone a rischio».