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Perché tutti vogliono l'isola con il più alto tasso di suicidi al mondo?

Trump la vuole. Ma anche Russia e Cina non sono indifferenti. La Groenlandia è sotto le mire delle potenze internazionali. Ecco perché.
Trump la vuole. Ma anche Russia e Cina non sono indifferenti. La Groenlandia è sotto le mire delle potenze internazionali. Ecco perché.

La Groenlandia è l'isola dei desideri, al centro di molteplici interessi spesso confliggenti tra di loro. Trump ha detto chiaramente che «in un modo o nell'altro» la Groenlandia diverrà parte degli Stati Uniti perché necessaria «per la sicurezza nazionale», la Cina ha già acquistato sull'isola diverse miniere e stipulato contratti per la costruzione di aeroporti mentre per la Russia la Groenlandia ha un'importanza strategica irrinunciabile per la difesa dell'Artico russo.

Il Paese artico, dal canto suo, pensa alla propria indipendenza dalla Danimarca, tema destinato a diventare centrale nella nuova legislatura dopo la vittoria dei Demokraatit e l'exploit del partito nazionalista. «La gente vuole un cambiamento (...) vogliamo che un maggior numero di aziende finanzino il nostro welfare. Non vogliamo l'indipendenza domani, vogliamo delle solide fondamenta», ha dichiarato il leader del partito di centro-destra Jens-Frederik Nielsen, per poi aggiungere «credo fermamente che presto inizieremo a vivere una vita basata sulla nostra cultura, lingua, con una normativa basata su di noi e non sulla Danimarca».

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Che cos'è la Groenlandia? - Per capire meglio il motivo per cui la Groenlandia sia così importante sullo scacchiere internazionale è però necessario conoscere la sua peculiare storia, e lo sviluppo economico e sociale che l'isola più grande al mondo ha avuto nel recente passato. La Groenlandia venne colonizzata circa quattro mila anni fa dalla civiltà Inuit proveniente dall'Alaska, mentre nel 980 d.c. giunsero sul suo territorio i Norreni islandesi, e fu proprio Erik il Rosso, esiliato dall'Islanda a causa di un omicidio, a ribattezzarla Grønland, ossia terra verde, per invogliare quante più persone possibili a colonizzarla. Venuta meno la civiltà norrena, forse per il clima troppo ostile o per motivi che sono ancora allo studio degli storici, la Groenlandia iniziò ad essere considerata, intorno al XVI secolo, come un territorio alle dipendenze della Danimarca, che con la Norvegia costituiva all'epoca un'unica nazione, e nel 1660 l'orso polare, simbolo dell'isola, venne aggiunto allo stemma reale. Dopo che la Norvegia si separò dalla Danimarca nel 1814, la Groenlandia rimase comunque territorio danese, e nel 1867 gli Stati Uniti si fecero avanti per acquistare la 'terra verde' e l'Islanda, all'epoca anch'essa territorio danese, approfittando dell'acquisto dell'Alaska dalla Russia. La trattativa non andò in porto e, nel 1916, la Danimarca concluse un accordo con gli Stati Uniti per il riconoscimento della supremazia danese sul territorio dell'isola artica a fronte della cessione agli States delle Indie occidentali danesi. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, tale richiesta di riconoscimento venne estesa anche alla Gran Bretagna, Francia, Giappone ed Italia. Bisogna però risalire agli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale per rinvenire i motivi per i quali l'attuale presidente degli Stati Uniti ha dichiarato in più occasioni che l'acquisizione della Groenlandia sia una priorità per la Nazione. Già all'epoca, infatti, il presidente Usa Franklin Delano Roosvelt proclamò l'isola “zona di interesse” per gli Stati Uniti e, al fine di contrastare l'occupazione nazista dell'isola, nel 1941 venne firmato da Roosvelt e dall'ambasciatore danese Hauffman il Defence Agreement che rendeva la Groenlandia, di fatto, un protettorato americano. Quando il 5 maggio del 1945 la Danimarca venne liberata, la Groenlandia tornò alla madrepatria, ma sul suo territorio rimasero operative le basi militari statunitensi installate all'epoca del conflitto mondiale oltre a costruirne delle nuove. Nel 1979, a seguito di un referendum, la Groenlandia ottenne una propria autonomia nel governarsi, e nel 1985 uscì dalla Comunità Economica Europea per dei disaccordi mai sanati sui regolamenti di pesca. E' ben evidente, comunque, che l'idea di poter annettere l'isola artica al territorio statunitense non sia mai del tutto passata, e nel 2019, durante il suo primo mandato, lo stesso Trump riaprì la questione dichiarando che tale progetto si rivelerebbe “un ottimo affare” per gli Stati Uniti.

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Le ragioni di così tanto interesse - Sono tanti le motivazioni alla base dell'interesse statunitense, e non solo, per tale isola che, per posizione geografica e conformazione fisica, detiene un' importanza strategica ed economica di primo piano nel panorama internazionale. Non sono solo gli Stati Uniti, inoltre, a voler estendere il proprio potere sul tale territorio, ma la Groenlandia rientra negli interessi primari anche di Russia e Cina che, con l'America di Trump, si contendono il primato sui suoi mari e sulle sue immense ricchezze minerarie.

La Groenlandia si trova tra l'Oceano Atlantico e l'Artico, posizionandosi come una vera e propria porta d'accesso per quest'ultimo ambito territorio. Non sfugge la presenza consistente di basi americane che, fin dal 1958 in piena Guerra Fredda, hanno fatto dell'isola un importante avamposto per la difesa spaziale e territoriale degli Stati Uniti e del Canada. La base aerea Norad, North American Aerospace Defense Command, di Thule, sulla costa occidentale groenlandese, è un importante hub per le operazioni americane di intelligence e sorveglianza, consentendo il monitoraggio delle attività russe e degli altri paesi artici.

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50 materiali che fanno gola a tutti - Come se non bastasse questo a giustificare l'interesse per l'isola verde, il territorio della Groenlandia è ricco di risorse naturali, tra cui il petrolio, il gas naturale e i cosiddetti metalli rari, in particolare il neodimio, fondamentale per lo sviluppo delle tecnologie digitali e la transizione energetica. Secondo l'Economist, dei cinquanta materiali che il Dipartimento di Stato statunitense considera di interesse, la Groenlandia ne possiede quarantatré, tra cui il molibdeno o il terbio, da cui si ricavano i magneti fondamentali per il settore della difesa. Il cambiamento climatico in atto sta apportando delle significative modifiche allo sfruttamento delle risorse dell'isola rendendo, complice lo scioglimento dei ghiacciai, l'attività estrattiva più semplice e agevole.

Le sue acque inoltre torneranno ad essere navigabili per diversi mesi all'anno, incrementando il transito delle navi dirette all'Artico, e aprendo nuove rotte marittime tra l'Europa e l'Asia. Oltre agli Stati Uniti che, come visto, considerano la Groenlandia indispensabile per la propria sicurezza nazionale e per lo sviluppo della propria industria tecnologica, la Terra verde interessa anche all'Unione europea, sempre più motivata a stringere delle solide relazioni con la Groenlandia e la Danimarca nel settore della cooperazione ambientale e dello sviluppo sostenibile delle sue ricchezze naturalistiche, e alla Cina, interessata allo sfruttamento economico delle risorse naturali attraverso investimenti minerari e all'esplorazione delle sue acque territoriali nell'ambito di un allargamento della propria influenza politica della regione artica.

Vi è infine la Russia la quale ha esteso progressivamente il suo raggio d'azione sull'isola artica, investendo in infrastrutture e nello sviluppo tecnologico del territorio groenlandese, al fine di contrastare l'espansione delle altre super potenze.

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L'isola con il più alto tasso di suicidi al mondo - Il fatto di essere così ambita dal punto di vista economico e politico, non cancella però le tante problematiche sociali che la Groenlandia si trova ad affrontare. Nel 2023 Josè Francisco Cali Tzay, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, ha dichiarato che «la società della Groenlandia deve ancora affrontare numerose sfide che riguardano la povertà e la mancanza di alloggi adeguati, un'istruzione di qualità appropriata e lo scarso sostegno alla salute mentale

Si stima, infatti, che il 20% dei bambini in Groenlandia sia stato esposto alla violenza e agli abusi sessuali, e l'isola possiede anche i più alti tassi di suicidio al mondo: le statistiche riferiscono di 75 suicidi per 100.000 abitanti. Un dato davvero molto alto.

Chi si toglie la vita ha una età molto giovane, compresa tra i 10 e i 30 anni. La situazione della popolazione Inuit, poi, rimane molto problematica, e tali persone affrontano «ancora barriere per godere pienamente dei loro diritti umani sia in Danimarca sia in Groenlandia» ha detto Tzay, il quale si è definito «particolarmente inorridito dalle testimonianze delle donne Inuit che hanno riferito che gli operatori sanitari avevano inserito loro dei dispositivi intrauterini a loro insaputa e senza consenso. Alcune di loro avevano solo dodici anni».

Di questo scandalo ne avevamo parlato anche qui su tio.ch, in un altro Focus. Insomma, la Terra verde non può divenire solo territorio di conquista per le grandi potenze mondiali, ma occorre salvaguardarne l'immenso patrimonio naturalistico e tutelare la popolazione che, come visto, non gode appieno delle ricchezze che la propria terra può dare loro.


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