È la prima volta che il presidente uscente prende pubblicamente parola dopo la sconfitta elettorale.
BRASILIA - Fine del silenzio, Jair Bolsonaro prende per la prima volta la parola dalla sconfitta elettorale. L'incontro con la stampa è stato convocato alle 15 (le 19 svizzere).
Dopo essersi fatto attendere per più di un'ora e mezza, il presidente uscente ha chiesto che le proteste si fermino e non ha commentato in alcun modo la sua sconfitta davanti a Lula. «Le manifestazioni sono benvenute, ma non adottiamo gli stessi metodi della sinistra». Ha aggiunto che «il sogno continua e resta più vivo che mai. Mi hanno spesso definito antidemocratico, ma ho sempre rispettato la Costituzione». Poi ha ringraziato i «52 milioni di brasiliani che mi hanno votato». Infine ha dato la parola a Ciro Nogueira, ministro della Casa Civile del Brasile che ha affermato che il presidente autorizza «l'inizio della transizione» con Lula.
Nel frattempo in tutto il Brasile proseguono le proteste dei sostenitori di Bolsonaro, che hanno occupato strade e autostrade, causando, tra le altre cose, la cancellazione di 800 autobus in partenza da San Paolo e di alcuni voli previsti in giornata. Dei manifestanti si sono radunati in un cantiere per attendere la dichiarazione di Bolsonaro. Uno di loro ha affermato ai microfoni del portale brasiliano OGlobo che «a dipendenza di ciò che dice, torniamo in strada».
A causa delle proteste e di una mancata - finora - presa di posizione da parte del presidente uscente, 200 procuratori pubblici hanno firmato una lettera in cui chiedono al procuratore generale della Repubblica Augusto Aras di aprire un'indagine sulla presunta istigazione da parte di Bolsonaro e di altre autorità con giurisdizione dei blocchi stradali.