Ambiente sempre più inquinato, il regista Vincent Auletta alla ricerca di testimonianze forti. Così dal Ticino nascerà un film di denuncia.
MENDRISIO - Un visionario. Un regista che ama fare riflettere. E anche provocare. Vincent Auletta, 62enne di Mendrisio, si lancia in una nuova sfida. Toxic Shadow è il suo nuovo progetto. Un cortometraggio che parlerà dell'ambiente in pericolo. «Cerchiamo persone e associazioni responsabili che raccontino il loro rapporto col fenomeno dell'inquinamento», racconta a tio.ch. Parallelamente parte anche una raccolta fondi per sostenere il film.
Perché questo progetto?
«L’impegno sociale non è nuovo nella mia carriera. Il problema dell’inquinamento riguarda tutti, ma specialmente chi in questo mondo rimarrà più a lungo della mia generazione».
Cosa cerca?
«Una comunità che viva con me la realizzazione del cortometraggio come un cammino per ritrovarsi e discutere dei problemi ambientali. Ognuno dando il proprio contributo, parlando della propria storia. In Ticino, in Svizzera, in Europa, nel mondo. Cerchiamo persone che hanno una storia da raccontare. E istituzioni pubbliche e private che aderiscano al progetto sostenendoci economicamente».
Sono tutti bravi con gli slogan. Ma cosa implica davvero esporsi sulle questioni ambientali?
«Questo tema nel cortometraggio è centrale. Denunciare? Rischiare? Vivere nella paura? Cosa siamo pronti a fare per ciò che è giusto? Dichiararsi d’accordo per una causa nobile è il primo passo. Ma se poi la scelta crea dei problemi a noi o alle persone che amiamo?»
Il vostro è uno stimolo al coraggio di osare?
«Osare è l’unica speranza che ci rimane. Osare è compito dell’arte. L’arte deve fare aprire gli occhi a un'umanità che vive nell’illusione di stare bene».
Dal suo punto di vista, chi ha interessi affinché la situazione non migliori?
«Chi ha potere. Chi guadagna. Bisogna seguire il denaro. Com’è possibile che centinaia di migliaia di persone all’anno si ammalino e svariate altre muoiano e tutti facciano finta di niente? Potere, denaro. Tutto li. Andiamo a vedere dove sono i guadagni, chi si arricchisce. Lì troveremo chi non vuole che la situazione migliori».
Quanto il vostro vuole essere un film di denuncia?
«Tanto. Un film di denuncia, un messaggio che parli a tutti e dica chiaramente “ciò che ami è in pericolo, non sentirti al sicuro, informati e reagisci. E sii coraggioso per chi ami"».
Solleverete anche diverse critiche. Siete pronti?
«Le accoglieremo a braccia aperte. Saremmo felicissimi di ricevere critiche e parlarne, con chiunque».