La campagna lanciata da DI ha impegnato numerose pattuglie della polizia cantonale tra dicembre e gennaio.
La prevenzione è stata la protagonista dei circa 130 controlli effettuati: «Con questa iniziativa abbiamo voluto ribadire come una scelta responsabile possa fare la differenza per il conducente e per gli altri utenti della strada».
BELLINZONA - «Chi guida non beve». È con questo slogan che il Dipartimento delle Istituzioni e la polizia cantonale hanno sensibilizzato la popolazione sui rischi di mettersi al volante in stato di ebbrezza. La campagna - svoltasi tra inizio dicembre e metà gennaio - ha sensibilizzato oltre 600 persone sui pericoli di mettersi al volante dopo aver alzato troppo il gomito.
Il dispositivo - precisa il Dipartimento delle Istituzioni in una nota odierna - ha impegnato per un mese e mezzo numerose pattuglie della Polizia cantonale: «Dati alla mano nel contesto di circa 130 controlli effettuati su tutta la rete viaria cantonale, sono state oltre 600 le persone sensibilizzate». Gli agenti impiegati nel servizio hanno in particolare provveduto a distribuire del materiale informativo con allegato un gadget: un portachiavi con una moneta da usare per sorteggiare chi si sarebbe assunto il ruolo di “safe-driver” impegnandosi a non consumare alcolici. «Con questa iniziativa si è voluto ancora una volta ribadire come una scelta responsabile possa fare la differenza per il conducente e per gli altri utenti della strada».
L'alcol al volante - ricorda il Dipartimento - resta infatti uno dei maggiori problemi in ambito della circolazione stradale. Le statistiche dell'USTRA, d'altronde, parlano chiaro: «Nel 2019 si sono verificati in Svizzera 3'870 incidenti la cui causa principale è attribuibile all’alcol. Di questi, circa 2’400 si sono conclusi con dei danni materiali, mentre in oltre 1'400 casi vi sono state delle conseguenze per le persone con esiti che vanno dal ferimento lieve al decesso». Numeri importanti. Numeri che rafforzano il messaggio portato in campo da DI e Polizia cantonale: «Chi guida non beve».