Dal 10 al 20 ottobre avrà luogo l'11esima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano
LUGANO - Tanto è cambiato, nel mondo, e ora - tra guerre e cambiamenti climatici - «sta accadendo il peggio». Nasce nel segno di questa consapevolezza l’undicesima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL), in programma dal 10 al 20 ottobre. Una trentina i titoli proposti, tutti sottotitolati in italiano, proiettati presso i cinema Corso e Iride di Lugano e al LUX art house di Massagno. La presidente della Fondazione FFDUL Morena Ferrari Gamba è convinta che, nel suo piccolo, questa rassegna possa aiutare a «volgere lo sguardo verso l’altro e creare quell’empatia che oggi non c’è quasi più. Attraverso questo film festival riusciremo a riportare lo sguardo là dove deve essere».
«Comprendere il mondo» - La presidente ha ricordato la prima edizione, contrassegnata dal tema delle migrazioni e delle Primavere arabe. «Temi che sembravano importanti, ma lontani. Si era deciso di parlarne di più perché, attraverso le immagini, è più facile far passare dei concetti». Il FFDUL ha sempre un’attenzione speciale nei confronti delle scuole. Nei giovani allievi «abbiamo notato una capacità di cambiare visuale, di comprendere il mondo» ha osservato Ferrari Gamba. Esiste una Commissione scuole, che cura le proposte da sottoporre agli allievi. Le iscrizioni? Quasi 2500, un anno quasi da record per il Festival.
Il Concorso, un punto fermo - La priorità è la presenza nel tessuto culturale, così da dare piccole risposte alle tante domande che sono intorno a noi» ha fatto notare il presidente del FFDUL Roberto Pomari. Un problema rilevante è quello della sostenibilità del Festival e la garanzia delle condizioni quadro nel quale presentarsi. Il Concorso internazionale è passato da evento eccezionale, nella decima edizione, a un elemento cardine di quella del 2024 «e questo ha creato il doppio dell’impegno», ha spiegato Pomari. «Siamo un festival che deve andare dritto al sodo, per raccontare delle storie e mettere nella posizione di poter riflettere» ha spiegato il direttore artistico Antonio Prata. La rassegna punta sempre a dare il massimo, ha aggiunto Prata, in una ricerca della migliore qualità possibile. Margherita Cascio, responsabile della programmazione, ha spiegato che il Concorso è un modo per ampliare le possibilità di accesso a opere molto interessanti. Otto film in prima svizzera, che riceveranno tre premi assegnati dalla giuria. Torna il Premio del pubblico e il Premio ONG, che quest’anno sarà attribuito da FRASI e dalla sua giuria indipendente.
Di Palestina e Ucraina - Per i diritti umani è un momento «di grande disorientamento» e questo ha segnato i temi di questa edizione, ha fatto notare Prata. «Abbiamo cercato di fare un festival che potesse aprire al dialogo. Non si può evitare di parlare di quello che sta succedendo, di molto urgente, intorno a noi». Si toccheranno con più titoli i conflitti in Ucraina e Palestina. Non è un caso che il Premio Diritti Umani sia andato a un regista che ha uno sguardo critico sul conflitto israelo-palestinese, Avi Mograbi, che è andato via da Israele in quanto «completamente deluso» dalle azioni del governo Netanyahu. Il suo è «un cinema fatto principalmente di testimonianze molto forti e grande sperimentazione». Saranno due i film che presenterà al FFDUL, entrambi nel segno di una «speranza di pace e riappacificazione». Di Ucraina parla invece “Photofobia”, «uno dei più belli esempi di cinema legati a quella guerra», così come altri titoli.
Gli ospiti - Tra gli ospiti va citato Yuri Ancarani e il suo “Il popolo delle donne”, che tratta il tema della violenza di genere. Ci sarà poi una masterclass di Daniele Gaglianone, stimato regista italiano che ha saputo raccontare con grande efficacia la marginalità (e che fa parte della giuria del Concorso internazionale). Lo street artist JR non sarà a Lugano a causa dei suoi impegni ma ci sarà il suo “Tehachapi”, che racconta la condizione dei detenuti nell’omonimo carcere.
Non solo cinema - Una realtà con estese collaborazioni, anche fuori dal Ticino, e che si espande su più luoghi della città di Lugano, tra cinema, librerie, luoghi d’incontro e spazi di cultura indipendente - in quello che viene ribattezzato OltreFestival.