Tra false ritirate e smentite, la morte e la devastazione avanzano inesorabili.
KHERSON - «Ieri tutte le unità dell'esercito russo di stanza nell'insediamento di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson, hanno lasciato la città». Lo ha scritto lo stato maggiore delle forze armate di Kiev su Facebook.
Stando a fonti ucraine, le forze russe avrebbero «confiscato alla popolazione civile grandi quantità di apparecchiature domestiche ed elettroniche, gioielli, articoli di abbigliamento e telefoni cellulari» prima di partire. Lo stato maggiore ha anche aggiunto che: «il nemico sta ora conducendo operazioni difensive nelle direzioni Kherson e Zaporizhzhia».
Ma poco dopo è giunta la smentita. Le truppe russe rimangono a Nova Kakhovka. Lo dicono le autorità filorusse della regione di Kherson, smentendo quanto affermato dallo stato maggiore di Kiev che ha annunciato il ritiro russo dalla città.
«Dichiaro ufficialmente che tutti i militari russi a Nova Kakhovka, così come in altri luoghi di schieramento sulla riva sinistra del Dnepr, rimangono al loro posto», ha detto il governatore filorusso di Kherson, Vladimir Saldo. «I propagandisti ucraini hanno lanciato un'altra campagna di disinformazione sul ritiro da Nova Kakhovka. Naturalmente si tratta di una bugia», ha detto il capo filorusso del distretto della città, Vladimir Leontiev.
«Gli occupanti sono ancora temporaneamente a Nova Kakhovka. Le informazioni sul presunto ritiro del nemico sono state rese pubbliche a causa dell'uso scorretto dei dati disponibili». Si è poi corretto lo stato maggiore ucraino su Facebook, ammettendo di aver commesso un errore nell'annunciare il ritiro delle truppe russe dalla città della regione di Kherson.