La massima istanza statunitense ha deciso di non entrare in materia. Se possibile, il medico deve far sentire alla gestante anche il battito cardiaco del feto
WASHINGTON - La Corte Suprema americana ha deciso di non dare seguito al ricorso di una clinica del Kentucky contro la legge, introdotta due anni fa nello Stato americano, che prevede che alle donne incinte che vogliano abortire sia descritta l’ecografia del feto e, se possibile, sia fatto sentire il battito cardiaco della creatura che portano in grembo.
A presentare l’appello è stata l’unica struttura del Kentucky in cui ancora si eseguono interruzioni di gravidanza. Come riporta il New York Times, la corte - a maggioranza conservatrice - ha respinto il caso senza dare ulteriori spiegazioni, come è sua consuetudine.
La legge del Kentucky, introdotta nel 2017, prevede che, prima di acconsentire a un’interruzione di gravidanza, il medico debba descrivere le immagini dell’ecografia del feto alla donna che desidera sottoporsi alla procedura, illustrando anche «la presenza di membri esterni e organi interni». Ai dottori è richiesto inoltre di far sentire alla paziente incinta il battito del feto, se già udibile. La donna ha dal canto suo il diritto di distogliere lo sguardo o chiedere di abbassare o spegnere l’audio dell’apparecchiatura.
La decisione della Corte suprema implica che la misura, ora, può entrare in vigore. Un’ulteriore legge del 2019, anch’essa sospesa dalla sentenza di un giudice federale, prevede che l’aborto sia illegale se è già possibile rilevare il battito cardiaco del feto (intorno alla sesta settimana di gestazione).
In Kentucky, l’interruzione di gravidanza era finora possibile fino alla 22a settimana (ovvero all’incirca fino al 5° mese). Come termine di paragone e fatti salvi i casi di gravi rischi per la gestante, in Svizzera l'aborto è possibile fino alla 12a settimana (nel corso quindi del primo trimestre).