In meno di ventiquattro ore il testo online è già stato firmato da più di 3'000 persone.
La petizione chiede al Municipio di «rivedere la sua politica repressiva» impegnandosi a trovare «soluzioni concrete e accettabili» per l'autogestione.
LUGANO - Il Molino, da sabato notte, non c'è più. Le ruspe lo hanno infatti abbattuto. Del centro autogestito resta solo un cumulo di macerie, ma il polverone che si è alzato da quella notte non sarà facile da placare. I Verdi di Lugano hanno sporto denuncia penale, mentre gli autogestiti sono nuovamente scesi in piazza - arrivando fino a sotto casa del Sindaco Marco Borradori - per far sentire le proprie ragioni.
A dar loro manforte vi è poi una petizione online - lanciata ieri - che in meno di ventiquattro ore ha già raccolto oltre 3'100 firme per «difendere l'autogestione a Lugano». «Evidentemente - sottolinea il primo firmatario Thomas Camponovo - molta gente è in contrasto con ciò che è successo sabato ed per dare loro voce ho deciso di lanciare questa petizione».
Il testo online, nello specifico, chiede al Municipio di Lugano di «rivedere la sua politica repressiva e improvvisata» impegnandosi a trovare «soluzioni concrete e accettabili» per un'autogestione che «non va delocalizzata ai margini della Città». L'obiettivo, spiega Camponovo, è quello di raccogliere più firme possibile e di consegnarle «in tempi brevi» al Municipio. «Il Ticino - conclude - o ha infatti bisogno di uno spazio autogestito, così come ce ne sono in altre città svizzere».