Creata la base legale necessaria per poter imporre i redditi dei lavoratori quando prestano lavoro dall'estero
BERNA - Dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore la legge federale sull'imposizione del telelavoro in ambito internazionale. In questo modo si creano le basi legali necessarie a imporre i lavoratori frontalieri quando prestano lavoro dall'estero. Lo ha stabilito il Consiglio federale nella sua seduta odierna.
La legge federale sull’imposizione del telelavoro in ambito internazionale è una conseguenza degli sviluppi internazionali nell’ambito del telelavoro con la Francia e l’Italia. Prevede infatti che la Svizzera, qualora le sia attribuito il diritto di imposizione in virtù di un trattato internazionale, possa imporre i redditi da attività lucrativa anche quando il lavoro è prestato nello Stato di residenza per conto di un datore di lavoro con sede in Svizzera. Il progetto, approvato dal Parlamento il 14 giugno 2024, si applica ai cinque Paesi confinanti della Svizzera.
La normativa si è resa necessaria a causa della diffusione di tale pratica, spinta in particolare dalla pandemia, e vuole impedire l'erosione delle entrate fiscali spettanti alla Confederazione. Le convenzioni per evitare le doppie imposizioni prevedono infatti che l'attività lavorativa dipendente venga tassata nello Stato in cui si è svolta fisicamente.
Per risolvere il problema la Svizzera ha negoziato accordi con l'Italia e la Francia, due degli Stati confinanti che contano il maggior numero di frontalieri. Grazie a queste intese il telelavoro di un frontaliere può continuare a essere imposto in Svizzera fino a un certo limite (in Italia fino al 25% del tempo di lavoro annuale, in Francia fino al 40%).
Sempre il 1° gennaio 2025 - precisa il Governo in una nota - entreranno in vigore anche le disposizioni d’esecuzione contenute nell’ordinanza del Dipartimento federale delle finanze sull’imposta alla fonte, che assicurano la certezza del diritto nel caso in cui il rapporto d’impiego tra il datore di lavoro svizzero e il lavoratore domiciliato in Francia dovesse terminare prima del 31 dicembre.