A muso duro contro la proposta del Cantone: «Approccio centralizzato e dirigista». Si teme perdita di autonomia
CADEMPINO - «L'attuale impostazione organizzativa e di governance delle PolCom funziona sostanzialmente bene e non si ravvedono elementi concreti, seri e diffusi che possano giustificare un cambiamento così radicale nella struttura delle polizie comunali». È quanto emerso martedì sera a Cadempino nell'ambito della discussione sul "Progetto Polizia Ticinese" recentemente presentato ai Comuni dal Dipartimento delle istituzioni.
L'incontro, organizzato dalla Conferenza regionale consultiva sulla sicurezza della Regione III del Luganese, ha visto la partecipazione di oltre 40 rappresentanti della quasi totalità dei 44 Comuni della Regione III, tra Sindaci e Capidicastero sicurezza.
Condivise nel corso della serata anche «preoccupazioni unanimi riguardo al rischio che il progetto porti a una maggiore burocratizzazione e a un ulteriore grave diminuzione delle autonomie operative dei Comuni, per un indesiderato approccio centralizzato e dirigista da parte del Cantone, che comporterebbe un peggioramento dell’efficacia della gestione locale della sicurezza con comunque elevati costi a carico dei Comuni», si legge nella nota firmata dalla presidente Karin Valenzano Rossi.
E prosegue: «Il “Progetto Polizia Ticinese”, così come è stato presentato, prevede infatti un cambiamento radicale dell’organizzazione e delle geometrie delle polizie comunali, con un ritorno al passato incomprensibile, che vanificherebbe gli sforzi e gli investimenti fatti in questi anni dai Comuni».
Il timore, insomma, è che si assista a «un graduale accentramento sul Cantone con però il mantenimento dei costi ai Comuni, senza che questi abbiano più margine decisionale o autonomia».
I Comuni hanno ribadito di «non voler entrare in merito a ipotesi riorganizzative e nuova governance, rimanendo invece in attesa delle risultanze su una migliore suddivisione operativa dei compiti delle PolCom e della PolCant, di quelli condivisi e delle possibili migliori sinergie». Si dicono però disponibili e aperti a «collaborare attivamente per migliorare l'attuale sistema, senza tuttavia stravolgimenti organizzativi o strutturali, mantenendo così un approccio che salvaguardi l’autonomia locale e che garantisca un servizio di polizia efficace, costantemente rivolto ai bisogni dei cittadini, invece che alla sola contabilità delle prestazioni di polizia comunali e al relativo pagamento».